Longlegs, di Oz Perkins

Al netto di un eccessivo compiacimento stilistico, l’indagine sulla paura condotta dal suo autore, inquieta e convince. La ferocia non deriva dal sangue, piuttosto dalla mente.

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Proiezione NEXT MORNING al Tertio Millennio Film Festival - Una produzione Sentieri selvaggi

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La prima volta che il male, o almeno quello che crediamo essere tale, sceglie di mostrarsi a noi, non vi è alcuna oscurità. Se non quella di un interno auto, sul quale lo sguardo di Oz Perkins si sofferma a lungo – e non è il solo -, suggerendoci immediatamente la presenza del sinistro e del terrore più profondo. Attorno ad esso, la neve e una presenza altrettanto inquietante, Longlegs, che confonde lo spettatore sulla reale natura del male, spostando efficacemente l’attenzione su di sé.

Com’è arrivato in quella fattoria? Perché conosce così precisamente la data del compleanno di quella bambina sconosciuta? Eppure, il tempo per porci questi quesiti non ci è nemmeno concesso. Poiché la paura prende il sopravvento, rinchiusa in un 4:3 fortemente claustrofobico, la cui resa appare ancor più limitata a causa della neve, che divora tutto e tutti, fatta eccezione per Longlegs, o altrimenti ‘l’uomo del piano di sotto’. Colui che non può in alcun modo restare prigioniero dello sguardo, né tantomeno dell’ambiente, eppure è proprio allora che sceglie di mostrarsi. Lì dove Perkins taglia e i titoli di testa di Longlegs, il caso cinematografico horror dell’anno, scorrono sullo schermo. Il terrore ha inizio.

Il formato d’immagine lentamente s’allarga, eppure quella dimensione claustrofobica e iper aderente ai volti e corpi degli interpreti, su tutti quello della giovane protagonista e agente FBI Lee Harker (Maika Monroe), non intende affatto perdersi lungo il cammino, mutando anzi nel buio, che ben presto giunge, nel corso di tetri appostamenti e visite notturne a granai desolati, fattorie, strade provinciali e non luoghi. Poiché prima di tutto Longlegs intende soffermarsi sul contesto spaziale – e sempre meno su quello temporale – suggerendo incessantemente un’atmosfera cupa, morbosa, maligna e definitivamente solitaria e sospesa, che molto deve alla letteratura di Lovecraft, Danielewski e King. Una prigione ideale per le anime che Longlegs, l’uomo a cui tutti sembrano dare la caccia, vorrebbe fare sue. Così da condurle al male e ad una dimensione altra, al di là dello spazio per come lo conosciamo e così del tempo.

Una caccia al serial killer dunque, che in realtà è molto di più. Dapprima una lotta contro la memoria e i ricordi perduti e via via che il film prosegue, una feroce riflessione sul simbolismo e la fede si fa largo sempre più. Finendo per interrogarci sull’azione estrema, violenta e imperdonabile, che saremmo capaci di compiere, se spinti da un radicalismo spirituale, oggigiorno nemmeno così distante ed estraneo dalla società che viviamo. Ne siamo perfino consapevoli, ma lo ignoriamo, poiché non ci riguarda, eppure è attorno a noi. Accade lo stesso agli individui osservati e accuratamente manipolati da Longlegs, che indagano scavando nel passato, finendo poi perdersi nella loro stessa mente, affidandosi al male, che indisturbato, è entrato dalla porta principale.

Nicolas Cage e Maika Monroe, sono i pilastri sui quali poggia il quarto e ambizioso lungometraggio da regista. Un sorprendente horror epistolare, la cui ferocia, nasce nel claustrofobico, per poi estendersi sempre più, abbracciando il campo lungo, le fattorie notturne e desolate, i campi innevati, gli scantinati e i ricordi. Perkins risulta forse fin troppo compiaciuto di un’estetismo che mira sempre alla perfezione e all’essere evidentemente cool, ignorando il linguaggio grezzo e sporco di un certo cinema horror, al quale comunque rivolge ben più di uno sguardo. Eppure il terrore non necessita di alcuno spargimento di sangue, preferendo di gran lunga il gioco della mente.

“Lo so che non hai paura di un po’ di oscurità, perché tu sei l’oscurità”.

 

Titolo originale: id.
Regia: Oz Perkins
Interpreti: Maika Monroe, Blair Underwood, Nicolas Cage, Alicia Witt, Michelle Choi-Lee, Dakota Daulby, Lauren Acala, Kiernan Shipka, Maila Hosie, Jason William Day, Lisa Chandler, Ava Kelders, Rryla McIntosh, Carmel Amit
Distribuzione: Be Water Film in collaborazione con Medusa Film
Durata: 101′
Origine: USA, 2024

 

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
4
Sending
Il voto dei lettori
3.33 (3 voti)
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