MONTERO (Call Me By Your Name): la storia dietro al video di Lil Nas X

Il nuovo singolo e relativo videoclip di Lil Nas X conta già quasi 160 milioni di visualizzazioni su Youtube, generando polemiche e accuse d’incitazione al satanismo. Cosa c’è dietro?

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Il nuovo singolo del rapper Lil Nas X, Montero (Call Me By Your Name), è già in cima alle classifiche e su Youtube conta quasi 160 milioni di visualizzazioni, condite da miriadi di polemiche, tra accuse d’incitazione al satanismo, scandali pubblicitari e indignazioni da parte di alcune istituzioni religiose.
Ma è proprio qui che Lil Nas X voleva arrivare: Montero oltre ad essere un coming out in grande stile è soprattutto un’opera musicale, audiovisiva e performativa che va analizzata su più livelli, a partire dal videoclip che in 3 minuti riesce a sviluppare un racconto “classico” nella sua interezza. Inizio, svolgimento e fine conducono al messaggio principale, tanto chiaro quanto mascherato da diventare una provocazione perfetta contro tutti quelli che lo criticano per motivi etici.
Per coronare definitivamente la sua opera “oltraggiosa” Lil Nas X ha distribuito una linea limitata di 666 sneakers chiamate “Satan Shoes” e contenenti (a detta sua) una goccia di sangue umano, realizzate insieme al collettivo MSCHF, già esperto in lanci virali di prodotti: lo stesso che aveva creato la versione delle Nike Air Max ’97 rinominate “Jesus Shoes” con l’acqua santa nelle suole.
Una breve storia che si è conclusa in perfetto stile Lil Nas X, con tanto successo e una causa ai danni dell’immagine conferita dalla Nike a MSCHF, che ora dovrà ripagare. Ma il merchandising di Lil Nas non finisce qui,  nel frattempo ha cominciato a vendere una nuova linea di magliette con su scritto diverse frasi tipo: ho visto il videoclip di Montero, sono diventato gay e adoratore di satana.
Tutti parlano di Montero, che tra l’altro è il nome di nascita dell’artista: classe 1999 di Atlanta, in arte ha deciso di chiamarsi Lil Nas X perché al giorno d’oggi tutti devono chiamarsi Lil qualcosa e questo già è un pretesto per capire la sua poetica d’artista, che in sostanza potrebbe essere definita come una delle più grandi “trollate” in epoca contemporanea.

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È proprio così che Montero è diventato Lil Nas X, grazie al talento in primis, ma anche all’astuzia e alla capacità di cavalcare l’onda del momento, di sfruttare le tendenze per creare “cose” che vanno in controtendenza: opere che nascondono tanti livelli d’interpretazione.
La fama di Lil Nas X comincia in rete circa cinque anni fa. Prima di diventare uno dei rapper più seguiti del momento, Montero era un creatore di meme virali, un utente social attivo troppo perspicace per restare un semplice utente social, ed è proprio in quel periodo che è diventato un mago nello “smanettare” con l’applicazione TweetDeck inventando un nuovo format su Twitter, lo “Scenario Thread”. Una sorta di gioco narrativo divenuto virale, che parte dalla pubblicazione via social di un’immagine raffigurante un’ambientazione e prosegue con l’alternarsi dei commenti degli utenti, tra domande e risposte, con l’obbiettivo di costruire una storia.
Data la premessa, gli amici lo incitano a pubblicare i suoi brani musicali, così una volta finito il college, nel 2018 Lil Nas X fa il suo esordio su Soundcloud dove pubblica Old Town Road, un pezzo duettato assieme a Billy Ray Cyrus, che gioca sulla mescolanza dei generi Rap e Country parodizzandoli allo stesso tempo – e raggiunge il successo planetario grazie anche all’esplosione del brano per la Yeehaw Challenge su Tik Tok superando persino i record di One Sweet Day di Mariah Carey e Despacido di Luis Fonsi.

Montero (Call me by Your Name) rappresenta lo step evolutivo della carriera artistica di Lil Nas X, il cui videoclip diretto da lui stesso insieme a Tanu Muino – già collaboratrice di artisti di fama mondiale (ha realizzato i videoclip di Small Talk di Katy Perry, di Cotton Candy di Yungblud e tanti altri) – a partire dal titolo è un pastiche di citazioni bibliche, religiose, cinematografiche, storiche, mitologiche, musicali, che celebra la liberazione dalle imposizioni, in particolare da quelle che limitano o impediscono l’espressione libera della sessualità o semplicemente dell’essere sé stessi.

