Meta dice addio ai programmi di fact-checking

“Ho iniziato a creare social media per dare alle persone una voce e continuo a credere in questo oggi.” Così Mark Zuckerberg annuncia i cambiamenti sulle sue piattaforme social

-----------------------------------------------------------------
Corso online DISTRIBUZIONE CINEMATOGRAFICA, dal 16 gennaio

-----------------------------------------------------------------
-----------------------------------------------------------------
Corso online ASSISTENTE AL MONTAGGIO, dal 6 febbraio (NOVITA’!)

-----------------------------------------------------------------

Con un messaggio video sui suoi social, Mark Zuckerberg ha annunciato la sua priorità rispetto alla libertà di parola dopo il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca e che – a partire dagli Stati Uniti – Meta (Facebook, Instagram, WhatsApp e Threads) eliminerà il suo programma di fact-checking per essere sostituito da note della community.

Un meccanismo molto simile a quello utilizzato su X (ex Twitter), la piattaforma social di Elon Musk, che si affida ad altri utenti per aggiungere note, avvisi e contestualizzazioni ai post condivisi.

Il fact-checking riguarda, appunto, la verifica dei fatti. In riferimento ai siti web, si concentra sul controllo delle informazioni pubblicate per garantire che siano accurate, veritiere e affidabili. L’obiettivo è duplice: da un lato, garantire che il lettore riceva informazioni corrette e affidabili; dall’altro, prevenire la diffusione di fake news e disinformazione.

Zuckerberg ha posizionato questa decisione sui fact-checker in un quadro più ampio legato all’importanza della libertà di espressione, concetto che aveva sostenuto in un discorso alla Georgetown University nell’ottobre del 2019. “È tempo di tornare alle nostre radici intorno alla libertà di espressione su Facebook e Instagram. Ho iniziato a creare social media per dare alle persone una voce e continuo a credere in questo oggi.”

Nelle sue dichiarazioni, il fondatore di Facebook descrive in cinque punti le modifiche di questo nuovo anno. Tra queste, anche la scelta di trasferire i team di moderazione dei contenuti dell’azienda tecnologica dalla California al Texas “dove c’è meno preoccupazione per la parzialità dei nostri team”. Aggiungendo che i fact-checker di Meta hanno distrutto più fiducia di quanta ne abbiano creata a causa della loro imparzialità politica.

La notizia arriva pochi giorni dopo l’annuncio di dimissioni dell’ex vice primo ministro del Regno Unito Nick Clegg da Presidente degli affari globali di Meta, sostituito dal repubblicano Joel Kaplan. E dopo le contestazioni del Partito Repubblicano e di Elon Musk nei confronti dei programmi di fact-checking, considerati una forma di censura.
“Le recenti elezioni presidenziali costituiscono un punto di svolta culturale, in cui si torna a dare la priorità alla libertà di parola”, ha dichiarato Zuckerberg. In effetti, a novembre aveva partecipato a una cena nella residenza di Trump a Mar-a-Lago in Florida e, di recente, l’amministratore delegato di Meta ha cercato di riavvicinarsi al presidente eletto donando un milione di dollari al fondo che finanzia la cerimonia di insediamento del 20 gennaio.

“Meta collaborerà con l’amministrazione Trump per contrastare i governi di tutto il mondo che se la prendono con le aziende americane e premono per censurarle di più”. Kaplan e Zuckerberg sembrano raffigurare Donald Trump come un paladino della libertà, dimenticando però i numerosi attacchi del presidente ai media tradizionali, ai giornalisti e allo stesso capo di Meta. Proprio lo scorso autunno, infatti, Trump aveva minacciato di mandare Zuckerberg in prigione per aver indirizzato gli utenti delle sue piattaforme social contro di lui durante le elezioni del 2020.

Per concludere, non mancano gli attacchi all’Europa, ai paesi dell’America Latina e alla Cina. “L’Europa ha un gran numero di leggi che istituzionalizzano la censura rendendo difficile costruire qualsiasi cosa di innovativo. I paesi dell’America Latina hanno corti segrete che ordinano alle compagnie di far sparire cose. La Cina ha censurato le nostre app su tutto il territorio.”

--------------------------------------------------------------
Sentieriselvaggi21st n.19: cartacea o digitale


--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    ----------------------------
    Sostenete Sentieri selvaggi!


    ----------------------------