London After Midnight. Il cult di Tod Browning rivive nel fumetto
Il più grande film perduto della storia del cinema, dall’incendio nei magazzini MGM del 1967, riprende forma nel fumetto di Gonzalo Oyanedel ed Enrique Alcatena, pubblicato da edizioni NPE

“Gli esperti di cinema devono fare i conti con prodotti filmici che non si riescono a trovare”, esordisce Roberto Baiocco nella prefazione di London After Midnight, il fumetto di Gonzalo Oyanedel ed Enrique Alcatena sull’omonimo film del 1927. Storia di un sodalizio tra due freaks della giovane Hollywood come Tod Browning e il suo attore feticcio Lon Chaney, London After Midnight porta oggi i segni del capolavoro senza tracce. Ci ha provato il digitale con l’A.I. a ricomporre pezzi e immagini del film Sacro Graal del cinema perduto, con l’ultima copia distrutta dopo l’incendio ai magazzini della MGM nel 1967. Quasi sessant’anni di assenza che Oyanedel e Alcatena hanno voluto colmare lungo i caratteri gotici, le sfumature e il bianco e nero di un fumetto che reimmagina e onora il cult di Tod Browning.
London After Midnight era, nel 1927, uno di quei film promessi al futuro, dall’orrore tattile nel vampirismo di Chaney e le bozze dei primi dialoghi parlati. D’altronde, lo stesso anno Alan Crosland battezzava il cinema sonoro con Il cantante di Jazz, dove immagini, parole e musica si riscoprivano nella più seducente delle sincronie.
Ma Tod Browning non era certo un figlio dello studio system come Crosland o Samson Raphaelson; confinato dalla Universal nella fama di “regista di donne” per gli esordi impregnati di sguardi femminili, trovò solo nell’unione con la MGM il terreno fertile per la sua o(n)scena poetica del deforme.
Browning e Chaney si erano conosciuti nel 1919 per La bestia nera, uno dei primi racconti giocati sulla costruzione dell’inganno sotto mentite spoglie, ma anche film apri-pista di una sinergia di nove titoli, fino a Vendetta d’Oriente del 1929, solo un anno prima della morte di Chaney. Nel ‘27 Tod Browning arrivava dal mélange di orrore e melodramma orchestrato ne Lo sconosciuto; il circo esprimeva l’allegoria della deformità fisica prestata allo spettacolo che avrebbe tracciato la strada al capolavoro sull’umanesimo dei mostri, Freaks.
Dopo Lo sconosciuto Browning decise di spostarsi dalle ossessioni circensi per l’altro al di fuori della civiltà verso il coraggio di London After Midnight: l’albore del nuovo cinema sonoro, promiscuo di orrore e poliziesco che sarebbe diventato, cinquant’anni dopo, il più grande film perduto della storia del cinema.
Il film incassò un milione di dollari al box office raggiungendo l’introito più alto della produzione targata Browning-Chaney; ma i pareri della critica erano tutt’altro che rassicuranti o allineati. Se il Moving Picture World esaltò le arie di intrigo e mistero in London After Midnight, il New York Times lo raccontò come “una storia alquanto incoerente” salvata, in piccola parte, dalla mimesi multiforme di Lon Chaney; poliziotto ipnotizzatore di Scotland Yard e insieme, figura sinistra con un cappello a cilindro e la morte nello sguardo, dall’orrore pari solo al Nosferatu di Murnau e poche altre creature del muto. Novantasette anni dopo due mestieranti del fumetto come Gonzalo Oyanedel ed Enrique Alcatena, nel volume pubblicato da Edizioni NPE, hanno dato nuovo corso al migliore dei film perduti, un racconto di indagine e paura firmato Tod Browning, l’autore che non assomigliava a nessun’altro nel mare di cinema hollywoodiano.