Monicelli tra Roma e Viareggio

 La biografia Treccani sul luogo natale del regista

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 “Tutte le biografie indicano Viareggio come suo luogo natale, ma in più occasioni Monicelli ha affermato di non essere nato in quella che ha comunque considerato sua città d'origine, bensì a Roma, nel quartiere Prati. Ad avvalorare la tesi anche altri elementi: il padre (redattore del quotidiano Avanti!, di altri periodici di area socialista e del Resto del Carlino, nonché futuro creatore di Penombra, la prima rivista italiana di cinema) abitava a Roma e a Roma Monicelli frequentò le scuole elementari”.

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Con queste parole si apre la biografia del regista Mario Monicelli, redatta da Stefano Della Casa e inserita ora nel 75° volume del Dizionario Biografico degli Italiani (registra i cognomi che vanno da Miranda a Montano) pubblicato in questi giorni dall'Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani.

E da Viareggio arriva la conferma: ''E' vero, Mario Monicelli non è nato fisicamente a Viareggio, non risulta iscritto alla nostra anagrafe'' afferma il sindaco Luca Lunardini. ''Da un punto di vista fisico, materiale, Monicelli non nacque a Viareggio ma a Roma; ma amava talmente tanto Viareggio che considerava questa città – ha detto Lunardini – il luogo in cui era nata la sua anima, quindi lui stesso. E perciò elesse Viareggio a sua città natale, come riportano tutte le enciclopedie e le biografie sulla base della testimonianza diretta raccontata dall'interessato''. Il sindaco Lunardini, interpellato dall'Adnkronos, non gradisce però l'impiego del termine beffa di Monicelli come ipotizzato dalla Treccani. ''Più che una beffa Monicelli ha sempre testimoniato un grandissimo amore per Viareggio. Ecco, parlerei di un atto di amore per Viareggio, non certo di una beffa. Lui per tutta la vita si è dichiarato nato a Viareggio perché questo era il luogo che considerava come quello della sua vera nascita''.

Mario Monicelli – come sottolinea la Treccani – non è stato solo il regista della commedia all'italiana che nel corso di una lunghissima carriera ha diretto tutti i maggiori attori della nostra cinematografia (solo per citarne alcuni, Totò, Alberto Sordi, Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Monica Vitti, Ugo Tognazzi) e conseguito i maggiori successi commerciali. Monicelli, sottolinea la biografia della Treccani, è stato ''un testimone ironico, attento e appassionato delle evoluzioni della società italiana e, specialmente negli ultimi anni, capace di prendere posizione sui temi politici e sociali emergenti''.

''Monicelli – scrive Stefano Della Casa – è stato inoltre, e fino all'ultimo, in grado di decidere della sua vita: la sera del 29 novembre 2010, mentre era ricoverato all'ospedale San Giovanni a Roma, dopo aver appreso che una malattia lo avrebbe privato di quella totale indipendenza sulla quale aveva basato la sua esistenza, scelse di suicidarsi''. Mario Monicelli era nato il 16 maggio 1915 da Tomaso e da Maria Carreri. Nella voce biografica della Treccani si ripercorre la vita e la lunghissima produzione cinematografica di quello che può essere considerato l'iniziatore del filone della commedia all'italiana. Tra i suoi film una menzione meritano sicuramente I soliti ignoti (1958), La grande guerra (1959), L'armata Brancaleone (1966), Romanzo popolare (1974), Amici miei (1975), Un borghese piccolo piccolo (1977), Il marchese del Grillo (1981), Speriamo che sia femmina (1986), Parenti serpenti (1992).

 

 

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