Miracle, di Jang-Hoon Lee

Un film sicuramente riuscito, in grado di smuovere le coscienze del proprio pubblico, artificioso solo nell’happy ending finale. Premio del pubblico al Far East Film Festival.

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Una famiglia segue i binari di un treno e si avvicina all’ingresso di una inquietante galleria, e per una frazione di secondo ci sembra di essere di nuovo dentro a Memorie di un assassino, di Bong Joon-ho. Il concetto di memoria, difatti, è molto più che una semplice funzione narrativa in Miracle. Già nell’incipit dell’opera seconda di Jang-Hoon Lee, il ricordo acquista un peso specifico che, sovrapponendosi alla realtà dei fatti, condiziona e influenza le scelte dei protagonisti, in particolare, quella di Joon-kyeong (Park Jung-min). Genio incompreso della matematica, il giovane studente sembra avere un solo grande scopo nella vita: fornire ai suoi compaesani una via di collegamento con il mondo, inserendo una stazione ferroviaria nei pressi del suo villaggio, davanti a cui passa la ferrovia ma senza che sia presente una fermata.

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E i treni passano l’uno dopo l’altro senza fermarsi, così come la vita per Joon-kyeong e la sua famiglia che non sembra avere “un collegamento verso il mondo” (il ragazzo avrebbe delle offerte importanti per studiare negli USA) ma neanche “un porto sicuro della memoria” da cui il padre del ragazzo (un capotreno distrutto dal senso di colpa) cerca di fuggire in tutti i modi possibili. A Joon-kyeong rimane la sorella, presenza costante, fonte di preziosi suggerimenti e di conforto fraterno.

La vita corre ma il giovane protagonista ha bisogno di fermarsi, non pensa ad andarsene, anche se ne avrebbe le possibilità. Prima di partire è necessario fare i conti con il proprio passato, con il ricordo di qualcosa che non c’è più ma che lo accompagna, giorno dopo giorno.

Il regista sudcoreano, che firma anche la sceneggiatura del film, adotta la metafora per tratteggiare un ritratto umano in cui si mescola rimorso, dolore e rivalsa, adatto alla fruizione di un pubblico eterogeneo, senza limiti d’età. Miracle ha il grande pregio di tenere alta l’attenzione dall’inizio alla fine, lavorando d’astuzia con la propria sceneggiatura e spingendo sul pedale delle emozioni (forse abusandone troppo) sul finale della pellicola. Il risultato è un’opera sicuramente riuscita, in grado di smuovere le coscienze del proprio pubblico, pagando esclusivamente nell’happy ending finale un’artificiosità che stona leggermente con quanto fatto vedere prima. Premio del pubblico al Far East Film Festival a testimonianza del mordente esercitato dal film di Lee Jang-hoon nei confronti dello spettatore.

 

Titolo originale: Gi-juk
Regia: Lee Jang-hoon
Interpreti: Park Jung-min, Lim Yoon-a, Jung Moon-sung, Lee Soo-kyung, Park So-eul, Park Sun-a, Lee Sung-min
Distribuzione: Academy Two
Durata: 117′
Origine: Corea del Sud, 2022

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5
Sending
Il voto dei lettori
3.5 (4 voti)
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