Il testo, come il videoclip, parla dell’emancipazione di tutti quelli che in un modo o nell’altro si sentono “diversi” e giudicati perché non corrispondono agli standard che al contrario vengono ritenuti “normali”, accettabili dalla società, dalle istituzioni, dalla morale.
Per raccontare questa storia di rivendicazione personale e collettiva, Lil Nas X ribalta gli stereotipi di tutto ciò che viene considerato “classico”, partendo dalle cose più basilari come i colori e si cala a ritmo di hip hop in un trip dantesco dal paradiso all’inferno, luogo in cui, secondo alcune morali teologiche, finiscono gli omosessuali, i peccaminosi, chiunque ceda al peccato originale, quello carnale.
Lil Nas X dedica questa canzone a tutti quelli che hanno combattuto o stanno combattendo una guerra contro sé stessi a causa delle proprie pulsioni, istinti o comportamenti, che funzionano diversamente dalle morali che sono state insegnate loro. Poi la dedica al sé stesso del presente e a quello del passato a cui ha scritto e pubblicato su Instagram una lettera in concomitanza con l’uscita del brano: Caro Montero di 14 anni, ho scritto una canzone con il nostro nome. So che abbiamo promesso di non fare mai coming out pubblicamente, so che abbiamo promesso di non essere mai “quel” tipo di persona gay, so che abbiamo promesso di morire con il segreto, ma questo aprirà le porte a molte persone. Sarà spaventoso per me, la gente si arrabbierà. Ma la verità è che lo sto facendo. Ti mando amore dal futuro.
Il videoclip inizia con un’altra frase in voice over, che potrebbe riagganciarsi alla lettera: Nella vita, nascondiamo le parti di noi stessi che non vogliamo che il mondo veda. Li rinchiudiamo, diciamo loro di no. Li bandiamo. Ma qui non lo facciamo, Benvenuto a Montero.
La paura è un elemento centrale in Montero: rappresenta l’opposto del concetto di libertà, in quanto pratica dell’autorità, del potere. La paura nasce dalla paura stessa, dalla non comprensione del diverso, poi diventa dottrina e strumento di controllo, un ostacolo alla comprensione degli altri e di sé stessi. Per questo Lil Nas X, nel suo viaggio verso l’inferno, ripercorre tutti gli archetipi dei concetti che hanno contribuito a sviluppare la memoria collettiva dell’ umanità. Concetti che, in un modo o nell’altro, hanno rappresentato paure, suggestioni o metodi per instillare la paura, come quella di essere giudicati, del rifiuto, di finire all’inferno.
Mentre Lil Nas X (che interpreta tutti i personaggi del video) riposa sotto l’albero del peccato nel giardino dell’Eden, come Eva viene sedotto dal serpente, che lo trasporta in un viaggio psichedelico lontano dalla sua comfort zone (il paradiso)verso l’ignoto (l’inferno).
Un viaggio durante cui Lil Nas X viene giudicato (sempre da sé stesso) durante una sentenza pubblica in un Colosseo, dove la platea lo lapida lanciandogli contro plug anali e condannandolo alla sofferenza eterna.
Qui comincia la discesa negli inferi, una lunga scivolata sensuale su di un palo da lap dance, che al contrario delle aspettative diventa divertente come non mai: Lil Nas X finisce dritto in braccio a Satana e dopo aver sedotto anche lui, finalmente gli ruba il trono.

Montero è una critica alla teologia e alle morali fondate sul piacere e sul divertimento, sulla separazione dei colori e dei sessi. Chiaramente non è una celebrazione della morte, né tanto meno un’istigazione al satanismo. È una celebrazione del mondo carnale, quello dei corpi che provano dolore e piacere, con cui si convive o si oppone resistenza.
Montero è un’immensa presa in giro contro tutti quelli che giudicano prima di comprendere – questo concetto è palesato dalla scritta che appare sul pentacolo “condannano ciò che non capiscono” – una critica a tutte quelle istituzioni religiose, specialmente a quella cattolica (con cui Lil Nas X è stato cresciuto) che professano attraverso discorsi sulla sofferenza, sul sacrificio, ma allo stesso tempo sono riluttanti nel parlare di cose come la sessualità, il dualismo che risiede nella natura di qualsiasi essere umano, etichettandole solamente come cose “sbagliate” da tenere lontano, peccati per cui si finisce all’inferno.
Lil Nas X mentre interpreta sé stesso calato in diversi ruoli/rappresentazioni di personaggi mitologici e riflessi della realtà contemporanea è totalmente consapevole di far parte della società che sta criticando e per questo, in un primo momento, si autoinfligge la condanna “all’inferno”, per poi scoprire che quell’inferno in realtà non è altro che la presa di coscienza di sé stessi.
Se Satana rappresenta questo simbolo del male assoluto, responsabile di ogni cosa negativa che accade, allora Lil Nas X gli spezza il collo, abolisce quel male di cui lo accusano perché in realtà non è altro che l’illusione di chi non è capace di accettare altri punti di vista.

Infine dopo averlo ucciso indossa le sue corna mentre spiega le ali, perché è solo dopo aver affrontato i suoi “demoni” che potrà diventare veramente sé stesso insieme ad entrambe le sue parti ricongiunte, “bene” e “male”, “diavolo e “angelo”.

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