LOCARNO 65 – Incontro con TOBY JONES


L'attore inglese, attivissimo tra il 2011 e il 2012, famoso anche per aver prestato la voce all'elfo domestico Dobby della saga di Harry Potter arriva a Locarno per parlare del suo ultimo film, Berberian Film Studio di Peter Strickland. Uno dei suoi rari ruoli da protagonista, quello di un tecnico del suono taciturno chiamato in Italia verso la metà degli anni '70 per ultimare il missaggio di un horror a basso costo. Ma l'ambiente non è quello che si immaginava…

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Toby Jones a LocarnoSembra che sia uno degli attori britannici che abbia fatto più film in questa stagione. Inglese di Oxford, classe 1967, ha tra il 2011 e il 2012 arricchito in modo consistente la sua filmografia. Alcuni titoli? Biancaneve e il cacciatore, Hunger Games, Marilyn, Le avventure di Tintin. Il segreto dell’unicorno, La talpa, Captain America. Attivo anche in teatro e in televisione, figlio di un altro attore, Freddie Jones – l’imbonitore da fiera che esponeva davanti al pubblico e maltrattava “l’uomo elefante” di David Lynch – dopo molti ruoli secondari ha raggiunto la notorietà con Infamous. Una pessima reputazione nei panni di Truman Capote. A Locarno è presente in uno dei suoi rari ruoli da protagonista,in Berberian Sound Studio di Peter Strickland dove è un tecnico del suono inglese, piuttosto chiuso e introverso, che a metà degli anni ’70 viene chiamato in Italia per partecipare ad ultimare il missaggio di un horror a basso costo.

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Come si è sentito a lavorare in una cultura e un contesto per lei inediti?

La difficoltà di questo personaggio è proprio nel contrasto tra l'algida componente britannica e quella latina, estroversa ed aperta. Questo è un personaggio che vive solo di quello che ascolta. Il vedere non è la sua attività principale. Vive attraverso le sue orecchie. Non ha il vocabolario appropriato per esprimersi a parole. Molti mi chiedono se il senso del film è che lui impazzisca. Ma è solo che lui sente sempre più voci, gli succede qualcosa di mistico. Il film mi ricorda la struttura narrativa di Il pasto nudo di Cronenberg nella sua circolarità e ripetizione.

Siamo abituati a vederla in ruoli secondari. Cosa la attirata del protagonista di Berberian Sound Studio?

Quando ho letto la sceneggiatura, ho chiamato il mio agente e ho detto: “Voglio fare questo film”. Quando ero studente, andavo proprio a vedere proprio questo tipo di cinema, un cinema autoriale e sperimentale che oggi l'industria va confinando sempre di piu': progetti come questo sono sempre piu' rari da scovare e un attore non deve lasciarseli scappare. Peter Strickland poi ha l’immaginazione poetica di un mondo.

Come ci si sente a sentirsi doppiati in un'altra lingua?

Non mi sono mai sentito doppiato. Un mio amico mi ha sentito doppiato in spagnolo ne Il velo dipinto e mi ha detto che ero diventato davvero sexy, dunque spero di continuare ad esser doppiato in modo da poter avere un giorno dei ruoli piu' sensuali!

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