Monster Family, di Holger Tappe

Pieno di buone intenzioni, che rimangono in una dimensione mai sviluppata per davvero, Monster Family è come una famiglia: nella favola e nell’orrore, nel bene e nel male, finiamo per volergli bene

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“Gli affetti familiari s’indossano solo in particolari occasioni” (Karl Kraus)

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Adattamento cinematografico del romanzo di David Safier Happy Family – in Italia uscito con un titolo sorprendentemente più interessante, La mia famiglia e altri orrori – la promessa e l’interesse dietro Monster Family sono quelli di offrire tutto tranne l’illusione di una famiglia felice. Il terzo lungometraggio animato del regista tedesco Holger Tappe, subito rende evidente il paragone tra paternità, adolescenza e un film dell’orrore. Emma (nella versione italiana, con la voce di Carmen Consoli), la mamma della famiglia Wishbone e proprietaria di una libreria, deve affrontare ogni giorno la sfida più grossa di tutte: mantenere la pace a casa e accontentare il suo svogliato marito, e Fay, la sua figlia insopportabilmente adolescente e Max, un piccolo “secchione” vittima di bullismo. Dopo un incontro casuale con il conte Dracula (voce di Max Gazzè) – che, solitario e malinconico come ogni cattivo animato, s’innamora perdutamente di lei – Emma e la sua famiglia saranno vittime di un particolare incantesimo, perpetuato dalla strega Baba Yaga, prigioniera del Conte di Transilvania: diventare i mostri dei costumi che indossano la notte di Halloween. Forse soltanto per un po’; forse, per sempre.

L’idea di un gruppo famigliare contemporaneo (che comunica, ma allo stesso si allontana per causa della tecnologia, i social e gli smartphone) e che attraverso la metafora dei costumi di Halloween confronta le sue paure e fa vedere la propria vera natura, poteva arrivare lontano, forse uscire dalla zona del “banale” e diventare qualcosa di straordinario. Ma Monster Family – proprio

il-conte-dracula-maxw-1280 come alcune famiglie nella vita reale – è piena di buone intenzioni. L’impulso iniziale rimane sempre lì, come se non avesse il coraggio di spingersi troppo, di prendere uno spunto e farlo diventare qualcosa di consistente, come se arrivasse sempre un po’ in ritardo perciò si sgonfiasse nello sforzo. Mentre la storia dell’orrore e gli scontri del clan Wishbone si svolge con un flusso narrativo lineare e corretto – con alcuni momenti brillanti, attimi di umorismo e risate genuine – la possibilità di raggiungere lo sblocco definitivo e arrivare oltre i confini del prevedibile si dissolve nei pixels di un nuovo mondo animato.

Ma stiamo parlando di un cartone animato, dell’illusione di un mondo migliore; perciò, non può essere tutto perso. La salvezza della famiglia Wishbone si trova precisamente nella sua vocazione cinefila, nel Dracula in stile Bela Lugosi che si veste come Magneto, nel omaggio a Yoda attraverso il personaggio della strega Baba Yaga e soprattutto in una delle sequenze centrali, quando la famiglia di “mostri” si trova in mezzo fermo-film-monster-family-2017al deserto egiziano e ognuno segue un percorso diverso. Le loro storie se dividono e all’improvviso siamo di fronte a una dimensione dissolta, con citazioni da La mummia, Mad Max, Frankestein, Allied, Lawrence d’Arabia e alla cult-pop più profonda stile America’s next top model. Questa frammentazione della realtà, dove ogni personaggio trova il suo senso vitale e il suo ruolo – come mostro e come umano – assomiglia a un miraggio in mezzo il deserto, un po’ d’aria fresca in una realtà strapiena di morali e di stereotipi, dove siamo troppo consapevoli del lieto fine che sta per accadere.

Come si se trattasse della nostra famiglia, Monster Family è un film a cui con tutte le sue sfumature, strade perse, tentativi falliti, scontri e “buone intenzioni”, inevitabilmente – nel bene e nel male, nella favola e nell’orrore – finiamo per voler bene.

Titolo originale: id.
Regia: Holger Tappe
Interpreti (voci originali e italiane): Carmen Consoli, Max Gazzè, Emily Watson, Jason Isaacs, Nick Frost, Jessica Brown Findlay, Celia Imrie, Catherine Tate
Distribuzione: Adler
Durata: 96′
Origine: Germania, 2017

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