"Miracle" di Gavin O'Connor

“Miracle” è interamente giocato sugli zigomi di Russell, sull'intelligente trucco che lo porta almeno quindici anni indietro nel tempo, su quei lampi improvvisi di fuoco e di grinta con cui l'americano taglia in due il set, portandosi a spasso ogni momento del racconto.

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Al di là della vena classica di cui è intriso Miracle, bisogna dire che si tratta di un'opera centrata quasi esclusivamente sul corpo, il volto, le movenze di un Kurt Russell più grande che mai. E' l'attore americano infatti ad affermarsi una volta di più come un vero e proprio metteur en scene di se stesso, ma al tempo stesso anche come uno di quegli interpreti che seguono bene il copione, impiegandosi con intelligenza e umiltà, sacrificio e dedizione. Ecco allora come Miracle sia interamente giocato sugli zigomi di Russell, sull'intelligente trucco che lo porta almeno quindici anni indietro nel tempo, su quei lampi improvvisi di fuoco e di grinta con cui l'americano taglia in due il set, portandosi a spasso ogni momento del racconto. Quello che infatti traspare in modo sempre più evidente dalla sua filmografia è proprio la sua caratteristica (peraltro sempre più spiccata col passare degli anni) di far propria ogni opera in cui compare, un atteggiamento questo che lo porta a creare di volta in volta dei momenti assolutamente irresistibili in cui sembra ritagliarsi sul set uno spazio tutto suo, un microcosmo ideale in cui perseguire la sua idea di cinema. Nell'opera di O'Connor ad esempio Russell è grandissimo quando, calandosi alla perfezione nei panni dell'allenatore della squadra americana di hockey che nel 1980 vinse le Olimpiadi, si staglia con tutta la sua autorità creando dei rapporti forti con i ragazzi che allena, ma è al tempo stesso eccezionale (forse anche di più) in tutti quei momenti in cui si inventa il rapporto con la moglie, all'interno di mura domestiche che il regista osserva in modo intelligente, soffermandosi proprio sull'abc dei corpi e delle loro passioni. Miracle è dunque tutto questo, ma non basta. Se infatti il suo vero autore, come già accennato, è proprio Russel, bisogna dire che il regista ci mette di suo una gran bella mano, specialmente durante gli incontri finali delle Olimpiadi, con un'attitudine spiccata a filmare il corpo a corpo dello sport, con una fisicità esemplare e suggestiva. Lungi dunque dall'essere un semplice biopic sulla figura eccentrica e forte di Herb Brooks (l'allenatore americano), Miracle è una di quelle opere che si segnalano ancora per un umanismo acceso e avvolgente, dunque un film da recuperare almeno assolutamente almeno a noleggio.

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Titolo originale: Miracle


Regia: Gavin O'Connor


Sceneggiatura: Eric Guggenheim


Fotografia: Dan Stoloff


Montaggio: John Gilroy


Musica: Mark Isham


Scenografia: John Wilett


Costumi: Tom Bronson


Interpreti: Kurt Russell (Herb Brooks), Patricia Clarkson (Patty Brooks), Noah Emmerich (Craig Patrick), Sean McCann (Walter Bush), Kenneth Welsh (Doc Nagobads), Eddie Cahill (Jim Craig), Micheal Mantenuto (Jack O'Callahan)


Produzione: Pop Pop Productions, Mayhem Pictures, Walt Disney Pictures


Distribuzione: Buena Vista International Italia


Durata: 135'


Origine: USA, 2004



 

 

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