"Modigliani – I colori dell'anima", di Mick Davis

Modigliani appare come un uomo vizioso e immaturo, preda più delle sue personali ossessioni che dell'infatuazione per l'arte, costantemente in bilico tra l'ammirazione per la propria donna, gli eccessi del vino e delle droghe e l'amicizia-rivalità con Pablo Picasso.

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Ad aumentare la già nutrita schiera di film dedicati agli artisti del passato arriva ora questo Modigliani, i colori dell'anima. Il tema, come si può facilmente evincere dal titolo, è la vita del grande e inquieto pittore livornese, interpretato, e con tutta probabilità fortemente voluto, da Andy Garcia, che ne è anche produttore esecutivo.
Premesso che raramente, pur con valenti eccezioni, cinema e arte riescono a trovare la giusta amalgama per dar vita a capolavori indimenticabili, il film di Mick Davis cerca di raccontare, con un gusto estetizzante e romanzato fin troppo evidente, gli ultimi anni di vita di Amedeo Modigliani a Parigi, dall'incontro con l'ultima compagna, l'avvenente Jeanne Hebuterne, fino alla morte di lui e al conseguente e successivo suicidio di lei.
Modigliani appare come un uomo vizioso e immaturo, preda più delle sue personali ossessioni che dell'infatuazione per l'arte, costantemente in bilico tra l'ammirazione per la propria donna, gli eccessi del vino e delle droghe e l'amicizia-rivalità con Pablo Picasso, che segnò indelebilmente anche la vita del maestro spagnolo, fino a fargli pronunciare, in punto di morte, proprio il nome di Modigliani. L'antagonismo tra i due grandi pittori, evidente sia nella pittura sia nello stile di vita, trova una parziale riconciliazione nella sequenza dell'incontro (di dubbia veridicità storica) di Modigliani e Picasso con Auguste Renoir, ormai vecchio, la cui placida tranquillità stempera per un attimo i frequenti dissidi tra i due.
La rappresentazione di quella che fu un'epoca d'oro della pittura contemporanea, nella capitale francese dell'inizio del secolo scorso, si arricchisce dei personaggi che la animarono, come Maurice Utrillo, Diego Rivera, Jean Cocteau, Gertrude Stein. La ricostruzione, però, pur se accurata, perde un po' di smalto nell'insistenza sugli stessi luoghi, che impedisce al film di avere il respiro visivo di cui avrebbe bisogno.
Davis dirige con mestiere, ma non riesce a offrire un'immagine verosimile del pittore, impantanandosi in un racconto di maniera che perde per strada i fili della narrazione. Cerca poi una fragile tensione emotiva nell'ultima parte, quando mostra in montaggio alternato il gruppo di pittori al lavoro per un concorso da 5000 franchi, ma anche questo espediente perde efficacia al momento della presentazione delle opere, la cui semplice esibizione non riesce a trasmettere l'emozione che vorrebbe.

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Titolo originale: Modigliani
Regia: Mick Davis
Interpreti: Andy Garcia, Elsa Zylberstein, Omid Djalili, Eva Herzigova, Udo Kier, Hippolyte Girardot
Distribuzione: Istituto Luce
Durata: 127'
Origine: Stati Uniti/Italia/Francia/Germania/Gran Bretagna/Romania, 2004

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