"Mr. Bean's Holiday", di Steve Bendelack

L'ossessione digitale live: una satira morbida, 'absolutely correct', perfettamente integrata ai modi della nuova generazione cinefila

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Ogni azione è deviazione. Tranne l'avvio – partire per una vacanza – ogni movimento/idea di Mr. Bean è l'opposto esatto della razionalità, della norma e dell'aspettativa. E anche quando l'opposto stesso – la deviazione – si fa prevedibile, là interviene potente la pluripremiata mimica di Rowan Atkinson.

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Con sguardo alterno – lontano sul paesaggio, dettaglio sull'imprevisto – il film di Steve Bendelack segue il viaggio del protagonista: Chaplin insegna – tragedia in primo piano, commedia in campo lungo. Cita dosato i classici del genere senza impantanarsi, è alieno dalla volgarità, parte in sordina e raggiunge punte irresistibili – la scena dell'esibizione per strada, quella in bici e il travestimento a Cannes. Sì, nella prima parte Mr Bean's Holiday è sottotono, e le sfighe da viaggio del protagonista farebbero impallidire le gite aziendali fantozziane. Ma in fondo, cos'è Mr. Bean? Uno normale, medio, uno che segue il libro – al colmo della felicità perché una vincita alla riffa parrocchiale gli ha regalato una vacanza al mare. E' invece nella seconda parte del film che si prende definitivamente il largo verso l'assurdo, quando all'uomo/viaggiatore medio si sovrappone la profondità surreale…Se prima si ride per identificazione, o al contrario per condanna, poi si ride perché saltano tutti gli steccati del possibile.


Una satira 'absolutely correct', morbida, suggerita e non interferente, dell'idea stessa di vacanza, del turismo, ma anche di un certo tipo di regista (incarnato da Willem Dafoe) e, definitivamente, dell'ossessione digitale. Che finisce per diventare la chiave del film, all'incrocio tra le riprese continue e onnivore fatte da Mr. Bean con la sua camera e il più prestigioso Festival del Cinema. Così Mr. Bean's holiday mette in scena – in prima persona – la pratica visiva oggi più saliente: e contemporaneamente la rende comica, la ridicolizza, ma la rende anche narrativamente centrale…


Tutto è calibrato. Godibile, semplice. Tra vero e falso, normale e weird, perfettamente integrato ai modi di sentire il cinema della nuova generazione cinefila: quella che fa di un playback la scena comica madre del film, quella che riprende tutto e si esibisce su YouTube, beffandosi dei confini tra mainstream e non, per non parlare di quelli tra produzione e fruizione. Sì, decisamente, il gioco funziona.

Titolo originale: id.


Regia: Steve Bendelack


Interpreti: Rowan Atkinson, Willem Dafoe, Max Baldry, Emma De Caunes, Karel Roden, Jean Rochefort


Distribuzione: UIP


Durata: 90'


Origine: Gran Bretagna, 2007


 

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