Milionari, un atipico film sulla camorra. Incontro con Alessandro Piva e il cast

L’ascesa e il declino, la complessità e le problematiche di un boss camorrista sono al centro del film di Alessandro Pica. Distribuito dalla Europictures, uscirà giovedì 11 febbraio

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Si è tenuto al Cinema Caravaggio di Roma la presentazione di Milionari di Alessandro Piva, regista in passato di La capagira e Pasta nera, nato a Salerno ma cresciuto tra Latina, Matera e Bari. Prodotto da CRC e Rai Cinema, il film mostra l’ascesa e la caduta di un clan camorristico napoletano, attraverso il racconto di uno dei boss, Marcello ‘Alendelòn’ Cavani, interpretato da Francesco Scianna. Spinto dal sogno borghese di una riuscita sociale ed economica, il protagonista e la sua famiglia percorrono un viaggio che da sogno si trasforma in incubo. Presenti per l’anteprima c’erano il regista ed il cast, tra i quali, oltre a Scianna, c’era Valentina Lodovini  moglie del boss Cavani.

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Quando si parla di camorra nel cinema, non si può non pensare a film come Il camorrista di Giuseppe Tornatore, o a Certi bambini di Andrea e Antonio Frazzi, ma Milionari “si differenzia poiché viene dato ambio spazio alla psicologia dei personaggi e meno all’action e alla spettacolarizzazione della camorra – afferma Piva -, questo è un film che parla di un collaboratore di giustizia”. Distribuito da Europictures, il film uscirà giovedì 11 febbraio in 50 copie, delle quali 30 in Campania, dove “grazie al cast e ai social siamo riusciti a creare un bel po’ di aspettativa, soprattutto a Napoli dove l’attesa è molto alta. Sono contentissimo di aver potuto conoscere meglio una città straordinaria come Napoli, fare un film lì è stata un’esperienza di vita, oltre alla possibilità di poter lavorare con un cast stupendo”.

milionari 1Valentina Lodovini, che non è al primo ruolo in napoletano, si è interessata da subito al ruolo della moglie Rosaria, “alla sua amoralità, ai codici che ci sono all’interno della criminalità organizzata, all’omertà. Rosaria va oltre l’omertà, non soltanto non denuncia, ma fa finta di non vedere, prende solo il bello. All’inizio, per entrare meglio nel personaggio, cercavo di capire le sue motivazione, i suoi pensieri. Poi ho capito che era inutile: Rosaria è l’archetipo della donna napoletana che ama un criminale“.

Ciò che ha attratto, invece, Francesco Scianna è la figura del protagonista, “un camorrista diverso e atipico rispetto ai cliché che ho visto in passato. E’ un personaggio complesso, che vive di contraddizioni interne tra la propria natura e le scelte che è obbligato a fare. La difficoltà era riuscire a fare un’interpretazione credibile in una lingua e in una natura così forte come quella napoletana“.

Infine, il regista raccontando di alcuni aneddoti del set, spiega che, se per Scianna c’era bisogno di due coach per la lingua, “la Lodovini ne aveva solo uno, ma ovunque andava la trattavano come una ragazza del loro quartiere. L’hanno acquisita perché Valentina ha un cuore grande e loro riescono a percepirlo“.

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