Mr Bachmann and His Class, di Maria Speth

Un documentario che racconta della passione per l’insegnamento del professor Bachmann, e della sua idea di integrazione che supera le barriere culturali. Orso d’Argento alla Berlinale 71

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Quanto è importante nel percorso educativo incontrare un professore appassionato e competente? Moltissimo, evidentemente. Ed ancor di più quando si è in presenza di una classe composta di studenti provenienti da dodici paesi diversi, come a Stadtallendorf, in Assia, situata nella Germania centro-occidentale, una città industriale con un’alta percentuale di persone di origine straniera e un centro per l’integrazione e il reinsediamento. Il professor Bachmann è un professore non convenzionale, a partire dal look scanzonato, ma dotato di un’energia contagiosa. Nonostante sia ormai arrivato alle soglie del pensionamento, il suo più grande desiderio è preparare gli studenti, di età compresa tra i dodici ed i quattordici anni, ad affrontare la vita in possesso di alcuni strumenti fondamentali, primo fra tutti quello di padroneggiare la lingua tedesca.

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Il documentario di Maria Speth è un film sull’integrazione e precisamente sul ruolo cruciale della scuola per abbattere le barriere delle incomprensioni dovute ad origini, modi e costumi differenti. Le lezioni sono quanto di più lontano dall’approccio nozionistico, mirano innanzitutto ad un coinvolgimento, prima tappa obbligata per arrivare alla una comprensione, così come le materie, sempre ricalibrate su delle esperienze dirette, in una declinazione quanto più possibile vicina al reale. Lo sguardo della regista cattura soprattutto i momenti di scambio bilaterale, i dialoghi ingenui, sinceri e stimolanti di alunni in piena fase di sviluppo, messi in condizione di confrontarsi raccontando le proprie storie, i desideri, le paure. Sono tutti figli di immigrati turchi, ucraini, polacchi, italiani, rumeni, bulgari, arrivati in Germania per cercare lavoro o per fuggire da qualcosa di brutto.

Si parla d’amore, di politica, di religione, di musica e sullo schermo sembra materializzarsi lo sviluppo ideale dell’insegnamento, fatto di tolleranza e rispetto reciproco, con una grande attenzione alle sensibilità dei singoli. Dal racconto emergono tanti ritratti, di cui si possono indovinare le differenze di carattere, quello più estroversi e quelli più introversi, chi ama essere al centro dell’attenzione da chi preferisce stare in ascolto nella sicurezza del suo posto. Le riprese sono in gran parte girate in aula, con un’incursione nel museo di Allendorf, poco distante, per narrare della Seconda Guerra Mondiale e delle fabbriche di esplosivo poi riconvertite dopo il conflitto a produrre oggetti di uso quotidiano, più l’immancabile gita fuori porta, occasione per eliminare definitivamente i ruoli ed approfondire confidenze e fiducia reciproca. L’intervallo temporale comprende un passaggio di stagione, si parte con la neve per arrivare in primavera, per sottolineare, anche con il disgelo, il profondo legame raggiunto. Mr Bachmann and His Class può diventare il modello per superare le tensioni e le diffidenze in un mondo dove le barriere culturali sembrano ancora troppo alte per essere superate.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.4

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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