"MissTake", di Filippo Cipriano

 

Le aspirazioni sono tante e tutte lodevoli: il cinema indipendente americano, come modello produttivo e narrativo, poi la commedia nera, il grottesco e il sarcasmo “pulp” e “post-pulp” dichiaratamente ispirato a Alex De La Iglesia e a Quentin Tarantino. E’ quindi un enorme peccato dover constatare che il film manca del tutto i suoi propositi, e, parafrasando il suo titolo, è un errore clamorosamente evidente

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Seconda prova cinematografica di Filippo Cipriano dopo il promettente Still Life del 2006, MissTake aspira ad essere una commedia nera corale, girata con grande sfoggio di abilità televisive (Cipriano è stato regista di diverse trasmissioni tv e soprattutto di pubblicità), e prodotta dalla “giovane” Altoverbano Pictures di Giacomo Pozzetto insieme ad Ulisse Lendaro, entrambi presenti nel film come attori. Le aspirazioni sono tante e tutte lodevoli: il cinema indipendente americano, come modello produttivo e narrativo, poi la commedia nera, il grottesco e il sarcasmo “pulp” e “post-pulp” dichiaratamente ispirato a Alex De La Iglesia e a Quentin Tarantino. E fa piacere vedere un gruppo di attori, registi e produttori realmente uniti e decisi a portare qualcosa di nuovo nella commedia italiana, ancora legata al macchiettismo regionalistico e a schemi troppo consolidati. E’ quindi un enorme peccato dover constatare che il film manca del tutto i suoi propositi, e, parafrasando il suo titolo, è un errore clamorosamente evidente. Non bastano le acrobazie della macchina da presa, che anzi, prive di reali necessità, risultano eccessive e fastidiose, pura ostentazione di una tecnica da video-clip che oltretutto non è neanche più una vera novità, dato che imperversa in pubblicità, film e fiction almeno dalla seconda metà degli anni ’90. Non basta certo ispirarsi dichiaratamente a film e commedie nere importanti, prendere un po’ da  La guerra dei Roses, un po’ da Una cena quasi perfetta, un po’ da Crimen perfecto,  mischiarlo a Pulp Fiction, Cose molto cattive e La comunidad e trasportare tutto in una villa palladiana del vicentino.

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L’ idea di base, un gruppo di persone che si riunisce al capezzale di una coppia di anziani nobili decaduti per cercare di ereditarne i beni, pur essendo piuttosto scontata, offrirebbe di per sé parecchi spunti espressivi. Ma l’impianto narrativo è oltremodo debole: le battute e quelli che dovrebbero essere, nelle intenzioni del regista, i colpi di scena sono privi di ritmo e soprattutto privi dell’arguzia che è invece fondamentale per la riuscita di ogni commedia, in particolare di una commedia nera. Quello che doveva essere, ancora nelle intenzioni di Cipriano&co., l’elemento grottesco viene ribaltato in un’ imbarazzante macchiettismo da varietà televisivo soprattutto nella costruzione dei personaggi; Marco Massari ce la mette tutta per rendere credibile il suo, ma l’ impresa è ardua. Remo Girone è invece a dir poco imbarazzante e fuori ruolo come strozzino romano.

Peccato perchè gli spunti per costruire un prodotto almeno discreto ci sarebbero: il personaggio di Frida, dignitosamente interpretato da Anna Valle, la televendita russa dei coltelli, i camerieri unici detentori di un residuo di moralità. Ma soprattutto, ed è quello che dispiace di più, si intravede, a sprazzi, una certa dose di autoironia, con le continue autocitazioni televisive e cinematografiche, che viene incredibilmente sprecata e annegata in un mare di banalità. L’ impressione è che  sia stata confusa la forma con la sostanza, e che Cipriano si sia entusiasticamente perso per strada scambiando per “novità” un uso delle tecniche di ripresa e degli effetti in 3D che altro non è se non un richiamo “trendy” e molto ruffiano ad un certo tipo di audience televisiva.

L’errore non è la “novità”, che tra l’altro non è neanche vera novità. Non c’è assolutamente niente di  nuovo in MissTake, ma non è questo il problema. Il problema, il clamoroso “errore” di valutazione, è l’aver voluto strafare con una “confezione” visivamente eccessiva e autocompiaciuta, e di averci buttato dentro un’accozzaglia di elementi visivi e narrativi privi di spessore e di qualsivoglia interesse. Peccato.

 

Regia: Filippo Cipriano

Interpreti: Anna Valle, Remo Girone, Giacomo Pozzetto, Sara Zanier, Victoria Zinny, Marco Massari, Guido Palliggiano, Ulisse Lendaro

Distribuzione: Millennium Storm

Durata: 90’

Origine: Italia, 2007

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