Milazzo Film Festival 2025 – Incontro con Sonia Bergamasco
L’attrice di Bertolucci e Carmelo Bene racconta al pubblico siciliano il suo libro del 2023 “Un corpo per tutti” e la recente esperienza da regista per il documentario Duse – The Greatest

Milazzo Film Festival
La terza giornata del Milazzo Film Festival ha ospitato l’interprete e regista Sonia Bergamasco. Oltre ad aver lavorato con grandi nomi del mondo del cinema come Bernando Bertolucci, Franco Battiato e Marco Tullio Giordana, Bergamasco ha scritto un libro intitolato Un corpo per tutti. “La voce è il corpo sostanzialmente, non è qualcosa a sé. Anche quando il corpo non c’è. Perché quando c’è solo voce, la voce ti porta al corpo intero di chi sta parlando. […] Io sono molto attenta alle voci degli altri, sono sempre molto in ascolto perché mi sembra che le voci raccontino molto delle persone.”
Inizia così l’intervento di Sonia Bergamasco, che nel libro sottolinea l’importanza della voce e di quanto questa sia rivelatrice per cogliere nel profondo il modo di essere delle persone. Anche se percepita appena o in lontananza, la voce porta spesso alla luce tratti nascosti, dando forma e peso al corpo che la diffonde. Le “voci impostate”, come dice l’attrice, nonostante siano bellissime, “forse raccontano proprio di questa impostazione e di questa maschera che mettono”.
L’interprete accosta la voce alla musica, ossia il primo linguaggio di cui lei stessa si era innamorata da bambina, quando aveva iniziato a suonare il pianoforte. Poi attraverso strade traverse, era arrivata a fare l’attrice, pensando addirittura “stupidamente” che avrebbe abbandonato la musica. Sonia Bergamasco accenna al premio Oscar The Brutalist: “Io non ho mai visto un lavoro musicale come quello, sorprendente, sconvolgente. La musica è veramente il cuore del racconto cinematografico.”
Tra le pagine del suo libro, parla di “voci slacciate dal corpo”, quindi di persone che hanno una voce ed una fisicità contrapposte, ma che intrecciate tra loro non solo funzionano, ma danno forma ad uno stile del tutto personale. Nel caso di Marlon Brando, per esempio, la sua fisicità possente e la sua “vocetta” sono “il massimo della perfezione erotica per un uomo così”. In altri casi invece, corpo e voce cozzano e distruggono ogni immaginario possibile.
Un corpo per tutti, uscito nel 2023, intreccia la biografia dell’attrice, con approfondimenti sulla recitazione e sulla musicalità e trasparenza della voce, ma ancor di più della risata. “Io ho un rapporto con le risate molto fisico. Sono delle esplosioni. […] C’è veramente qualcosa di musicale nella risata, di cantato, è una musica che libera un’energia, che può essere un’energia nervosa, gioiosa, ma anche un’energia di liberazione”. La risata è quindi un’esplosione di emozioni, dalla quale traspare una forza primordiale.
Fin da bambini infatti, la risata è espressione di spontaneità, slegata da ogni regola, ma nel caso dell’attore può essere una risata “costruita”, che risulta quindi finta, o la risata che nasce dalla capacità “di stupirsi e di stupire sciogliendosi”. Con la risata si può sperimentare, perché ogni sfumatura nasconde un’emozione diversa, che con attenzione si può scorgere. Le risate parlano, si sostituiscono alle parole ma sono altrettanto loquaci. Nascono dalla pancia.
“La leggerezza per me è una conquista bellissima. […] Quella leggerezza ti consente di aprirti di più e di dire anche le cose più pesanti nella maniera giusta” continua Bergamasco, che sottolinea quanto sia stato per lei importante e costruttivo imparare l’arte della “leggerezza”, capacità che ha acquisito tardi, ma che l’ha aiutata ad essere più aperta nei confronti del mondo, a non nascondersi dietro a troppa pesantezza, ma lasciarsi andare di più. Con Duse the greatest, Sonia Bergamasco delinea la figura dell’attrice Eleonora Duse, una delle più grandi interpreti teatrali mai esistite. Ma Eleonora Duse ha lasciato poche testimonianze della sua vita, diventando come un fantasma e distruggendo le sue tracce. Quel che sappiamo è che “ha amato il cinema follemente ed ha cercato di capirlo più da regista quasi, che da attrice”.
Duse infatti ha recitato in Cenere, unico film in cui ha accettato una parte già in età avanzata, dopo aver rifiutato tante altre proposte. Nonostante ciò, anche in questo film Eleonora Duse è come se si nascondesse e cercasse di scappare dall’occhio della camera. “Di lei non abbiamo nulla, è un fantasma di cui tutti parlano e quindi per cercare di avvicinarla mi sono messa sulle tracce di questo fantasma, in una sorta di indagine”. Tornando a parlare del corpo, nel caso di Eleonora Duse il corpo ci sfugge, non si rivela, ma allo stesso tempo ha lasciato un segno indelebile nella storia.
Nel film vediamo un grande lavoro di ricerca, che attraverso le fotografie e la calligrafia, cerca di ricostruire una figura che ha cercato di distruggere ogni suo passo. Le diamo forma con le parole degli altri e con i ricordi che ci sono stati tramandati nel tempo. L’incontro termina con una domanda di forte impatto: “Se ci fosse qui la Duse, qual è la prima cosa che le chiederesti?” Sonia Bergamasco risponde “Io credo che l’abbraccerei. Farei una cosa tutta fisica. L’abbraccerei per avvicinarmi a lei e sentirla.”