Michael B. Jordan: quando il corpo diviene atto politico
Da Sollima a I peccatori passando dall’esordio dietro la mdp in Creed 3, chi è l’attore che ha fatto della sua affermazione identitaria il punto di forza della collaborazione con Ryan Coogler

Se pensiamo a un attore che ha trasformato il proprio vissuto, le proprie radici e l’identità culturale in un trampolino di lancio per il successo, Michael B. Jordan è senza dubbio uno dei nomi più emblematici. Attivista e sostenitore del movimento Black Lives Matter, negli ultimi dieci anni è diventato uno dei volti più rappresentativi della nuova Hollywood, incarnando la voce e l’anima della comunità afroamericana.
Nato in California, Jordan muove i primi passi nel mondo dello spettacolo grazie a diversi spot pubblicitari, per poi esordire in televisione a soli dodici anni con piccole parti in serie come Cosby e I Soprano. Il suo primo ruolo cinematografico arriva con Black & White, ma la vera svolta avviene nel 2013, grazie alla collaborazione con il cineasta Ryan Coogler nel toccante Prossima fermata: Fruitvale Station. Qui interpreta Oscar Grant, un giovane afroamericano ucciso dalla polizia di Oakland nel 2010, dando prova di un talento drammatico che lo porta ben presto sotto i riflettori.
Il sodalizio con Coogler si rivela vincente e prosegue nel tempo, come dimostra anche I peccatori, un film western e horror che narra le vicende dei due gemelli Elijah ed Elias Smoke, interpretati entrambi da Jordan. Dopo una vita travagliata, i due fratelli tornano nella loro città natale sperando di trovare un po’ di pace ignari del fatto che il passato non è poi così facile da sotterrare. La carriera dell’attore alterna con disinvoltura ruoli drammatici a commedie leggere, come Quel momento imbarazzante. Il corpo diviene materiale di trasformazione e strumento cardine del suo mestiere, come nella saga Creed dove Jordan interpreta il pugile Adonis Creed affiancato da Sylvester Stallone.
Il fisico prestante e atletico appare anche nel terzo capitolo della serie. Qui l’attore torna non solo torna nei panni del protagonista ma si mette alla prova per la prima volta dietro la macchina da presa, confermando la volontà di espandere l’universo narrativo di Creed con una visione tutta sua.
In Senza rimorso, film d’azione diretto da Stefano Sollima, Jordan veste i panni del soldato delle forze speciali John Clark, affrontando un’intensa preparazione fisica per maneggiare armi pesanti ed eseguire acrobazie estreme. Una trasformazione iniziata già con il Fantastici 4 del 2015, dove interpreta Johnny Storm, la Torcia Umana. Scelto dal regista Josh Trank con cui aveva già collaborato in Chronicle – era uno dei tre ragazzi protagonisti – Jordan affronta la sfida di reinterpretare un personaggio amatissimo dai fan consapevole che le critiche non sarebbero mai mancate data la scelta di fare interpretare a un afroamericano uno dei personaggi più wasp del fumetto. Egli, infatti, dichiara: “Me l’aspettavo. La gente fatica ad accettare i cambiamenti. Io continuo a fare il mio lavoro, con passione e impegno. Sono cresciuto con i fumetti, e Johnny Storm era uno dei miei preferiti. È stato comunque un sogno poterlo interpretare“.
Ma è con Black Panther che Jordan raggiunge l’apice massimo della sua carriera. Nel 18° film del Marvel Cinematic Universe, ancora una volta diretto da Coogler, interpreta il villain Killmonger. Black Panther rappresenta un passaggio fondamentale nella storia del cinema perché si tratta del primo film Marvel ad essere candidato all’Oscar come miglior film: un’opera profondamente africana, sia nel cast che nell’estetica, che celebra il corpo nero e la sua cultura. Dunque, scelta migliore non poteva ricadere su Jordan il quale incarna perfettamente il messaggio del film, confermando il suo impegno sociale, e dunque anche politico, attraverso il mezzo artistico. Nel 2021 fa un’incursione nel mondo dell’animazione e del metacinema con Space Jam: New Legends, dove interpreta se stesso in un cameo ironico e inaspettato nel sequel stand-alone del celebre Space Jam del 1996 con l’altro Michael Jordan, la leggenda del basket.
Michael B. Jordan si conferma così non solo un attore di talento, ma anche un simbolo di determinazione, resilienza e rappresentanza. Ogni sua scelta artistica riflette una profonda consapevolezza del proprio ruolo nel panorama culturale contemporaneo e un costante desiderio di dare voce alla comunità black attraverso il cinema.