"Michael Jackson's This is it" di Kenny Ortega

Cinema? Teatro filmato? Vaudeville? This is it si trasforma in una macchina d’immagini dalla potenza inaudita, show ricco di luci, fumi, effetti speciali e in mezzo Michael Jackson che è spettacolo puro. Ne esce il ritratto di un uomo che ha bisogno di spettacolo, di stare al centro dell’attenzione e di sentirsi amato, una persona che cresce solo col pubblico, spinto ad andare avanti perché altri lo sostengono. Non è la star capricciosa e snob, ma l’artista serio e preciso che sa sia improvvisare sia attenersi perfettamente al copione. This is it è realtà spettacolare.

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Si entra in sala pensando fin da subito che This is it sarà il solito documentario agiografico su Michael Jackson, varie persone a lui vicine parleranno, con lo sguardo fisso in macchina, e ne tesseranno le lodi, facendo nascere in chi guarda la paura di dover assistere a due ore di pianti e singhiozzi. E l’opera di Kenny Ortega (già regista dei fortunati High School Musical, nonché coreografo per il Dirty Dancing del compianto Patrick Swayze) inizia proprio così: i primi due minuti sono dedicati alle testimonianze di ballerini e musicisti che avrebbero dovuto prendere parte all’ultimo concerto-spettacolo di Michael Jackson a Londra. Ecco che, però, qualcosa subito cambia, appare lui, Michael – o come lo chiamano nel video “MJ” -, e quello che sembrava un prodotto utile a completare i contenuti speciali di un DVD, si trasforma in altro, ma in cosa? Cinema? Teatro filmato? Vaudeville? This is it si trasforma in una macchina d’immagini dalla potenza inaudita, show ricco di luci, fumi, effetti speciali e in mezzo Michael Jackson che è spettacolo puro. Quest’uomo di cinquant’anni si muove esile, ma sicuro, canta e balla in mezzo a ballerini muscolosi e si viene abbagliati dall’enorme complesso immaginifico ideato dal cantante per il suo addio alle scene…ma di nuovo qualcosa: la canzone che stava raggiungendo il suo apice si interrompe, qualcuno ha sbagliato o ci sono semplicemente dei particolari da sistemare, lo spettatore ritorna in sè nel buio della sala, lasciato insoddisfatto dal mancato finale. Michael spiega la sua idea, tutta la troupe ascolta la sua voce esile, sempre così insicura, al limite della rottura, e si adegua. Si ricomincia di nuovo, finalmente. Lo schermo torna a suonare assieme al suo artista che riesce a terminare infine la canzone. Ed ecco che sono un continuo scambio di applausi e di complimenti e ci si accorge che Michael, sempre lui, finalmente sorride, non l’ha fatto quasi mai durante il resto delle prove, concentrato ad ascoltare e ad ascoltarsi per arrivare alla perfezione e costruire, così, il suo show fatto di pezzi dei suoi video, di Rita Hayworth e Humphrey Bogart (sì, ci sono pure loro in uno stupendo rigurgito cinefilo), di Jackson Five, di gru che lo sollevano fino al soffitto per provare a “volare”.
Kenny Ortega ha montato le centodieci ore di riprese per poi ottenere due ore di filmato, ha basato tutto sulle immagini: le parole, infatti, poche, stanno sempre dietro, udibili solo se necessarie, discrete e, quindi, più significative. Ne esce il ritratto di un uomo che ha bisogno di spettacolo, di stare al centro dell’attenzione e di sentirsi amato, una persona che cresce solo col pubblico, spinto ad andare avanti perché altri lo sostengono. Non è la star capricciosa e snob, ma l’artista serio e preciso che sa sia improvvisare sia attenersi perfettamente al copione. This is it è realtà spettacolare.
 
Titolo: id.
Regia: Kenny Ortega
Interpreti: Michael Jackson, Nick Bass, Michael Bearden, Daniel Celebre
Distribuzione: Sony Pictures
Durata: 112’
Origine: Usa 2009
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    6 commenti

    • Che dire, peccato che solo ora ci si accorga di quanto era grande Michael, doveva morire per avere giustizia, è terribile quanta ingiustizia abbia subito questa MERAVIGLIOSA CREATURA

    • io nn faccio commenti mi sembra un uomo speciale anche da morto sarà sempre un mito per me e nn sarà mai morto del tutto

    • ragazzi ma stiamo scherzando??? jackson era un guitto senza alcun talento musicale…. il vero genio colored (!!!) è PRINCE

    • "Un guitto senza talento musicale" mi sembra davvero una definizione poco aderente alla realtà…Thriller ad esempio è un album pazzesco.<br />Che poi la sua carriera abbia preso una deriva melensa,inostenibilmente commerciale e caratterizzata dal kitch piu' indigesto, bè , quello sì…

    • ma si discute di cinema, musica o di mitologia moderna? L'impressione è che Jackson appartenga più ai miti del 900 (Dean, Marylin, Elvis, ecc..) che non alla musica tout court. Quindi i paragoni musicali con Prince (qualitativamente migliore, ma allora anche Buddy Holly era meglio di Elvis, Brando di Dean, Audrey Hepburn di Marylin….) sono fuorvianti. Lavita "breve" e sugli altari del palcoscenico trasforma la cultura in mito, e allora serve più Roland Barthes che Bazin…

    • Bellissima recensione.<br />Dimenticate tutto quello che è stato detto, scritto e mostrato su MJ. Abbandonate eventuali o possibili pregiudizi. Andate vuoti di tutto a vedere "Michael Jackson's This Is It": vi entrerà nel cuore. E magari sarà il punto di svolta per ricominciare, riprendere o continuare… L'ho visto ieri sera piena di spauracchi. Sono uscita dalla sala ammutolita, incantata, col cuore pieno. Chissà se mi brillavano pure gli occhi! 🙂 Stamattina è stato il mio primo pensiero e continuo anche ora a ripensare a questo film sognante. Non troverete santini o elogi funebri, non c'è assolutamente nulla di tutto ciò.<br />E' bellissimo, bellissimo. E lo dico da non fan di MJ.