"M'ama, non m'ama…", di Laetitia Colombani

Film “a orologeria”, congegnato sulla scorta della visione attenta ed appassionata della filmografia hitchcockiana (e langiana) da una giovane regista francese al primo lungometraggio, amante del thriller, ancora tanto accademica nello stile da preoccuparsi maniacalmente di sistemare le luci “giuste” quando vuole creare l'atmosfera “giusta”

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Con la dolce passione di cui la sua giovane età è capace, Angélique – un vero angelo – ha perso il controllo del suo cuore. Tutto a causa della storia d'amore con Löic – un uomo più grande di lei, sposato – che di cuore se ne intende: infatti fa il cardiologo. La frenesia d'amore, si sa, fa fare cose folli: ma Angelique è rinvigorita dalla certezza del sentimento del "suo" uomo.
Non solo love-story: un film "a orologeria", congegnato sulla scorta della visione attenta ed appassionata della filmografia hitchcockiana (e langhiana). Non c'è molto da stupirsi: la Colombani è una giovane regista francese proveniente dall'Ecole Lumière, amante del thriller, che al suo primo lungometraggio è ancora tanto accademica nello stile da preoccuparsi maniacalmente di sistemare le luci "giuste" quando vuole creare l'atmosfera "giusta", da misurare col bilancino il ritmo e la durata dell'azione, da caricare i personaggi di simboli per rendere più marcata la loro caratterizzazione; tutto allo scopo di amplificare l'effetto-sorpresa. Ma, soprattutto, non c'è da stupirsi degli esiti (inaspettati) della vicenda: perché è ormai quotidiano l'assillo che riceviamo da coloro che cercano di imporre, a tutti i costi, la loro visione della realtà. Quelli che, con i destini delle genti in mano, si presentano – sguardo fisso nell'obiettivo – davanti alle telecamere per imporre la loro idea di pace (che passa, guarda un po', per la guerra); o che, strumentalizzando stampa e tv dopo averne assunto il controllo, rendono noti all'opinione pubblica quali devono essere considerati i nuovi standard di concetti come la giustizia o la flessibilità, alternando schizofrenicamente espressioni corrucciate a risolini beffardi o a motti di spirito. E noi lì, a chiederci se stiamo forse impazzendo – perché non ci riconosciamo in quelle idee, in quelle parole, in quelle facce – oppure sono "loro" che vivono una situazione di follia.

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Titolo originale: A la folie…pas du tout
Regia: Laetitia Colombani
Sceneggiatura : Laetitia Colombani, Caroline Thivel
Fotografia: Pierre Aim
Montaggio: Veronique Parnet
Musica: Jerome Coullet
Scenografia: Jean-Marc Kerdelhue
Costumi: Jacqueline Bouchard
Interpreti: Audrey Tatou (Angelique), Samuel Le Bihan (Loic), Isabelle Carré (Rachel), Clement Sibony (David), Sophie Guillemin (Heloise), Eric Savin (Julien), Michele Garsy (Claire Belmont), Yannick Alnet (Jean Timbault)
Produzione: Charles Gassot per Cofimage 12/TF1 Films Productions/TPS Cinema/Telema
Distribuzione: Bim
Durata: 92'
Origine: Francia, 2002



 

 

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