"Mi interessano solo le persone e la loro sopravvivenza". Paddy Considine su Tyrannosaur



Tyrannosaur, un film "sulla grazia e sulla redenzione che nascono dal più improbabile dei luoghi”, influenzato dal cinema di Ken Loach e Alan Clarke, ha vinto due premi al Sundance Film Festival 2011 (miglior regia e premio speciale per i due attori protagonisti, Peter Mullan e Olivia Colman).
Tutto nasce dal cortometraggio Dog Altogether (2007) sempre con Mullan e Colman, con cui Considine vince un BAFTA e il Leone d'Argento alla 64ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
L'attore (lo abbiamo visto in The Bourne Ultimatum, In America, Cinderella Man, My Summer Of Love, Submarine, e soprattutto nei film di Shane Meadows, da A Room for Romeo Brass e Le Donk & Scor-zay-zee a e Dead Man's Shoes, di cui è anche sceneggiatrore) frontman della band Riding The Low e ora anche filmaker, ha deciso di sviluppare le idee del cortometraggio per scrivere la storia di un rapporto imprevisto.
I protagonisti: Joseph, un uomo rabbioso, autodistruttivo, afflitto da improvvisi scoppi di violenza, incapace di accettare la morte della moglie, personaggio che il regista ha creato ispirandosi alla figura di suo padre e interpretato dal bravissimo Peter Mullan (My Name is Joe, Neds, Session 9, Trainspotting, Miss Julie, Boy A, I figli degli uomini, lo vedremo in War Horse); Hannah, donna di fede imprigionata in un matrimonio difficile, un ruolo affidato a Olivia Colman, attrice che ha lavorato soprattutto per la tv inglese. Il marito di Hannah, un uomo possessivo, violento e autoritario, è interpretato da un altro grande attore britannico, Eddie Marsan (The New World,Miami Vice, Vera Drake, Happy Go-Lucky, Me and Orson Welles, 21 grammi, Gangs Of New York, London Boulevard, lo vedremo in I Anna, War Horse e nel nuovo Sherlock Holmes).
Come attore, Considine aveva già lavorato con la Colman in Hot Fuzz e con Mullan e Marsan in Red Riding: In the Year of Our Lord 1980.
In Tyrannosaur Joseph, disoccupato e con problemi di alcolismo, all'inizio si fa beffe della carità cristiana e della presunta vita pacificata e rispettabile della donna, poi scopre che la sua vita è tutt'altro che placida. Più che un angelo, la donna è una vittima, e Joseph si trova a diventare il suo improbabile salvatore. Entrambi arriveranno a comprendere il dolore delle reciproche vite in una storia d'amore non convenzionale.
Il film è ambientato a Leeds, Nord Inghilterra, girato con un budget di poco più di un milione di dollari, e si iscrive in una tradizione dei film britannici drammatici che non rinunciano all'ironia, centrati sulla vita di gente comune, protagonista suo malgrado di momenti di eroismo.
Considine cita tra le sue influenze come regista le più disparate: “Shane Meadows è come un fratello per me, da quando avevamo 17 anni, ma come regista, per essere davvero onesti, mi ha influenzato poco.” Invece “ Amo Rocky. Continuo a pensare che sia uno dei più bei film mai realizzati. Guardo Tyrannosaur e posso vedere i piccoli tratti ispirati da Rocky.
Amo Qualcuno volò sul nido del cuculo, Nil by Mouth [splendido e durissimo film diretto da Gary Oldman e vergognosamente inedito in Italia] e quando ho iniziato, il mio mentore è stato Pawel Pawlikowski.
Voglio solo fare film sulle persone. Mi interessano le persone e la loro sopravvivenza, gente che vive una vita dura e deve credere a una possibilità di speranza. Potrebbe suonare un po' kitsch, ma mi interessa davvero solo lo spirito umano."
Sulla sua nuova esperienza di direttore di regia, Considine si racconta così: “Penso che uno dei motivi per cui Shane Meadows e Jim Sheridan ottengono grandi prestazioni da parte degli attori, è perchè sanno come ottenere il meglio dalle persone: alcuni registi che si considerano grandi visionari possono essere molto soffocanti. Io stesso spesso ho lasciato libertà ai miei attori: non c'è bisogno di attenersi a regole rigide. Con i dialoghi, per esempio: li scrivi in un modo, ma spesso non si parla in quel modo nella vita reale. Certo, ci sono dei film in cui il linguaggio, per quanto stilizzato, è il film stesso, come Pulp Fiction. Ma quando si racconta il dramma delle persone bisogna tenersi alla larga da ogni artificio”.
Un aspetto particolarmente interessante è la visione libera e creativa che Considine si è fatto del mestiere: “Sono andato in una scuola, l'altro giorno, e quando l'insegnante ha saputo che avevo abbandonato l'università, mi ha pregato di non dirlo ai ragazzini. D'accordo, l'istruzione è preziosa e importante, ma al tempo stesso, non penso che nessuno debba sentirsi vincolato esteticamente su come fare un film, calcolarne il ritmo, studiarne la semiotica, e tutta quella roba.
Posso solo e sempre rispondere emotivamente a quello che succede intorno a me. Qualunque cosa faccia – ascoltare musica, scrivere, girare un film – torno sempre a quel nucleo emotivo, la mia reazione alle cose. Quando ero al college non avevo la migliore delle attrezzature, ma ne sono uscito bene, perchè avevo trovato la mia voce”.
Tra i suoi prossimi progetti, Considine ha in cantiere due script: The Journeyman e The Learning. Quest'ultimo viene descritto come una storia di fantasmi, declinata sempre in chiave esistenziale.