LOCARNO 65 – Incontro con TOBY JONES
L'attore inglese, attivissimo tra il 2011 e il 2012, famoso anche per aver prestato la voce all'elfo domestico Dobby della saga di Harry Potter arriva a Locarno per parlare del suo ultimo film, Berberian Film Studio di Peter Strickland. Uno dei suoi rari ruoli da protagonista, quello di un tecnico del suono taciturno chiamato in Italia verso la metà degli anni '70 per ultimare il missaggio di un horror a basso costo. Ma l'ambiente non è quello che si immaginava…
Come si è sentito a lavorare in una cultura e un contesto per lei inediti?
La difficoltà di questo personaggio è proprio nel contrasto tra l'algida componente britannica e quella latina, estroversa ed aperta. Questo è un personaggio che vive solo di quello che ascolta. Il vedere non è la sua attività principale. Vive attraverso le sue orecchie. Non ha il vocabolario appropriato per esprimersi a parole. Molti mi chiedono se il senso del film è che lui impazzisca. Ma è solo che lui sente sempre più voci, gli succede qualcosa di mistico. Il film mi ricorda la struttura narrativa di Il pasto nudo di Cronenberg nella sua circolarità e ripetizione.
Siamo abituati a vederla in ruoli secondari. Cosa la attirata del protagonista di Berberian Sound Studio?
Quando ho letto la sceneggiatura, ho chiamato il mio agente e ho detto: “Voglio fare questo film”. Quando ero studente, andavo proprio a vedere proprio questo tipo di cinema, un cinema autoriale e sperimentale che oggi l'industria va confinando sempre di piu': progetti come questo sono sempre piu' rari da scovare e un attore non deve lasciarseli scappare. Peter Strickland poi ha l’immaginazione poetica di un mondo.
Come ci si sente a sentirsi doppiati in un'altra lingua?
Non mi sono mai sentito doppiato. Un mio amico mi ha sentito doppiato in spagnolo ne Il velo dipinto e mi ha detto che ero diventato davvero sexy, dunque spero di continuare ad esser doppiato in modo da poter avere un giorno dei ruoli piu' sensuali!