“Mi hai insegnato il coraggio e la magia dell’arte”: Laura Dern e l’addio a David Lynch

L’attrice ricorda il regista scomparso in una toccante lettera pubblicata sul Los Angeles Times, condividendo momenti speciali e l’impatto che ha avuto sulla sua vita e carriera

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David Lynch, scomparso pochi giorni fa all’età di 78 anni, ha lasciato un grande vuoto nel mondo del cinema. Il giorno in cui avrebbe compiuto 79 anni è stato segnato da una miriade di tributi: proiezioni speciali, maratone dei suoi film e le parole di chi gli è stato vicino, non solo come artista, ma come amico. Tra queste voci si distingue quella di Laura Dern, attrice premio Oscar e sua musa di lunga data, che ha voluto ricordarlo con una commovente lettera d’addio, condividendo ricordi intimi e profondi momenti di connessione.

Laura Dern e David Lynch si incontrarono per la prima volta nel 1985, quando l’attrice diciassettenne si presentò al provino per Velluto Blu (1986), il film che l’avrebbe consacrata al grande pubblico nel ruolo di Sandy Williams. Da allora, i due hanno lavorato insieme in più occasioni, dando vita a una collaborazione che ha attraversato decenni e si è consolidata in un rapporto di stima e amicizia reciproca. “Quando ti ho conosciuto – scrive Dern – eri la persona più unica e luminosa che avessi mai visto. Mi hai accolto come una figlia, e mi hai permesso di crescere davanti alla tua telecamera, sotto la tua guida, come se fosse il nostro segreto.”

Un viaggio artistico indimenticabile

Nel corso della loro collaborazione, David Lynch e Laura Dern hanno dato vita a personaggi iconici, da Cuore Selvaggio (1990), in cui l’attrice interpretava Lula Pace Fortune al fianco di Nicolas Cage, fino all’enigmatica Diane Evans nel revival di Twin Peaks del 2017. Dern ricorda con affetto i momenti trascorsi insieme sul set, come quando durante le riprese di Velluto Blu, Lynch faceva ascoltare Shostakovich per creare l’atmosfera giusta, o quando nel deserto del Texas esplosero al ritmo di Powermad e Richard Strauss in Cuore Selvaggio.

“David mi ha insegnato il coraggio – scrive Laura Dern – mi ha spinto verso la paura e il sacro, e mi ha mostrato la bellezza persino nella tragedia.” Poi continua rivolgendosi direttamente al regista: “Lavorare con te era come entrare in un mondo dove la magia era reale, dove non ci erano preclusi sogni impossibili. Hai preso la mia mente e il mio cuore, e li hai modellati con la tua visione così potente”.

La sua lettera è un mosaico di frammenti e ricordi personali, dai pranzi a base di panini al tacchino fino alle discussioni su Il mago di Oz e sulla meditazione trascendentale, una pratica che Lynch le aveva trasmesso con passione. “Le tue parole erano piene di saggezza – scrive l’attrice – come quando mi dicevi che il mondo intero è magia. Tu mi hai mostrato come trovarla in ogni piccolo angolo, anche nei luoghi più oscuri”.

Laura Dern racconta un Lynch sempre pronto a reinventarsi e ad accogliere l’inaspettato come parte del processo creativo. “Se qualcosa andava storto, diceva sempre ‘ancora meglio’” ricorda l’attrice, sottolineando il suo approccio positivo alla vita e all’arte.

Nel suo toccante addio, Dern esprime gratitudine per aver avuto la possibilità di condividere con Lynch un pezzo di vita e di sogno: “Mi hai insegnato che l’arte non è solo creazione, ma un atto di coraggio. Mi hai mostrato che il potere dell’immaginazione non ha limiti – e conclude – hai trasformato per sempre l’arte, e il tuo amore per essa era puro istinto e coscienza creativa. Ti amerò per il resto della mia vita”


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