Mufasa: il re leone, di Barry Jenkins

Dalla saga familiare, all’origin story di un villain. Barry Jenkins riscrive i destini di Mufasa e Scar, tra le vie del western e del dramma fraterno. Di grande intrattenimento, seppur poco coraggioso

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Sulla nascita di un villain per amor perduto. Chi mai avrebbe potuto immaginare che questa formula si sarebbe adattata un giorno, perfino alla saga familiare senza tempo del Re leone? Barry Jenkins, a distanza di sei anni dalla sua ultima regia Se la strada potesse parlare, torna al cinema con Mufasa: il re leone. Prequel del premiato remake shot-for-shot fotorealistico di Jon Favreau, dell’indimenticabile film del 1994. Di una delle più grandi epopee familiari della storia del cinema d’animazione e non, Barry Jenkins eredita il capitolo probabilmente più interessante e complesso, quello delle origini, tanto dell’amore e della famiglia, quanto del male.

In scrittura ancora una volta Jeff Nathanson, più volte sceneggiatore del cinema di Steven Spielberg e Joachim Rønning, qui alle prese con l’esplorazione degli istinti di sopravvivenza e valore affettivo di Mufasa (Aaron Pierre/Luca Marinelli) e Taka (Kelvin Harrison jr./Valeriano Corini/Edoardo Veroni). Due cuccioli di leone in fuga dalla terra di nascita, prossimi a raggiungere quella invece sognata, dunque promessa. Lo sappiamo fin da subito, il loro legame non è stabilito dal sangue, ma dalla fiducia. Alimentata dai valorosi genitori vinti in battaglia e tramandata ai figli, nella speranza di un’unione inscalfibile. Eppure di fronte all’amore, specie se desiderato e poi perduto, nulla può. Lo sa bene Taka, protagonista assoluto di un’esperienza cinematografica visivamente spettacolare e immersiva, che è prima di ogni altra cosa, un’inattesa villain origin story.

Come detto, sulla nascita di un villain per amor perduto. Che coincide tanto con il legame fraterno lacerato, quanto con il sogno infranto di dar vita ad una famiglia felice con la solitaria Sarabi (Tiffany Boone/Elodie). I sogni restano tali, proprio come il reale, che irrompe improvvisamente sull’innocenza perduta dei due fratellastri. Un’innocenza che svanisce alla comparsa del primo amore. Traccia che torna continuamente nel cinema di Jenkins, a partire dall’esordio Medicine for Melancholy. Poiché il primo amore è innegabilmente, scoperta di un nuovo sé. Muta infatti Mufasa, che da cucciolo fragile, si fa via via più forte, valoroso e d’astuzia. Al suo progredire, fa leva Taka, che arresta il suo percorso familiare, scegliendo la violenza, generata dalla rabbia e dalla frustrazione.

Il prequel di Barry Jenkins fa ciò che deve, proponendo ai suoi spettatori un cinema di innegabile intrattenimento, la cui estetica è quanto di più coinvolgente e spettacolare si potesse desiderare oggi. Manca forse una certa dose di coraggio nell’esplorazione degli istinti più bassi – i sacrifici familiari nel branco dei leoni bianchi e così via -, certamente relegata all’off screen, così da accogliere un pubblico estremamente ampio e di ogni età, senza mai suscitare terrore o panico. Eppure il male lo sappiamo, appartiene da sempre alla saga del Re leone, richiamarlo senza mostrarlo realmente, potrebbe risultare illusorio o peggio, ingenuo. Al netto di questo, vale la pena godersi la grande avventura. Interessanti le sue derive western, per dire di più, si attendono i prossimi capitoli.

 

Titolo originale: Mufasa: The Lion King
Regia: Barry Jenkins
Voci: Aaron Pierre, Braelyn Rankins, Kelvin Harrison jr., Theo Somolu, Seth Rogen, Billy Eichner, John Kani, Kagiso Lediga, Tiffany Boone, Preston Nyman, Abdul Salis, Beyoncé, Donald Glover, Mads Mikkelsen, Thandiwe Newton, Lennie James, Anika Noni Rose, Keith David, Blue Ivy Carter
Voci italiane: Luca Marinelli, Mattia Moresco, Adriano Trio, Alberto Boubakar, Valeriano Corini, Edoardo Veroni, Stefano Fresi, Edoardo Leo, Toni Garrani, Edoardo Stoppacciaro, Elodie, Riccardo Suarez, Elisa, Marco Mengoni, Dario Oppido, Daniela Calò, Pasquale Anselmo, Domitilla D’Amico, Karima, Eugenio Marinelli, Emma Marrone
Distribuzione: The Walt Disney Company Italia
Durata: 120′
Origine: USA, 2024

 

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.2
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Il voto dei lettori
3.67 (3 voti)

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