"L'uomo giusto", di Toni Trupia

L'uomo giusto

Giovanni e Irina sono due outsider, due anime che appunto vivono nella solitudine così come altri personaggi che appaiono nel film. Ognuno di loro è circondato da altre persone, immerso nella caotica periferia romana che, al tempo stesso, appare come un non-luogo che fagocita l'esistenza delle persone che vi vivono. Ecco che allora ognuno di loro diventa un'isola, una vita che sfiora le altre senza mai davvero incrociarle nell'indifferenza comune.

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L'uomo giustoUn incontro di solitudini, vite che si incrociano nella loro disperazione ai margini più dimenticati della città. Giovanni, l'uomo giusto del primo lungometraggio di Toni Trupia, è un settantenne, un ex-sarto in pensione che vive nella periferia romana di Tor Bella Monaca. Vedovo da anni, ha soltanto la figlia Grazia e il piccolo nipote finché un giorno non incontra Irina, una giovane immigrata russa. Quella che sembra una semplice amicizia, vista con sospetto soprattutto da Grazia, si trasforma per Giovanni in qualcos'altro, una riscoperta di un sentimento a lungo perduto che dà speranza all'anziano, facendolo tornare davvero a vivere. Ma il momento di felicità viene presto oscurato, coinvolgendo Giovanni in una tragica spirale.

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L'esordio registico di Trupia si confronta direttamente con alcuni dei problemi più pregnanti della nostra società al giorno d'oggi: l'anzianità e l'immigrazione, la marginalizzazione, se non addirittura l'ostracizzazione, e il pregiudizio della gente comune nei confronti di alcune categorie sociali. Giovanni e Irina sono due outsider, due anime che appunto vivono nella solitudine così come altri personaggi che appaiono nel film. Ognuno di loro è circondato da altre persone, immerso nella caotica periferia romana che, al tempo stesso, appare come un non-luogo che fagocita l'esistenza delle persone che vi vivono. Il grigiore dei grandi palazzi popolari sembra estendersi alla vita di chi vi abita e la desolazione delle strade abbandonate si fa correlativo oggettivo della vita interiore di questi personaggi. Ecco che allora ognuno di loro diventa un'isola, una vita che sfiora le altre senza mai davvero incrociarle nell'indifferenza comune. Una profonda solitudine che la macchina da presa coglie mettendo letteralmente in abyme i personaggi, mostrandoli indirettamente con uno sguardo che è al tempo stesso distaccato, ma vicino emozionalmente. Ed è proprio l'emozione, il sentimento che Trupia riesce a trasmettere al meglio, trattando con la delicatezza che merita l'innamoramento di Giovanni, il cui sguardo osserva quasi con un certo lirismo il sorriso di Irina, i suoi occhi, i suoi gesti così carichi di quella vitalità e gioia che da tempo mancava nella sua casa. Ma, al tempo stesso, si coglie con eguale efficacia emotiva la tragicità della seconda parte del film, lo spaesamento dell'anziano, un metaforico vagare senza meta, fino a una matta disperazione dietro cui si cela la passione, donando al film toni più cupi, quasi da noir contemporaneo. L'uomo giusto è allora la ricerca di un'altra esistenza solitaria, della donna (giusta?) che possa porre fine a un male di vivere sintomatico della contemporaneità nel tentativo di dare senso a questa vita terrena.


Titolo originale: Id.

Regia: Toni Trupia

Interpreti: Luigi Angelillo, Katarzyna Liwska, Paola Minaccioni, Tommaso Bianco, Fidelis Chiebuka Ikegwuonu, Alessandra Magrini, Michel Leroy

Origine: Italia, 2007

Distribuzione: Rai Cinema

Durata: 86'

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