"L'orso Yoghi", di Eric Brevig


Il tentativo di Eric Brevig di riattualizzare il classico cartone di Hanna & Barbera punta tutto sul 3D e gli effetti CG di ultima generazione. Il problema di questo Yoghi sono i personaggi “spessi” quanto un cartonato, all'orso manca un cuore, quell'anima bonaria che, nonostante la bidimensionalità del disegno, rendeva grande e tridimensionale la vecchia serie animata.

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Tom Cavenaugh, Yoghi e Bubu in una scena di Quando ci si trova davanti a un film come L'orso Yoghi, è inevitabile il confronto con la serie animata di Hanna & Barbera, che ha segnato la nostra infanzia e, prima di noi, quella dei nostri genitori. Nato come uno dei tanti personaggi del Braccobaldo show, il goloso orso abitante di Jellystone ottenne una serie tutta sua nel 1961, accompagnato dal fido Bubu e dal ranger Smith. Quanti i pomeriggi passati a ridere dei goffi tentativi dell'orso di rubare l'ennesimo cestino da picnic o degli scherzi ai danni del povero ranger, cugino del pronipote Jetson. Con un simile album dei ricordi, vedere L'orso Yoghi potrebbe essere a dir poco sconcertante. Non più nemico del ranger, Yoghi tenta ancora, insieme al più saggio Bubu, di rubare merende, ma, ben presto, Smith (Tom Cavanagh), Yoghi e Bubu e la zuccherosa documentarista Rachel (Anna Faris), new entry rispetto all'originale, dovranno unire le loro forze per salvare il parco dalla chiusura e dai loschi piani del sindaco. Un prevedibile salvataggio all'ultimo minuto condito di effetti in 3D. L'operazione di Eric Brevig, noto più che altro per i suoi effetti speciali che come regista, è chiaramente quella di attualizzare un cartone animato classico, fermamente ancorato all'America anni '60, e strizzare l'occhio alla causa ambientalista con un simile plot. Operazione che, di per sé, potrebbe anche funzionare, se non fosse che il ricordo dei cartoni della nostra infanzia torna a tormentare la nostra visione. Di certo, gli effetti CG di ultima generazione, con cui sono stati realizzati Yoghi, Bubu e la simpatica “tarta-rana-ruga”, sono accattivanti: Yoghi che si sporge verso lo spettatore in un volo al ralenti mentre inzuppa il suo nachos nella salsa guacamole (probabilmente la scena più bella del film) o la lunga lingua del rettile-anfibio che minaccia di attaccarsi in ogni dove piaceranno ai bambini. Forse piacerà anche l'orso che balla con Bubu su una base rap. Eppure il film non riesce a conquistare, non ci fa ridere così come il cartone vecchio di cinquant'anni e, soprattutto, non ha lo stesso spessore. E non a caso parliamo di spessore: sempre più vengono realizzati film in 3D, in particolare tra quelli di animazione, ma l'effetto dovrebbe essere funzionale alla storia narrata, servire il plot e i personaggi e non viceversa, mentre qui la scialba storia è solo un pretesto per sfoggiare lo scintillante pelo dell'orso, che sembra così reale, o pirotecnici effetti speciali. Il problema di questo Yoghi sono i personaggi “spessi” quanto un cartonato, all'orso manca un cuore, quell'anima bonaria che, nonostante la bidimensionalità del disegno, rendeva grande e tridimensionale la vecchia serie animata (diverso il discorso per l'irresistibile corto d'apertura con Wile E. Coyote e Beep Beep, che, invece, regge il confronto e acquista punti dall'uso del 3D). Operazione non riuscita, quindi: i più piccoli, che poco conoscono  Yoghi e Bubu, forse potranno trovare divertenti le gag, per i più grandi rimarrà solo l'impulso di andare a ripescare i vecchi episodi su Youtube. 

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Titolo originale: Yogi Bear

Regia: Eric Brevig

Interpreti: Dan Aykroyd, Justin Timberlake, Anna Faris, Tom Cavanagh, T.J. Miller.

Distribuzione: Warner Bros Italia 

Durata: 80 min 

Origine: USA, Nuova Zelanda, 2010

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