Milano 20 – Festival del cinema Africano, d'Asia e America Latina

Si apre con Precious vincitore dell’afroamercano Lee Daniels e vincitore di due premi oscar, la ventesima edizione del Festival del cinema Africano, d’Asia e America Latina. Dal 15 al 21 marzo il festival offrirà un panorama della migliore produzione cinematografica di quelle aree del pianeta

Le sezioni competitive saranno affiancate le sezioni tematiche che guardano anche agli imminenti mondiali di calcio in Sud Africa.

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Con Precious dell’afroamercano Lee Daniels e vincitore di due premi oscar: migliore attrice non protagonista (Mo’nique) e migliore sceneggiatura non originale, si apre questa sera la ventesima edizione del Festival cinema Africano, d’Asia e America Latina.
Sotto la direzione attenta di Annamaria Gallone e Alessandra Speciale, dal 15 al 21 marzo il festival offrirà un panorama della migliore produzione cinematografica di quelle aree del pianeta. Finestre sul Mondo nella sua doppia articolazione di lungometraggi e documentari e il Concorso Migliore Film Africano e il Concorso Cortometraggi Africani costituiranno le sezioni competitive alle quali saranno affiancate il Fuoriconcorso, la sezione tematica Africa nel pallone, Calcio e cinema in Africa in attesa dei Mondiali, Forget Africa in collaborazione con il Rotterdam Film Festival.
Sarà interessante vedere l’ultima opera dell’haitiano Roul Peck Moloch Tropical. Il regista già ospite qualche anno fa di questa manifestazione con il suo Sometimes in April, ripropone una lettura della follia del potere sulle tracce del Moloch  di Skurov. L’algerino Nassim Amaouche proporrà, in anteprima il film Adieu Gary vincitore del Gran premio della Critica all’ultima edizione del Festival di Cannes con l’immancabile Jean-Pierre Bacri. Due esordienti con le loro opere prime arricchiranno la sezione la franco – coreana Ounie Lecomte e dal Bangladesh Mostosa Sarwar Farooki, la prima con Une vie toute neuve un racconto sulla vita in un orfanotrofio coreano, il secondo con Third person singular number la narrazione di un’odissea notturna di una giovane donna.
Ma forse la sezione che suscita maggiore curiosità è Forget Africa questo titolo provocatorio sembra volere cancellare vent’anni di impegno del Festival per questo continente, per usare le parole delle due direttrici. In realtà si tratta di una sezione che è stata realizzata e prodotta grazie all’impegno del Festival di Rotterdam con la cui collaborazione può prendere vita sugli schermi di Milano.
Si vedranno le opere realizzate da tredici registi non africani che raccontano il Continente al di fuori di ogni consueto cliché. Il progetto vuole soprattutto reagire ad una diffusa pratica comunicativa che vede coinvolto anche il cinema, nella quale l’assenza di ascolto e rispetto è sostituita da una ricerca delle immagini di facile effetto. Si è sentita quindi la necessità di rompere una tradizione che affida allo stereotipo la comunicazione e le informazioni sul Continente africano.
In questo stesso senso va letta anche la sezione dedicata al calcio e agli imminenti mondiali. Sette storie legate al mondo del calcio quando, per la prima volta, dopo ottant’anni, un Mondiale è organizzato in un Paese africano. È stata proprio la volontà di Nelson Mandela a determinare questa scelta, consapevole che il calcio, così come il rugby di Invictus, può costituire un altro punto fermo per la riconoscibile pari dignità nel consesso internazionale.

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