Mauro c’ha da fare, di Alessandro Di Robilant

Commedia surreale sulla disoccupazione giovanile che descrive la vita di un bamboccione nella sua lotta quotidiana contro il sistema

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Mauro è un trentenne molto impegnato. A mangiare piselli, portare a spasso il cane, suonare il sassofono, sgridare la colf che non pulisce bene, fare a gara di peti con il padre e litigare con la madre. Con due lauree e senza lavoro, vive con i genitori cui rimprovera, tra l’altro, il fatto di essere stato lasciato dalla sua ragazza. Ma il destino, si sa, è imprevedibile…
C’è un’ironia per certi versi nichettiana nell’ultimo film di Alessandro Di Robilant che viaggia sui binari sconnessi della commedia, incerto sulla direzione da prendere. Dopo aver affrontato il dramma della malavita in Marpiccolo, sullo sfondo dell’Ilva di Taranto, il regista sceglie un altro tema di forte attualità quale la disoccupazione giovanile descrivendo in chiave tragicomica la vita di un bamboccione attraverso vari momenti della giornata che scorrono ripetitivamente, e ossessivamente, a marcare il suo atteggiamento psicotico e alienato. Il motore narrativo si regge quindi su una serie di sketch che, pur essendo assurdi e divertenti (complice le musiche di Fabio Abate), avrebbero funzionato meglio se si fosse trattato di un corto o di un mediometraggio: la struttura risulta infatti frammentata, a discapito anche di una denuncia sociale che, nel procedere della storia, perde di intensità.

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L’attenzione si focalizza sul protagonista, uno spassoso Carlo Ferreri (attore ragusano dalla formazione teatrale), che domina la scena con la sua carica emotiva e irrazionale, a volte irritante, capace di compiere atti estremi per perseguire il proprio ideale di onestà. Nonostante tenti di opporsi allo stato delle cose, la sua battaglia sembra persa già in partenza: come un antieroe moderno, Mauro è considerato un folle; tutti dubitano della sua sanità mentale preferendo vivere in una normalità soffocante (l’ex fidanzata con il nuovo compagno) o cercando di trascinarlo nel sistema (il padre che gli trova qualsiasi tipo di lavoro). Nel finale da romanzo d’appendice, troppo buonista ma in linea con il tono surreale del film, avrà la sua occasione di riscatto.

Girato con pochi mezzi e con un cast siciliano (Evelyn Famà, Andrea Borrelli, Cettina Bonaffini, Massimo Leggio), Mauro c’ha da fare diventa allora la bandiera di un disagio diffuso, di chi non vorrebbe rinunciare al tricolore ed è costretto a scendere a compromessi, in fondo, non tanto amari.

Regia: Alessandro Di Robilant
Interpreti: Carlo Ferreri, Evelyn Famà, Andrea Borrelli, Cettina Bonaffini, Massimo Leggio
Distribuzione: 095mm
Durata: 88’
Origine: Italia, 2015

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