Martha, di Rainer Werner Fassbinder

Aveva appena ventinove anni Rainer Werner Fassbinder quando, nel 1974, girò per la televisione tedesca questo incredibile film scritto nientemeno che dal grande romanziere giallo Cornell Woolrich. Meno di trent’anni e già, alle sue spalle, oltre venti film realizzati per il cinema e la tv, oltre una serie infinita di rappresentazioni teatrali. Se poi aggiungiamo a questo il suo lavoro di attore ecco che ne vien fuori una figura esplosiva di autore completo e potente, capace di “esplodere” a soli 37 anni, in un suicidio fatto forse di “troppa vita”…

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E il suo cinema ci appare sempre più come un qualcosa di terribile, che la Germania per prima ma tutti noi, comunque, cerchiamo di rimuovere. Perché Fassbinder ci parla nel nostro più profondo intimo, svelandoci la natura violenta e terribilmente “di classe” dei rapporti umani, non solo quelli “sociali”. Ecco allora le sue coppie implosive, sia eterosessuali che omosessuali, perché da questo punto di vista Fassbinder non vedeva differenze, troppo stretti e rinchiusi vedeva i rapporti in un universo concentrico e claustrofobico, dove la violenza psicologica e quella fisica erano un tutt’uno con l’unione che il rapporto celebrava. Martha è la celebrazione di quest’ambigua utopia di una liberazione dai rapporti “reificati” e dominati, con questa giovane donna bambina, vissuta sotto una campana di vetro che, alla morte del padre, si ritrova completamente soggiogata dal perfido Helmut, che la costringe a una vita sempre più oppressiva e priva di libertà. Ne viene fuori un rapporto perverso, fatto di amore mascherato di odio (e viceversa), di una violenza esplicita che è solo metafora di quello più sottile che gli umani sono soliti farsi tra di loro. Ma quello che più colpisce è la modernità dello sguardo di Fassbinder, e i suoi quadri scenici, di influenza certamente teatrale ma cinematografici nell’essenza, ci restituiscono un cinema (fatto poi per la tv) capace di raccontare il mondo con un inquadratura, e la violenza attraverso un gesto o una parola. Un piccolo capolavoro!

 

Titolo originale: Die Sehnsucht der Veronika Voss

 

 

Anno: 1982

 

 

Durata: 100′

Interpreti: R. Zech, H. Thate

 

 

Regia: R.W. Fassbinder

 

 

Note: Orso d’Oro al Festival di Berlino 1982

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