"Mostri contro alieni", di Rob Letterman, Conrad Vernon

mostri contro alieni

Dalla verde campagna di una cittadina americana al segretissimo dipartimento tenuto sotto controllo dall’esercito, dalle strade di una città in preda al panico alla navicella spaziale di un folle alieno pronto a conquistare la terra con l’aiuto dei suoi cloni. Come il frammento di meteorite che precipita sulla terra, il film della Dreamworks attraversa l’orizzonte cinematografico lasciando dietro di sé una flebile scia luminosa, destinata presto a scomparire

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Mostri_contro_alieniIn costante movimento, esplora lo spazio circostante in tutte le direzioni, seguendo la traiettoria minacciosa di un meteorite in corsa attraverso gli strati dell’atmosfera, alzando lo sguardo verso l’alto per contenere la crescita oltremisura di una giovane californiana in una chiesa gremita di parenti il giorno delle nozze, accompagnando il generale in volo, tra mostri di casa e alieni. L’occhio in tre dimensioni della Dreamworks osserva il mondo virtuale che essa stessa ha creato, senza sosta, come l’enorme pupilla spalancata del robot alieno assiste all’esibizione del presidente degli Stati Uniti d’America, pronto al suo personale incontro ravvicinato del terzo tipo, dopo aver raggiunto la cima di una lunghissima scala. Un esperimento visivo lungo poco più di 90 minuti, quello di Mostri contro alieni, nel suo tentativo di combinare forme e colori di diversa natura, corpi di dimensioni e altezze differenti che interagiscono tra loro, oltre che con l’ambiente circostante. Dalla verde campagna di una cittadina americana al segretissimo dipartimento tenuto sotto controllo dall’esercito, dalle strade di una città in preda al panico alla navicella spaziale di un folle alieno pronto a conquistare la terra con l’aiuto dei suoi cloni. Cambia lo scenario, cambia la prospettiva (“Dovresti vedere le cose dal mio punto di vista”, le dice il quasi-marito di Susan, trascinato sul tetto dell’emittente televisiva per cui lavora dalla sua promessa sposa formato extra-large post-trasformazione), cambiano le regole. Resta immutato l’obiettivo della pellicola, che fa della materia di cui si compone, l’oggetto delle sue manipolazioni. Ogni scena è il risultato di questo continuo giocare con spazio (bidimensionale o tridimensionale che sia), tempi (la pellicola subisce diverse battute di arresto nel suo scorrere lungo i binari di una traccia narrativa piuttosto evanescente), mutazioni (quella di Susan, come quella degli altri “mostri”) e sguardi (non è un caso che B.O.B. si diverta continuamente a spostare il suo stesso occhio). Esemplare in tal senso, quella in cui la protagonista si risveglia in una stanza vuota dopo essere stata catturata, per poi fare la conoscenza dei suoi compagni di avventura. È tutto qui il senso di Mostri contro alieni: la stanza è il cinema della Dreamwoks, schermo bianco, grado zero dell’esperimento, al quale sommare via, via nuovi elementi. Idea questa, che risulta inconciliabile con una trama narrativa di tipo classico, nella quale si distinguono personaggi carismatici, vittime di un’ironia e di un umorismo fin troppo uguali a sé stessi. L’equilibrio della pellicola appare insomma sbilanciato nettamente verso la sua componente visiva (complice anche l’aver pensato il film in 3 D dall’inizio alla fine), a scapito di un intreccio situazionale schiavo di meccanismi ripetitivi e tutt’altro che interessanti. Come il frammento di meteorite che precipita sulla terra, il film della Dreamworks attraversa l’orizzonte cinematografico lasciando dietro di sé una flebile scia luminosa, destinata presto a scomparire.

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Titolo originale: Monsters vs. Aliens
Regia: Rob Letterman, Conrad Vernon
Voci originali: Reese Witherspoon, Hugh Laurie, Seth Rogen, Paul Rudd, Kiefer Sutherland, Rainn Wilson, Will Arnett, Stephen Colbert, Jeffrey Tambor, Renée Zellweger
Distribuzione: Universal Pictures Italia
Durata: 94’

Origine: USA, 2009 
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