Ming Liang e Brodskij: il cinema, la poesia e… una farfalla
La pellicola è poco più robusta dell’ala di una farfalla. È quanto affermava Pier Paolo Pasolini, e c’è questa meravigliosa sequenza di I don’t want to sleep alone di Tsai Ming Liang che sembra giocare con questa intuizione poetica. La realtà stessa sembra essere, metaforicamente, una farfalla variopinta e sfuggente che il cinema cerca di catturare attraverso le immagini
La pellicola è poco più robusta dell’ala di una farfalla. È quanto affermava Pier Paolo Pasolini, e c’è questa meravigliosa sequenza di I don’t want to sleep alone di Tsai Ming Liang che sembra giocare con questa intuizione poetica. La realtà stessa sembra essere, metaforicamente, una farfalla variopinta e sfuggente che il cinema cerca di catturare attraverso le immagini, conservando insieme il desiderio di lasciarla libera, sfiorandola appena, proprio come la poesia grazie alle parole. La realtà cortocircuita allora con la fantasia e riaffiorano dal profondo sensazioni ed emozioni in un intreccio di sogno e realtà, di desiderio, passione e sentimento. Dalla “pellicola” di Pasolini, alla farfalla di Tsai Ming Liang, passando per questi versi bellissimi del poeta russo Josif Brodskij, in cui sono proprio le ali di una farfalla a disegnare e rivelare un intero mondo.
FARFALLA
Forse tu sei paesaggio;
attraverso una lente
scopro un gruppo di ninfe
e una danza e una spiaggia.
E fa chiaro laggiù, come qui?
oppure è cupo come
di notte? e quale astro
percorre, dì,
quella volta celeste?
Quali figure
in quel paesaggio? e, dimmi, è copia
di quale vero?