L’onore dei Prizzi, di John Huston

Dal romanzo di Richard Condon, una partitura iperrealista in cui la risata è un guilty pleasure. Oscar ad Anjelica Huston come miglior attrice non protagonista. Stanotte, ore 00.5, La7D

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Gli ultimi film di John Huston, Sotto il vulcano (1984), L’onore dei Prizzi (1985) e The Dead (1987) sono caratterizzati dalla costante presenza della morte e da uno sguardo disilluso verso il genere umano. L’onore dei Prizzi nasconde dietro il grottesco della trama e i personaggi caricaturali un sottofondo cinico che allontana l’opera dall’ archetipo di Coppola o Leone. Rispetto a C’era una volta in America (1984) che lo precede cronologicamente, L’onore dei Prizzi sembra proprio andare controcorrente, opponendo alla madeleine proustiana e al cubismo retrò di Leone una partitura iperrealista in cui la risata è un guilty pleasure.

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La storia d’amore tra Charley Partanna (Jack Nicholson) e Irene Walker (Kathleen Turner), due killer spietati che fanno spola tra Los Angeles e New York, è il pretesto per mostrare un sistema di potere mafioso di stampo patriarcale che impone la propria legge con la violenza e i patti di sangue.

Sull’esempio de Il Padrino il film si apre sul matrimonio sontuoso di Theresa Prizzi (Antonia Vasquez) accompagnato dalle note dell’Ave Maria di Schubert: le analogie finiscono qui perché John Huston si diverte a inquadrare il capo famiglia Don Corrado Prizzi (William Hickey) completamente addormentato (sembra appena uscito da un congelatore), si sofferma su un attonito Charley che è folgorato dalla bellezza di Irene e, così per fare capire come funzionano le cose, mostra il corpo di polizia di Brooklyn in complice silenzio sui banchi della chiesa. A completare questo quadro non convenzionale è la bella arredatrice art noveau Maerose Prizzi (Anjelica Huston), ex fidanzata di Charley, vestita in rosso fiammante contro ogni regola del clan e ripudiata dal padre, il boss Dominic Prizzi (Lee Richardson).

Tra il catatonismo di Jack Nicholson (con il suo accento di Brooklyn, la giacca giallo-canarino e il labbro superiore rinforzato) e la glaciale ambivalenza di Kathleen Turner che deve mettere d’accordo sentimenti e professione, è proprio il personaggio protofemminista di Anjelica Huston (premiata giustamente con l’Oscar per migliore attrice non protagonista nel 1986) a regalare momenti di altissimo cinema come quello del rientro a casa dal padre Dominic: sulle note di O mio babbino caro dal Gianni Schicchi di Puccini la figlia Maerose serve al genitore la più freudiana delle vendette. E la lirica italiana viene usata abbondantemente come contrappunto satirico nelle scene d’azione stemperandone la violenza: si va da La gazza ladra e Il barbiere di Siviglia di Rossini, a Il Rigoletto e Aida di Verdi fino al vertice parodico di “una furtiva lacrima” dall’ Elisir d’amore di Donizetti cantata da Tommasino Baratta (che ricorda per assonanza il Tommasino Buscetta delle nostre cronache) nella patetica festa di pensionamento del vecchio Dominc. Questi vecchi uomini di potere alla fine delle loro carriere malavitose rimangono soli come Eduardo Prizzi (Robert Loggia) alle prese con le proprie paranoie e come Angelo Partanna (John Randolph) che arriva a minacciare il proprio figlio pur di salvaguardare l’onore della famiglia.

John Huston punta sui continui cambi di sceneggiatura con esiti non prevedibili (la risoluzione dell’intreccio è un piccolo saggio di scrittura) e sul contesto da opera buffa che allontana lo spettatore dal pericolo di una mitizzazione del fenomeno mafioso. Rimangono nella memoria del cinefilo una serie di battute irresistibili, come il “Vuoi scopare sul tappeto orientale?” rivolto da una vogliosa Maerose a un indeciso Charley che riassume i veri rapporti di forze tra personaggio femminile e maschile.

Basato sul romanzo omonimo di Richard Condon qui anche co-sceneggiatore, musicato da Alex North con l’ampio utilizzo delle arie della migliore lirica italiana, L’onore dei Prizzi è un mafia-movie anti reaganiano che mette al bando ogni tipo di romanticismo e denuncia tra un sorriso e una lacrima le ipocrisie di un mondo malato e autodistruttivo dove ci si tradisce e ci si uccide per futili questioni d’onore.

 

Titolo originale: Prizzi’s Honor
Regia: John Huston
Interpreti: Jack Nicholson, Kathleen Turner, Anjelica Huston, Robert Loggia, John Randolph, Antonia Vasquez, William Hickey
Durata: 126′
Origine: Usa 1985
Genere: commedia

 

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