Loro 1, di Paolo Sorrentino

L’operazione su Berlusconi si rivela terribilmente innocua, la riflessione politica sostanzialmente nulla: rimane la messinscena delle domeniche bestiali del Potere ridotta al grado zero

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Il fascino del procedimento sorrentiniano è sempre, immutatamente, quello della riduzione al livello zero della materia. Per quanto al regista piaccia gonfiare ogni istante fino a far slabbrare le immagini per la troppa aria compressa che viene loro pompata dentro, alla fine i segni sono restituiti al livello assolutamente minimo della propria rappresentazione, miseri e rassegnati, inerti. C’è una certa consapevole tristezza che innerva, per questo motivo, lo spicciolo simbolismo sorrentiniano da sempre, e qui in Loro 1 una disperazione dell’effetto (anche stavolta soprattutto animale) ancora più percepibile del solito, già a partire dall’allegoria sul vuoto pneumatico e il pubblico-gregge su cui il film si apre, con la pecora che guarda Mike Bongiorno in tv e schiatta per colpa del condizionatore che ghiaccia la temperatura della villa in Sardegna al grado zero (appunto).
Confesso che c’è stato un periodo, abbastanza recente, in cui ho creduto che questa sua proprietà di riduzione scientifica all’immaginario minimo potesse trasformarsi in un’arma critica: meglio lo scomposto senso del grottesco di Sorrentino che certa autorialità nostrana educata e misurata, mi dicevo. Ma non possiamo, stando a quanto visto fino ad ora, in alcuna maniera dirci complici di un’operazione sulla mitologica berlusconiana che si riveli così terribilmente innocua. Una riflessione politica sostanzialmente nulla che si fa più che altro il tentativo di agganciare, com’è evidente da alcune scelte ultrapop in colonna sonora o in mega-sequenze instagrammabili al ralenti come il party in piscina con pioggia di pasticche e Kasia Smutniak sacerdotessa, una certa visionarietà internazionale festivaliera da tranche orgiastica solarizzata (il dubbio è che, alla ricerca del pubblico giovane universale e amante della frammentazione in episodi, il regista abbia guardato a certi riferimenti troppo trendy, in risposta ai quali ci sentiamo di consigliare piuttosto, per efficacia del linguaggio e gittata del colpo, cinque minuti a caso da Welcome to New York di Abel Ferrara).

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Se c’è una dimensione in cui Sorrentino è veramente irresistibile, resta però quella del

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narratore goliardico con gloriose punchline annesse, ma qui sembra malauguratamente di essere tornati all’ambizione letteraria (dare un respiro etereo all’immobilità) tipica del periodo Grande Bellezza: il nostro regista non sarà certo Sokurov (ricordate Paul Dano/Hitler in Youth?) ma la sua messinscena delle domeniche bestiali del Potere riserva comunque una manciata di sketch ispirati tra Apicella, Concato, calciatori intellettuali e Elena Sofia Ricci/Veronica Lario sul tappeto elastico. E basta il confronto tra Berlusconi/Servillo e Bentivoglio/Santino Recchia in chiusura di episodio a riportarci in climi da rivalità alla Young Pope, che speriamo possa essere il mood predominante in Loro 2.
Nel frattempo, di questo primo sforzo rimane da tenerci stretto Riccardo Scamarcio/Sergio Morra/Gianpaolo Tarantini: per più di metà film tutto ruota intorno alla sua ossessione di riuscire a diventare il fornitore ufficiale di ragazze per “LUI”, in modo da fuggire dall’odiata Taranto per approdare alle feste capitoline. Con buona pace dello sguardo del nostro Premio Oscar, gran parte delle soluzioni formali con cui il progressivo precipitare nel baratro di Morra viene raccontato sono le stesse che avremmo probabilmente visto applicate da autori dal gusto onirico-surreale molto meno blasonato, come un Sergio Rubini, per dire.
Rimane formidabile l’incipit vernacolare sulla barca con Duccio Camerini e a seguire l’epifania di Scamarcio alla vista del tatuaggio al ritmo lascivo di Down on the Street degli Stooges – per quanto alla playlist del film avremmo aggiunto quantomeno un paio di pezzi dei Luminal che ci sarebbero cascati a puntino…

 


Regia: Paolo Sorrentino

Interpreti: Toni Servillo, Elena Sofia Ricci, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak, Euridice Axen, Fabrizio Bentivoglio, Roberto De Francesco, Dario Cantarelli, Anna Bonaiuto, Giovanni Esposito, Ugo Pagliai, Lorenzo Gioielli, Ricky Memphis, Alice Pagani, Elena Cotta, Iaia Forte, Duccio Camerini, Yann Gael, Mattia Sbragia, Max Tortora, Milvia Marigliano, Michela Cescon, Caroline Tillette, Roberto Herlitzka
Origine: Italia, 2018
Distribuzione: Universal
Durata: 104′

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