"Melissa P.", di Luca Guadagnino
Quer pasticciaccio brutto del romanzo-scandalo-bolla-di-sapone "100 colpi di spazzola prima di andare a dormire"… La m.d.p. di Guadagnino panoramica, esegue continui zoom ma in campo non ci sono emozioni da registrare, solo confusi balbettii su sesso, amore e scontri generazionali.
Per chi avesse la memoria corta "100 colpi di spazzola prima di andare a dormire" uscì nelle librerie italiane nel 2003 ed esplose in quelle di mezzo mondo grazie alla (finta) dirompenza delle confessioni erotiche della sedicenne siciliana Melissa Panarello, secondo un processo mediatico (è lei la vera autrice del libro?, sono proprio autobiografiche le esperienze descritte su carta?) che potrebbe trovare un corrispettivo filmico, in qualche modo, nella geniale campagna pubblicitaria partita dal web per The Blair Witch Project, esemplificazione di comunicazione "alta" di un prodotto "basso" dove il "come è stato fatto è di gran lunga più importante del cosa ne è uscito fuori" come ha sintetizzato, acutamente, Paolo Cherchi Usai. Attorno a Melissa (Maria Valverde) ruotano il padre assente che lavora su una piattaforma in mezzo all'oceano, la madre (una Fabrizia Sacchi di efficace antipatia e lagnosità) più assente del marito nel suo essere superficialmente vicina alla figlia, una nonna rivoluzionaria e "figlia dei fiori" (una Geraldine Chaplin fin troppo sopra le righe) amatissima da Melissa ma troppo ingombrante per la nuora che la sbatte in ospizio, l'amica del cuore cicciotta ed emarginata e, naturalmente, una girandola di amorazzi come il compagno di scuola Daniele, ricco e con la villa sempre a disposizione per festini equivoci, che l'inizia brutalmente al sesso tramite una fellatio che scandalizza ormai solo i pochi benpensanti sopravvissuti nel terzo millennio. Si sa, infatti, quanto sia bassa "l'età della prima volta" nelle nuove generazioni. Fatto sta che questo impatto conduce Melissa ad affrontare di petto la vita all'insegna del "voglio essere cattiva con il mondo come il mondo lo è stato con me" e Guadagnino a visualizzarne banalmente la ribellione ovattandola dal mondo mediante cuffie ad alto volume musicale o facendole recidere violentemente amicizie e infatuazioni, eseguendo inutili e continue panoramiche e zoom, ma in campo non ci sono emozioni da registrare, solo confusi balbettii su sesso, amore e scontri generazionali.
Senza dimenticare, poi, lo spreco di vedere talenti del nostro cinema come Elio Germano e Claudio Santamaria (quest'ultimo solo in una breve apparizione) prodursi in prestazioni "alimentari". Così pure nulla può anche il montaggio di Walter Fasano, tecnico di punta del cinema italiano contemporaneo (Il cartaio di Argento, Santa Maradona e A/R andata + ritorno di Ponti, Passato prossimo di Maria Sole Tognazzi). Che Melissa P. sia in testa agli incassi del botteghino ribadisce la talvolta discutibile capacità di scelta del pubblico italiano o, se non altro, la sua influenzabilità mediatica oltre i livelli di guardia. Non dovrebbe, insomma, essere così facile, scontato il passaggio da bestseller a blockbuster perché non bastano neanche 100 colpi ben assestati per tenere in piedi questo traballante carrozzone senz'anima vietato, più che ai minori di 14 anni, agli amanti del cinema. Quello vero.
Titolo originale: id
Regia: Luca Guadagnino
Interpreti: Maria Valverde, Letizia Ciampa, Geraldine Chaplin, Fabrizia Sacchi, Elio Germano, Primo Reggian
Distribuzione: Sony Pictures Italia
Durata:
Origine: Italia, 2005