Mi piacerebbe lavorare con Bertolucci. Richard Gere racconta Franny

L’attore ha presentato oggi a Roma il film diretto da Andrew Renzi in cui è protagonista ed esprime la sua sul modo di fare cinema e sulla possibilità di lavorare in Italia.

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Alla Casa del Cinema di Roma si è tenuto l’incontro di presentazione di Franny, il film di Andrew Renzi con protagonista Richard Gere.

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La stella di Hollywood ha risposto in modo puntuale e attento alle domande dei giornalisti, non perdendo occasione anche di giocare e scherzare con loro. Ha confessato che ogni volta che si appresta a recitare in un film non si chiede se il personaggio sia difficile o meno da interpretare, ognuno ha le sue caratteristiche. Ovviamente, molto dipende anche dalla sceneggiatura, la quale nel corso di lavorazione di ogni film può subire numerosi cambiamenti.

“Il regista ha lavorato già a cortometraggi ma Franny è il suo primo lungometraggio. Quindi, ha potuto contare anche sul mio aiuto, visto che ho qualche film in più sulle spalle – scherza – e su un ottimo team” ha detto l’attore.

La storia di Franny è volutamente ambigua, misteriosa.Lla sceneggiatura è stata realizzata in modo che sul personaggio non si potessero mettere delle etichette. Non si capisce fino in fondo chi è e nemmeno il suo orientamento sessuale. Tuttto viene sublimato anche dal black humor che ibrida l’intera pellicola.

Gere ha detto di non escludere che un giorno possa lavorare in Italia. “Perchè no?” dice proprio nella nostra lingua e ammette che il motivo per cui ancora non lo ha fatto è che non ci sono stati gli incastri giusti ma che gli piacerebbe lavorare con Bernardo Bertolucci.

C’è stata occasione di parlare anche delle sue scelte, del suo lavoro e di come oggi il mondo del cinema stia cambiando. Portare sullo schermo storie come quelle di Franny risulta sempre più difficile e per questo spesso ci si affida a un cinema low budget o indipendente e, senza falso pudore, l’attore ha ammesso di aver potuto partecipare a questo tipo di film proprio alla luce della sua lunga carriera che lui vede solo dentro uno schermo cinematografico.

Infatti, a chi chiede cosa ne pensi della televisione risponde di sapere che tv come HBO, Amazon e Netflix realizzino spesso dei veri e propri capolavori ma lui ha iniziato a lavorare nel cinema negli anni ’70 e, per il momento, sente ancora la fascinazione della sala buia, il rito del cinema, il fatto di vedere un film circondato da sconosciuti.

La pellicola uscirà in 150 copie il 23 dicembre.

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