Luca, di Enrico Casarosa

Luca è una storia di formazione che non ha la densità emotiva dei capolavori pixariani. Tuttavia, la sua leggerezza è quanto mai gradita. Su Disney+

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Luca è un film anomalo della Pixar e la sua atmosfera europea va oltre l’ambientazione sulla costa ligure. Il debutto di Enrico Casarosa nel lungometraggio, dopo aver sfiorato l’Oscar con La luna (2011), conserva le stesse suggestioni della sua breve opera prima. La strada sembra chiara sin dalla prima sequenza/autocitazione in cui i pescatori notturni avvistano il mostro. I temi di allora ritornano in una specie di versione estesa: gli scenari delle storie marinare, uno sguardo fanciullesco sul mondo, il conflitto generazionale. I riferimenti sono sfacciatamente autobiografici e seguono alla lettera il manuale della perfetta storia di formazione.

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Le vicende della trama hanno dei legami diretti con l’esperienza del regista e questo conferisce al risultato finale un’insolita aura di auteurism. Il suo percorso nel ricordo di un’estate è abbastanza in linea con le centinaia di racconti simili che si sono già visti sullo schermo. Eppure, il fatto che Luca sia il classico film su non ho più avuto gli amici che avevo a dodici anni lascia un certo sollievo. Infatti, la densità emotiva dei titoli migliori della Pixar è un’esperienza travolgente ma anche straziante. La leggerezza di Enrico Casarosa è un limite con si dovrebbe condannare del tutto.

La variabile dello script è la doppia natura del protagonista e del suo amico. I due hanno una forma marina quando sono in acqua e una umana quando sono in superficie. Il desiderio di assecondare quella più conforme alle loro inclinazioni e la costrizione di nasconderla all’esterno hanno toccato le corde della comunità LGBT. L’intenzione di farne un film-manifesto è coerente con la loro inevitabile immedesimazione. Tuttavia, la percezione di un corpo mutante è tipico di chi vive l’adolescenza e caratterizza spesso il disorientamento della crescita.

I due vanno a vivere in un paesino di pescatori che odiano le loro sembianze segrete. Allo stesso modo i genitori dell’eroe temono i terrestri e scappano alla loro presenza. Tuttavia, il problema dell’accettazione della diversità è la colonna portante dell’animazione da almeno due decenni. Invece, la figura del mediatore che riconcilia due mondi separati e ostili risale alla notte dei tempi. C’è una certa insistenza sul momento della gelosia: uno dei due compagni inseparabili trova delle affinità elettive con una ragazzina del posto. Tuttavia, anche questa è ordinaria amministrazione dei coming-to-age.

I protagonisti di Luca sono ancora innocenti e sarebbe sbagliato attribuirgli una malizia che non possiedono. L’attrazione del mutaforma per l’umana non è sentimentale ma nasce dalla condivisione di un analogo appetito di conoscenza. Il cameratesco progetto iniziale di scappare dalla comfort zone del mare per vedere il mondo su una Vespa evolve nel desiderio di comprenderlo attraverso i libriLe sue visioni sono sogni ad occhi aperti accompagnati da grandi classici della musica leggera e operistica italiana. Questa visione del paese intonata con la sua idealizzazione americana è ugualmente efficace.

Luca ha un’unica grande differenza con la sua letteratura di riferimento: ne condivide la nostalgia ma non accetta il suo senso di perdita. La scelta del repertorio di arie e di canzoni contribuisce a rafforzare un marcato senso di vitalità. Il pessimismo di fondo che tradizionalmente accompagna l’uscita dall’infanzia viene felicemente negato. Per tutti i personaggi, la consapevolezza di sé stessi è un nuovo inizio e la palingenesi è una liberazione. Una conclusione poco sfaccettata che si allinea con il loro approccio ingenuo ed entusiasta.

Il debutto di Enrico Casarosa non cambierà il mondo dell’animazione e non resterà scolpito nella memoria. Eppure, la sua abilità nel combinare degli elementi di provato affidamento è invidiabile. Luca è un film sincero e anche astuto, senza che le due intenzioni entrino in conflitto. La confezione è impeccabile, il ritmo è godibile e i momenti comici funzionano. La sua spensieratezza è quasi incongrua ma è quanto mai gradita e consolatoria. Forse, è il film che tutte le famiglie stavano aspettando da tanto tempo.

 

Titolo originale: id.
Regia: Enrico Casarosa
Voci: Jacob Tremblay (Alberto Vannini), Jack Dylan Grazer (Luca Tesei), Emma Berman (Sara Ciocca), Maya Rudolph (Ilaria Stagni), Saverio Raimondo, Sacha Baron Coen (Paolo Marchese), Jim Gaffigan (Luca Argentero)
Distribuzione: The Walt Disney Company Italia/Disney+
Durata: 95’
Origine: USA, 2021

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.8

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
3.97 (37 voti)
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