Marty Supreme: le prime reazioni dopo la proiezione a sorpresa

Josh Safdie presenta al New York Film Festival il suo nuovo film con protagonista Timothée Chalamet, che ha conquistato il pubblico con la sua performance

7 Ottobre 2025 di Diana Donadon

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Lunedì sera al New York Film Festival è stato proiettato a sorpresa Marty Supreme, l’ultimo film di Josh Safdie con Timothée Chalamet nel ruolo da protagonista. L’evento, completamente inatteso, ha generato grande scalpore non solo nel pubblico presente in sala, ma anche sui social media, aumentando ulteriormente la curiosità per il film, che uscirà nelle sale il 25 dicembre.

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Marty Supreme è ispirato sulla storia del famoso giocatore di tennis tavolo americano Marty Reisman. Timothée Chalamet ritorna dopo A Complete Unknown e mostra di essere nuovamente capace di interpretare ruoli complessi, in questo caso in bilico tra ambizione e autodistruzione. Variety definisce la sua interpretazione come “la migliore della sua carriera, capace di trasformare l’energia nervosa in un caos magnetico. Domina la scena con fascino maniacale e umanità disarmante”. Matt Neglia sottolinea la dedizione dell’attore nell’entrare nel personaggio: “Parla a raffica, con una fiducia iperattiva: si getta completamente nel ruolo. Non puoi distogliere lo sguardo.”

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Questa interpretazione conferma la maturità artistica di Chalamet, capace di fondere il nervosismo, la genialità e la fragilità del protagonista. Diversi critici hanno evidenziato come “sembra sia nato per interpretare questo personaggio, con una straordinaria Odessa A’Zion a guidare un cast di supporto eccellente. È semplicemente wow.”

Accanto a Chalamet compaiano Gwyneth Paltrow e Odessa A’zion, sotto la direzione di Josh Safdie, che torna dopo Uncut Gems e si presenta per la prima volta in un progetto in solitaria, senza il fratello Benny, attualmente impegnato con l’altrettanto acclamato The Smashing Machine. Molti sottolineano come Safdie sia riuscito a unire il poetico con il caos, mostrando un’evoluzione autoriale e stilistica più raffinata rispetto ai suoi precedenti film.

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Il regista trasporta il pubblico nella New York degli anni ’50, mettendo al centro un prodigio del ping-pong capace di affascinare e inquietare allo stesso tempo. Ha saputo unire la fame di successo alla vulnerabilità umana: The Hollywood Reporter descrive il film come “il lavoro più personale e disciplinato di Safdie finora: un’odissea frenetica ma profondamente umana sull’ossessione e l’identità.”

Questo film rappresenta anche il progetto più grande e ambizioso della casa di produzione A24. Con un budget di 70 milioni di dollari, Safdie ha realizzato una pellicola che assomiglia più a un “tour-de-force cinematografico”, un’esperienza carica di adrenalina che rende particolarmente scorrevoli le due ore e mezza di durata.

Le prime reazioni sono chiare: Marty Supreme è uno dei titoli più discussi di quest’anno e potrebbe far guadagnare a Timothée Chalamet una nomination agli Oscar 2026. Si tratta di molto più di un film sportivo, come afferma Variety: “È una corsa frenetica, visivamente ipnotica e umanamente travolgente”.