Mondiali Qatar 2022 – Arriva il Qatargate

A pochi giorni dalle finali, un ulteriore enorme scandalo investe i Mondiali di calcio 2022. Secondo molti il più fraudolento caso di corruzione nel Parlamento Europeo finora

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Ci eravamo lasciati con la faccenda delle app Etheraz e Hayya, obbligatorie per la permanenza che si sono rivelate spywere. Prima ancora ci sono state le vittime durante la costruzione degli stadi, secondo alcuni si parla di migliaia. Ad un passo dalle finali, riepiloghiamo le polemiche più clamorose che hanno accompagnato una delle edizioni più controverse di sempre. Ma andando per ordine: a novembre la FIFA ha negato ai calciatori di indossare le fasce arcobaleno in campo, pena l’espulsione prima del fischio di inizio. Poi il Qatargate.

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Le fasce LGBTQ+

Il secondo giorno di competizione arriva uno strano comunicato dalla FIFA: sarà vietato ai capitani indossare la fascia arcobaleno, pena un cartellino giallo o l’esclusione prima del fischio di inizio. Quello che sarebbe dovuto essere un momento in cui squadre di tutto il mondo hanno un’occasione di sano confronto, si è subito trasformata nella vetrina di controversie e manovre (pseudo)politiche.

La mattina del 21 Novembre viene comunicata la decisione. Ma la portata di questa notizia svela un aspetto poco chiaro, la FIFA che ha promosso la diversità (e i modi di manifestare la stessa) lungo tutto il periodo precedente i Mondiali, ora fa dietrofront. Il presidente Gianni Infantino presentava così l’evento due giorni prima l’inizio: Mi sento qatariota, africano, arabo, gay, un lavoratore migrante. Queste parole oggi suonano tristemente vuote, se pensiamo al fine; di mera propaganda.

D’altro canto c’è chi coraggiosamente non cede e porta avanti le proteste di casa usando la visibilità dei Mondiali per parlarne.

Infatti l’Iran si rifiuta di cantare l’inno. La squadra continua a far sentire la sua voce col silenzio, riguardo l’uccisione di Mahsa Amini per mano della polizia dovuta a percosse. Dallo scorso 13 Settembre continuano i disordini sul suolo Iraniano.

Il Qatargate

Da molti è stato già definito il più fraudolento scandalo nella storia del Parlamento Europeo. Ma alcuni aspetti risultano ancora poco chiari. Le indagini proseguono da Luglio. Quattro gli arresti finora tra cui la greca Eva Kaili, vicepresidente del Parlamento Europeo e l’ex parlamentare europeo italiano Antonio Panzeri, entrambi appartenenti a partiti del centrosinistra. Tra gli arresti anche Francesco Giorgi, compagno di Kaili e assistente del parlamentare europeo Andrea Cozzolino, e Niccolò Figà-Talamanca, segretario generale della ONG No Peace Without Justice, legata storicamente ai Radicali.

L’accusa: si ritiene siano state pagate grosse quantità di soldi o abbiano ricevuto regali significativi per influenzare le decisioni del Parlamento Europeo riguardo ai mondiali in Qatar.

Fanno eco, ad oggi, le recenti dichiarazioni di Eva Kaili che ritiene il Qatar uno stato in prima linea per i diritti dei lavoratori. Queste le parole che seguono un incontro con il ministro del lavoro qatariota Ali Bin Samikh Al Marri.

La vicenda prende una piega ancora più rocambolesca, in quanto le autorità belga parlano di un sequestro di oltre 600.000 euro in contanti, in tagli di banconote da 20 e 50 (oltre ad altri beni come computer e smartphone). Letteralmente sacchi di soldi. Kaili è stata colta in fragrante. Viene meno, quindi, l’immunità parlamentare.

Al netto della ricostruzione oggettiva nella vicenda del Qatargate (che avremo nei prossimi giorni), parallelamente è emerso un dibattito a proposito della poca trasparenza nel Parlamento Europeo. Infatti si sta parlando di come quest’ultimo scandalo non rappresenti un caso isolato. Troppo spesso infatti potenti lobby e società private arrivano anche ad incrinare le decisioni prese in Parlamento.

Sebbene questo possa essere il caso più significativo di potenziale corruzione dentro al Parlamento da molti anni a questa parte, non è un incidente isolato ha detto Michiel van Hulten, capo dell’ufficio di Bruxelles della ong Transparency International.

Prontamente il governo del Qatar, come da copione, con un breve comunicato respinge ogni accusa.

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