Adam Sandler vince una sfida quasi impossibile: quella di forzare le rigide regole del romance alle sue necessità comiche e alla sua personalità. Il tira e molla del suo personaggio con quello di Jennifer Aniston è anche una lotta tra i due attori sulle rispettive sfere di competenza. L'attore gioca la partita in casa e si affida alla regia del fedelissimo Dennis Dugan: in Mia moglie per finta, il suo carattere infantile dà il meglio quando si appoggia alla complicità dei suoi comprimari bambini
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In
Mia moglie per finta c'è un conflitto che non riguarda il classico
tira e molla della commedia sentimentale. Nel film di Dennis Dugan, il contrasto non si svolge nel campo della prevedibile attrazione/repulsione tra Adam Sandler e Jennifer Aniston, ma nella competizione con cui i due attori si impegnano a trascinare l'altro nella propria sfera di competenza. La scintilla di ogni
romance diventa anche una lotta tra l'eccezione e la regola:
chi cambierà chi? E' difficile pensare che Adam Sandler si pieghi ad una metamorfosi da precoce pensionamento, come è capitato ad altri colleghi della sua generazione comica; è impossibile credere che Jennifer Aniston rinunci a fare quello che ha fatto in
Io & Marley con Owen Wilson, in
He's Just Not That Into You con Ben Affleck e ne
Il cacciatore di ex con Gerard Butler, in cui riusciva a riportare i tre divi all'ordine del matrimonio. Il dubbio su chi prevarrà vanisce presto: sin dal primo momento, l'attore di Brooklyn cerca di forzare la star più navigata dentro ai suoi schemi, nell'intenzione di sfuggire alle ferree regole di un genere che gli sta evidentemente stretto. In questo senso, la scelta di farsi dirigere da un fedelissimo come Dennis Dugan è emblematica di come abbia deciso di giocare la sua partita in casa. Adam Sandler usa le armi che conosce meglio per rinnovare uno spartito affidabile ma scontato come quello di
Mia moglie per finta: quelle di una continua deviazione dal tradizionale percorso dell'avvicinamento di due opposti, che prevede uno smussamento reciproco dei caratteri iniziali. Il personaggio maschile non cambia affatto, ma si ritrova
involontariamente a capire che le sue qualità si adattano meglio al focolare domestico. Sembra che l'attore abbia indovinato l'approccio giusto: in una commedia che dovrebbe giocarsi sugli equivoci, le sue uscite improvvise, volgari e
politically uncorrect sembrano stupire i comprimari molto più delle tipiche gag da
pochade, che vengono presto annullate.
Mia moglie per finta è un film in cui tutti mentono, ma in cui tutti sono consapevoli del gioco delle loro bugie, di come la loro deriva potenzialmente infinita sia necessaria al funzionamento del film: al punto che il solito
turning point drammatico della loro rivelazione viene coraggiosamente negato. Anzi, diventa una profonda beffa nei confronti dell'impostata bellezza di Brooklyn Decker, che legge con devozione
Seventeen ed incarna tutti quei valori abitualmente premiati ed esaltati dal
romance. Come spesso gli è accaduto nella sua carriera, Adam Sandler si trova molto più a suo agio con i bambini che con gli adulti, gli unici in grado di condividere e di assecondare con complicità la sua apparente superficialità di irresistibile bugiardo: senza citare un titolo esemplare come
Racconti incantati, si potrebbe ricordare uno dei suoi primi film come
Big Daddy, oppure la sintonia trovata con i figli di Kevin James in
Vi dichiaro marito e marito. In questo contesto, l'attore può permettersi di lasciare libera la propria capacità di spingersi sul terreno di un umorismo più immediato, lontano dalla costruzione del dialogo brillante e dalle pretese di maturità. Con pazienza professionale, l'interpretazione di Jennifer Aniston rinuncia alla sfida con una personalità così incontenibile, si appoggia al suo debordante egoismo e il suo personaggio si adegua progressivamente al suo invincibile infantilismo. Sono delle caratteristiche rappresentative di Adam Sandler: così distintive da diventare persino il centro tematico di un film fortemente autobiografico come
Funny People dell'amico/mentore Judd Apatow, una pietra miliare del suo rifiuto – spesso anche inevitabile e doloroso – di una conquistata responsabilità .
Mia moglie per finta è pur sempre costretto a raggiungere un compromesso hollywoodianamente accettabile, molto più di quanto avvenisse nel precedente
Grown Ups: è comunque un fatto che Adam Sandler sia riuscito nell'impresa impossibile di far sterzare anche il
romance alle sue necessità. Nel tourbillon di apparizioni e di omaggi, l'attore da un'altra possibilità allo
stand-up comedian Nick Swardson, offre un trampolino di lancio alla modella Brooklyn Decker (definita da
Esquire come la donna più sexy del pianeta) e gioca in modo quasi blasfemo con una leggenda del rock come Dave Matthews, visibilmente divertito.
Titolo originale: Just Go with It
Regia: Dennis Dugan
Interpreti: Adam Sandler, Jennifer Aniston, Brooklyn Decker, Nicole Kidman, Dave Matthews
Distribuzione: Columbia Pictures
Durata: 117'
Origine: USA, 2011
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