Lou Von Salomé, di Cordula Kablitz-Post
Kablitz-Post sceglie il genere biografico al posto del documentario per ricostruire la vita di Lou Von Salomé: con stile empatico e naturalezza, lascia emergere tutta l’umanità dell’icona storica.
È il 1933 quando Lou Von Salomé decide di iniziare la trascrizione delle proprie memorie. Presso la residenza di Gottinga, per il tramite dell’introverso germanista Ernst Pfeiffer, l’anziana donna inizia il racconto di una vita travagliata e ribelle: vero e proprio cantico della libertà che si riaccende con prepotenza, mentre fuori la cultura tedesca contemporanea brucia nei roghi nazisti, e la Storia finisce inesorabilmente preda delle oscure speculazioni nazionalsocialiste.
La casa di Gottinga, sorta di rifugio forzato per sfuggire alla caccia nazista, diventa così luogo di apparizioni fantasmatiche che prendono corpo a partire dalla memoria della donna (Nicole Heesters): figure, momenti e parole che (ri)vivono al presente fuoriuscendo da uno scrigno dei ricordi, quelli di Lou ma anche quelli di tutta un’epoca vissuta dall’Europa, di studio e progresso. Le fotografie in bianco e nero dell’infanzia trascorsa a San Pietroburgo; le cartoline delle città europee in cui la donna visse e studiò; gli scritti, le poesie e i messaggi d’amore ricevuti dai più illustri personaggi dell’epoca: tutto contribuisce alla stesura di una mappa dell’Ottocento, del quale Von Salomé fu grande protagonista, con opere e teorie che influenzarono i tempi e le scoperte psicoanalitiche successive.
Eppure, la regista Kablitz-Post, figlia dello sguardo documentaristico puro, sceglie stavolta di sposare la ricostruzione finzionale, seppure attingendo da fatti del tutto reali: la sua Lou (interpretata, nella fascia dai 20 ai 50, da Katharina Lorenz) non verrà raccontata per il tramite di documentazioni e interviste ricostruite, bensì attraverso viaggi immaginari dentro quelle stesse cartoline d’epoca, nelle quali la vedremo saltellare da un luogo a un altro, come il suo spirito fece per tutta la vita, sempre in preda a nuove scoperte e impulsi intellettuali.
La donna descritta da Kablitz-Post non è soltanto la filosofa, autrice e psicoanalista, teorica del narcisismo “positivo” e acuta interprete del concetto di erotismo con il quale influenzò persino Freud. Il film è prima di tutto la sua appassionata “umanità”, il suo essere donna libera e anticonvenzionale, fuori dagli schemi di una società fatta a misura di maschile, coniugalità e buone maniere. Ecco dunque il ritratto di una Lou Von Salomé un po’ bambina, che incontra Spinoza – principe dei filosofi – forse prematuramente; indisciplinata da piccola come da adulta, con quella sua passione per le altezze e le arrampicate sugli alberi; sempre ingenua nel suo credere ciecamente alla repressione della vita erotica che, non a caso, sfocerà in un ripensamento lecito in età matura.
Umana, questa incredibile Lou Von Salomé; come umani e fallibili erano stati i corpi di Jung, Spielrein e Freud tratteggiati – sempre con l’ausilio di carteggi – dal maestro Cronenberg: anche qui si è scelto di accantonare il modello dell’icona storica inviolabile, e di restituirne invece la verità di un vissuto carico di passioni che ci avvicina alle loro storie private come fossero le nostre. La triangolazione ritorna anche stavolta, quella di Lou contesa tra i due pensatori Nietzsche e Rée, i quali – alla stregua di Jung con l’“affare Spielrein” – finiranno per perdere la ragione, ancora troppo vittime entrambi della superficie borghese, per la quale il due (la coniugalità) è sempre preferibile al tre (il cameratismo). Ma in questo turbinio di figure maschili innamorate che le orbitano intorno, la memoria sembra incepparsi continuamente sul volto di Rainer Maria Rilke (Julius Feldmeier), dando forma tangibile alle sue poesie dedicate a Lou e alla loro relazione, osservata con naturalezza e alla distanza ravvicinata del cuore. Il film, allora, non avrà necessità di toni seppia e atmosfere nostalgiche per rendersi verosimile: gli basterà, invece, essere vivo come i suoi protagonisti e luminoso come il loro pensiero.
Titolo originale: Lou Andreas-Salomé. The Audacity to be Free
Regia: Cordula Kablitz-Post
Interpreti: Katharina Lorenz, Nicole Heesters, Liv Lisa Fries, Alexander Scheer, Philipp Hauß, Julius Feldmeier, Matthias Lier, Merab Ninidze, Harald Schrott
Distribuzione: Wanted Cinema e Valmyn
Durata: 103′
Origine: Germania/Austria, 2016
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=e722D0mnxnw]
La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
Il voto al film è a cura di Simone Emiliani