Memory of Water, di Saara Saarela

Una persona può salvare il mondo dalla siccità? In anteprima italiana al Trieste Science + Fiction Festival, Memory of Water conferma l’ottimo stato di salute del nuovo cinema finlandese

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Una protagonista che osa e difende ciò che ritiene giusto. Una storia di crescita, coraggio, sul potere dell’amicizia e, soprattutto, sulla speranza eterna in un mondo distrutto. Dramma distopico finlandese, Memory of Water (il titolo originale è Veden vartija) è diretto dalla regista e docente universitaria finlandese Saara Saarela. .

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Presentato ad ottobre come anteprima internazionale all’Hof International Film Festival in Germania, è stato proiettato in Anteprima italiana, al Politeama Rossetti, all’interno dell’Asteroide + Méliès Competition, alla 22esima edizione del Trieste Science + Fiction Festival. Un prodotto ibrido che mescola elementi di fantascienza con forme più tradizionali di narrazione e che potrebbe rappresentare un nuovo punto di partenza per la tradizione del cinema di fantascienza finlandese. Ambientato nel futuro e in un mondo sconvolto dal riscaldamento globale, l’acqua potabile è severamente razionata e il regime militare al potere controlla strettamente le scarse risorse idriche.

Dopo la morte del padre, Noria Kaitio (Saga Sarkola), la nuova maestra del tè di un villaggio a corto d’acqua, scopre il segreto gelosamente custodito della sua famiglia: una fonte di acqua potabile pulita è stata preservata nella natura selvaggia. Quando Noria scopre che l’acqua potrebbe essere trovata anche nelle Terre Perdute contaminate, deve decidere cosa fare con le informazioni pericolose per la vita. Con l’aiuto della sua migliore amica Sanja (Mimosa Willamo) e del risolutore d’acqua Taro (Lauri Tilkanen), è determinata a trovare una via d’uscita dalla carenza d’acqua, ma può fidarsi di loro? Il regime militare tratterrà più acqua dal popolo? Una persona può salvare il mondo dalla siccità?

Girato tra Finlandia/Germania/Norvegia e soprattutto Estonia (nelle prigioni di Rummu e Tallinn), il film ci fa riflettere su come agire quando dobbiamo prendere decisioni per il bene del pianeta, se sfruttare al meglio le risorse naturali o proteggerle. Per delineare il mondo del film, bisognava affrontare, tra le altre cose, questioni energetiche, modalità di trasporto e questioni di economia circolare.Tratto dal bestseller e romanzo d’esordio omonimo (vincitore del Teos Fantasy and Fantascienza Literary Contest nel 2011 e del Kalevi Jäntti Literary Prize per giovani autori) della scrittrice finlandese Emmi Itäranta, che insieme a Ilja Rautsi ricoprono il ruolo di sceneggiatrice, pubblicato nel 2012.

All’epoca, i media, come Helsingin Sanomat e l’Economist, riportavano molte notizie su come l’acqua sarebbe diventata il “nuovo petrolio” e una valuta preziosa. Il libro di Itäranta metteva in dubbio questo fatto e faceva riferimenti diretti alla scarsità d’acqua in tutto il mondo. Attraverso di essa la questione globale dell’acqua e il cambiamento climatico si sono concretizzati e il film ha iniziato a prendere forma nella mente della regista. Questo lungometraggio rappresenta sia un nuovo genere di fantascienza, sia il risultato di un processo lungo quasi dieci anni. Un mix di generi rende il film una produzione unica in Finlandia. Con un budget di circa quattro milioni di euro, è il secondo film più costoso diretto da una donna in Finlandia, dopo Hatching – La forma del male di Hanna Bergholm (presentato in anteprima mondiale al Sundance Film Festival di Utah).

L’industria cinematografica finlandese è fiorente e attrae nuovo pubblico in patria e all’estero. Negli ultimi anni, i film finlandesi hanno raccolto cenni e gong in alcuni dei festival cinematografici più apprezzati in tutto il mondo. Non è sempre stato così: attualmente il passaggio generazionale in corso nell’industria cinematografica finlandese sta annunciando un cambiamento culturale.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5
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Il voto dei lettori
2 (5 voti)
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