MOVIEGAMES – Sam Fisher vs. James Bond?

Tom Clancy torna sui computer e sulle console con un nuovo gioco: il secondo episodio di Splinter Cell: Pandora Tomorrow e fa di nuovo centro riuscendo anche stavolta a legare il proprio nome ad un prodotto di successo.

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Il mese scorso abbiamo parlato di un gioco dedicato a James Bond e continuiamo anche ora col genere spionistico di origine letteraria che approda con successo al mondo videoludico. Lasciamo però l'inglese Ian Fleming per accostarci all'americano Tom Clancy. I suoi romanzi, a partire da La grande fuga dell'Ottobre Rosso, sono stati non solo dei best seller, ma anche il canovaccio per una serie di film d'azione di notevole successo. A partire da Rainbow Six però la narrativa di Clancy è arrivata anche ad ispirare giochi di successo paragonabile a quello ottenuto in ambito narrativo e cinematografico. In ossequio a tale successo, Tom Clancy ha preparato direttamente per il mondo videoludico un nuovo personaggio: Sam Fisher, attempato ma dinamico agente della supersegreta agenzia Third Echelon, inviato in giro per il mondo per sventare complotti ai danni della pax americana. Il primo Splinter Cell è stato pubblicato da Ubisoft nel 2002 inizialmente per Xbox e poi per tutte le altre piattaforme. Anche qui il consenso dei videogiocatori non è mancato ed eccoci dunque ora di fronte ad una nuova avventura di questo particolare agente speciale. Splinter Cell Pandora Tomorrow, sempre pubblicato da Ubisoft, è oggi disponibile per Xbox e per Pc (con una grafica tutto sommato equivalente) oltre a versioni "minimali" per GameboyAdvance e per cellulari. In esso torniamo ad impersonare l'agente Sam Fisher in lotta contro terroristi che vogliono sterminare mediante armi biologiche i civili americani per impedire che il loro governo metta i bastoni tra le ruote al loro tentativo di rovesciare governi illegalmente insediati a suon di dollari.

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Tutto comincia a Timor Est, dove il clima infuocato tra la piccola nazione ed il governo indonesiano ha reso facile al carismatico guerrigliero Suhadi Sadono l'irruzione nell'ambasciata americana. Il compito per Sam Fisher è dunque quello d'infiltrarsi nell'ambasciata occupata e di recuperare dati "sensibili" in possesso di un funzionario dell'ambasciata. Da questi si desume che un agente americano potrebbe fare il doppio gioco in favore dei ribelli che, a loro volta, sono riusciti ad entrare in possesso di armi biologiche prodotte dai siriani, armi che costituiscono una minaccia diretta (a "clear and present danger" per dirla con Clancy) alla nazione statunitense. Ecco dunque che l'agenzia che paga Sam Fisher lo spedisce subito in Francia e poi in Israele e poi ancora in Indonesia per scongiurare che la crisi asiatica arrivi a minacciare i cittadini americani.La fortuna di Splinter Cell non è difficile da spiegare e deriva non tanto dall'appeal del protagonista quanto dal ben congegnato gameplay. Se infatti Everything or Nothing, il Bond-game recensito il mese scorso, riusciva ad essere incisivo sostanzialmente per la conformità al Bond-style, più che per particolari meriti ludici, Splinter Cell non può sicuramente basarsi sul carisma del protagonista, dato che esso è sostanzialmente nullo. Parlando di generi letterari, se lo spionaggio di 007 è qualcosa che si può ancora definire classico e romantico, e si può affiancare al "tactical espionage action" di Metal Gear Solid che, se è fantascientifico (pur ambientandosi non lontano dalla contemporaneità) e ipertecnologico, tuttavia mantiene intatta la patina di romanticismo e di pathos del protagonista, Solid Snake, veterano di tante battaglie e ancor oggi invischiato nelle lotte sotterranee di potere, lotte a cui si piega ma tentando di capire in quali ingranaggi sia capitato prima che questi lo spezzino. Al contrario il Sam Fisher di Splinter Cell è il soldato perfetto, quello che si fa poche domande e comunque non si cruccia troppo anche se quelle poche rimangono senza risposta. Ad esempio quando gli viene ordinato all'improvviso di uccidere una spia alleata, Sam Fisher non può fare altro che obbedire senza ottenere nulla più che poco convincenti motivazioni di doppio gioco da parte del superiore.Insomma in Splinter Cell il romanticismo fa posto all'iperrealismo sconfinante nel cinismo, ed alla spia sciupafemmine o tormentata, il soldato perfetto, anonimo ed efficiente. Si potrebbe pensare ad IGI, in cui il volto del protagonista David Jones – modellato su quello di Chris Ryan, veterano della prima Guerra del Golfo ed in seguito autore di libri di successo scritti con lo pseudonimo Andy McNab – è nascosto dalla prima persona, ma certamente Splinter Cell ha un meccanismo di gioco meno frustrante. Mentre infatti in IGI occorre studiare minuziosamente – tatticamente – i movimenti e la disposizione dell'avversario, Splinter Cell ha un approccio sicuramente più lineare ed "arcade", simile in ciò a Metal Gear Solid. Rispetto a Metal Gear Solid la visuale però è una terza persona vincolata al protagonista che si trasforma in semi-soggettiva mentre si sta prendendo la mira con un'arma o addirittura in soggettiva completa nella modalità multiplayer quando si vestono i panni di un terrorista. La terza persona legata al protagonista permette di calibrare esattamente i movimenti ma anche di avere un'ampia prospettiva dell'ambiente circostante, requisiti importanti quando si tratta di compiere acrobazie senza dare nell'occhio. L'importante è la capacità di passare inosservati o di uccidere/tramortire i nemici senza che essi possano dare l'allarme. A tal fine abbiamo due alleati: l'oscurità e i gadget tecnologici. Restando immobili nell'ombra risulteremo invisibili ai nostri nemici e sfrutteremo al meglio questo dato ambientale muovendoci silenziosamente ed oscurando il più possibile le fonti di luce. I gadget a disposizione sono invece: il visore a raggi infrarossi, il visore termico, il cavo ottico che ci permette di spiare oltre le porte chiuse, ma soprattutto la pistola col silenziatore che ci permette di sparare alle luci senza farci localizzare o di liquidare un nemico con un "headshot" preciso quando i superiori ci concedono la "licenza d'uccidere". La modalità multiplayer, disponibile sia per Xbox che per Pc, prevede la scelta tra buoni e cattivi. Se si milita fra i buoni la visuale a disposizione è la stessa del single-player e gli obiettivi sono quelli di infiltrarsi in zona nemica e disattivare le armi biologiche presenti. I cattivi invece giocano con visuale in prima persona perché il loro scopo è principalmente quello di individuare ed eliminare gli agenti americani.In conclusione Splinter Cell Pandora Tomorrow non è un gioco semplice, ma la linearità dell'azione aiuta a risolvere anche le situazioni più intricate, sia che esse ci trovino precariamente attaccati all'esterno di un treno in corsa o tra il folto della giungla indonesiana, evitando sia gli appostamenti infiniti di IGI sia la noia di missioni troppo semplici. In più non guasta che il gioco sia completamente tradotto in italiano e a qualcuno magari interesserà sapere che Suhadi Sadono è stato doppiato da Morgan. Certo, non si tratta di nulla di eccezionale, ma vedere che s'inizia a considerare professionalmente la localizzazione fa piacere, anche perché è un sintomo di un mercato ormai abbastanza maturo da essere attento ai gusti ed alle preferenze del pubblico.

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