MOVIEGAMES – A faccia a faccia con gli alieni?

…magari! La cosa di cui più si sente la mancanza in “Area 51” è infatti dei più o meno malefici omini verdi venuti dallo spazio. Ma questo non significa che non si debbano sudare le proverbiali camice per uscirne vivi!

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L'Area 51 è una leggenda metropolitana che è stata in grado di creare, in oltre mezzo secolo, un corpus proprio nell'immaginario statunitense e mondiale. Libri, fumetti, film, programmi televisivi sono stati realizzati per speculare (o tentare di documentare) quello che sarebbe nascosto nel deserto del Nevada. L'unica cosa che vorrei qui ricordare è una simpatica puntata del cartoon Cocco Bill dove il nostro pistolero scopriva che la base era attiva fino dall''800 e riusciva ad aiutare l'alieno ivi imprigionato mettendolo in comunicazione con gli scienziati suoi "tutori". Era inevitabile che prima o poi qualcuno pensasse anche ad un videogioco, e tutto sommato lo sparatutto Midway uscito ora non è certo il primo titolo che ci permette di accedere a quest'area.

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Del resto, arrivando in zona, basta entrare in un qualsiasi negozio per trovare alieni dappertutto: su gadget, magliette, poster, ecc. Perché non immaginarli anche all'interno di un videogioco? Sembrerebbe un'idea abbastanza scontata, forse in realtà troppo. E magari è quello che si sono detti pure i programmatori di questo Area-51, prodotto da Midway e distribuito da Leader. Nei panni del marine di turno, tale Ethan Cole, dobbiamo dare una mano a risolvere la situazione provocata dal materiale genetico sfuggito di mano nei laboratori della base nel Nevada. Da questo punto di vista la trama si rifà un po' al primo Half-Life: mentre il virus impazza trasformando soldati e scienziati in mostri assassini, misteriose unità speciali controllano che tutto si svolga secondo superiori piani, ma scienziati forse nostri alleati cercano d'indicarci la via.

Il problema maggiore di questo sparatutto in prima persona per Ps2 e Xbox è che di alieni per molto tempo non se ne vede proprio l'ombra. In compenso il nostro alter ego digitale viene infettato dal materiale genetico alieno trasformandosi anch'egli in mostro, ma riesce ad interrompere in tempo la mutazione senza però avere la possibilità d'annullarla del tutto. Ha così l'opportunità di combattere in entrambe le modalità: umana, utilizzando le armi da fuoco, e mostruosa, utilizzando micidiali corpo a corpo con la possibilità di sottrarre energia ai nemici. Ulteriori alternative sono fornite dalla modalità multiplayer, attivabile anche in rete.

Ma tutto sommato Area-51 soffre troppo del suo essere sostanzialmente un prodotto derivativo: il mood generale lo si è già visto essere ricavato dal primo Half-Life, il gameplay è sicuramente ricavato da Halo (cosa che personalmente trovo deprecabile datà l'asetticità degli ambienti e la scarsa varietà di nemici e situazioni che affligge entrambi i titoli), la storia è in debito con diversi episodi di X-Files, tanto è vero che al nostro Ethan è stata data la voce di David "Fox Moulder" Duchovny che però si perde nel – pur ottimo – doppiaggio.

Insomma Area-51 è un gioco bello ma che lascia insoddisfatti. Belli sono gli ambienti, la grafica, la musica, la difficoltà negli scontri a fuoco e la possibilità di utilizzare abilità "mostruose" oltre che la doppia arma (che fa sempre molto "cowboy"). L'insoddisfazione nasce da altro: dalla scarsa incisività pur avendo a disposizione del materiale apparentemente assai appetibile, dall'aver fatto uno sparatutto in prima persona uguale a tanti altri per non aver voluto investire un minimo in creatività e in un bravo sceneggiatore. Ma questa situazione per i giochi, purtroppo, è la regola e non l'eccezione.

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