"Maga Martina 2 – Viaggio in India", di Harald Sicheritz

Il film tenta di celare la mancata crescita del personaggio, giocando su quegli elementi che meglio possono catturare l'attenzione del pubblico più giovane: i colori sgargianti, il draghetto, con tanto di varicella viola, che inspiegabilmente parla napoletano di tanto in tanto; la “genia della lampada” Suki, più simile a una Winx che a un vero genio; e balletti e canzoni orientaleggianti, vero e proprio accumulo di stereotipi

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Maga Martina 2Martina, Lilli in originale, è una ragazzina apparentemente come tante: sogna ad occhi aperti invece di studiare e non sopporta il fratello più piccolo, che si diverte a farle degli scherzi e spifferare qualsiasi segreto alla mamma. In realtà, però, la bambina è una maga straordinaria, che nasconde il suo libro magico tra le tavole del pavimento e che ha come amico un draghetto verde, Ettore, appartenuto alla sua maestra, la maga Teodolinda, un'eccentrica vecchietta dagli abiti vistosi. Quando Martina riceve una richiesta d'aiuto direttamente da Mandolan, un piccolo regno dalle parti dell'India, la ragazzina non può fare a meno di partire – magicamente s'intende – con zaino in spalla, un paio di formule magiche e il suo aiutante chiacchierone. Ben presto, tuttavia, il Gran Visir e il mago di corte, che avevano inviato la richiesta d'aiuto, si rivelano degli usurpatori che hanno imprigionato il re legittimo, Nandi, ma che non possono diventare a loro volta re poiché il trono fatato rifiuta qualsiasi individuo che non sia il sovrano vero. Aiutata da Musa, il “tassista” più veloce del regno, Martina tenterà, tra mille peripezie, di liberare Nandi e impedire ai due furfanti di venire incoronati.

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Il secondo capitolo della saga per bambini tedesca punta tutto sull'elemento favolistico e fantastico. Il regno di Mandolan è un tripudio di colori che vanno dal giallo/arancione all'azzurro acceso, passando per il magenta, un luogo magico e affascinante, come qualsiasi cosa di vagamente esotico (turbanti, viaggi in groppa a un elefante, etc.) può esserlo per una bambina di dieci anni, o poco più. E come in ogni favola che si rispetti, la nostra eroina dovrà superare delle prove più o meno difficili in un percorso che la porta fino alla Città Proibita, un posto deserto e avvolto nel mistero, dove Nandi è stato imprigionato. Tuttavia, alla fine della storia, diversamente da quanto dovrebbe accadere in qualsiasi fiaba, che cela sempre un messaggio edificante o un insegnamento, non ci sembra che Martina sia “cresciuta” in alcun modo, ma, anzi, sono i suoi aiutanti a risolvere davvero la situazione mentre lei, che furba e intelligente lo era sin dall'inizio, rimane la stessa. Il film, allora, tenta di celare tale mancanza (e il tono abbastanza petulante dei ragazzini protagonisti), giocando su quegli elementi che meglio possono catturare l'attenzione del pubblico più giovane: i colori sgargianti, dicevamo, ma anche il draghetto, con tanto di varicella viola, che inspiegabilmente parla napoletano di tanto in tanto; la “genia della lampada” Suki, più simile a una Winx che a un vero genio; e balletti e canzoni orientaleggianti, vero e proprio accumulo di stereotipi. 

Titolo originale: Hexe Lilli: Die Reise nach Mandolan

Regia: Harald Sicheritz
Interpreti: Anja Kling, Pegah Ferydoni, Tanay Chheda, Michael Mendl, Lars Rudolph, Alina Freund, Jürgen Tarrach
Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures
Durata: 90'
Origine: Germania, Spagna, Austria 2011

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