MrBeast e la possibile acquisizione di TikTok

Lo youtuber con più iscritti al mondo sarebbe a capo di una cordata di imprenditori intenzionati a rilevare negli Stati Uniti il social cinese per evitare il ban definitivo deciso dalla Corte Suprema


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Soltanto pochi giorni fa vi raccontavamo di come Donald Trump, in uno dei suoi primi atti in seguito al suo secondo insediamento alla Casa Bianca, avesse salvato (momentaneamente) TikTok, sospendendo la legge che imponeva la disattivazione dell’app in caso di mancata cessione da ByteDance – azienda gestita in parte dal Partito Comunista Cinese – ad un acquirente non cinese. Ecco quindi che, tra le ipotesi ventilate negli ultimi giorni, si fa spazio quindi anche il nome di MrBeast come potenziale nuovo proprietario della piattaforma.

MrBeast, all’anagrafe James Stephen Donaldson, d’altronde ne ha un interesse diretto evidente, essendo tra i contenti creator più seguiti sui social a livello globale. Nato nel 1998, ha iniziato a pubblicare video su YouTube nel 2012, rimanendo tuttavia poco noto fino al 2017, quando comincia invece la crescita che porta il suo canale, a giugno del 2024, ad essere quello con più iscritti sulla piattaforma (ad oggi la cifra si aggira intorno ai 350 milioni). I suoi contenuti sono per lo più incentrati su challenge i cui partecipanti concorrono per aggiudicarsi montepremi particolarmente ingenti. Questo tipo di format ha poi trovato compimento definitivo con i Beast Games, un reality distribuito da Prime Video in cui 1000 concorrenti si sono sfidati per vincere 5.000.000 di dollari, oltre che ulteriori premi come un’isola privata o una Lamborghini.

Nonostante non sia il suo cosiddetto core business, i 114 milioni di follower che MrBeast ha su TikTok costituirebbero tuttavia un valido motivo per mobilitarsi affinché il social possa rimanere attivo anche negli Stati Uniti. Proprio per questo lo youtuber, qualche giorno fa, aveva comunicato sul proprio profilo X la volontà di acquistare la piattaforma. L’intenzione era poi stata ribadita, tra il serio ed il faceto (senza che sia chiara quale tra i due aspetti della vicenda prevalga), il giorno successivo, quando Donaldson ha postato a proposito delle presunte numerose chiamate ricevuto da una serie di miliardari disposti a sostenerlo, con anche diverse stories sul suo account Instagram a supporto. Si paventa quindi insistentemente la possibilità che MrBeast stesso possa mettersi a capo di una cordata di imprenditori (o di altri colleghi che vederebbero andare in frantumi i proprio interessi in caso di ban definitivo di TikTok) con l’obiettivo di formulare un’offerta significativa a ByteDance. Dal canto suo, va detto, la società cinese non sembra disposta comunque a cedere il controllo dell’applicazione, quindi qualsiasi nome fatto in questa fase si muove comunque nel campo delle speculazioni.

MrBeast

Ciononostante, l’interesse di MrBeast non può che incuriosire, quantomeno perché in un simile scenario TikTok diventerebbe a tutti gli effetti la prima grande piattaforma in mano agli stessi creator. Inoltre, il nome di Donaldson ricorre spesso in una serie di controversie legate soprattutto a continue accuse ricevute per le cattive condizioni a cui sarebbero sottoposti i suoi dipendenti. Sono in molti infatti a sostenere di essere stati vittime di aggressioni fisiche e verbali sul luogo di lavoro, spesso anche da parte dello stesso creator.

Come già detto, siamo ancora lontani dalla possibilità che quest’ipotesi si concretizzi. La concretezza però non è sempre (quasi mai, mai) un elemento richiesto per accendersi nei dibattiti online, che quindi oggi impazzano sui social tra favorevoli e contrari. Ad oggi la situazione legata a Tik Tok è in un momento di stallo, con il ban che si è verificato per una settimana prima che il neoeletto presidente Trump lo sospendesse per 90 giorni. La legge che imponeva la disattivazione, approvata con supporto bipartisan nel 2024, era stata impugnata da ByteDance di fronte alla Corte Suprema facendo appello al primo emendamento, con il ricorso che era però stato successivamente bocciato. La società cinese, prima di riflettere davvero sull’ipotesi di vendita (con tutte le conseguenze anche geopolitiche del caso), sembra voler studiare tutte le possibilità a sua disposizione sul piano legale, che al momento non sembrano però essere molte. Ciò che è certo è che, MrBeast o meno, TikTok ha comunque le settimane contate e quindi, per cercare di sopravvivere in un mercato cruciale come quello USA, qualsiasi strada percorribile non può essere esclusa a priori.


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