Mummie. A spasso nel tempo, di Juan Jesús García Galocha

Un film di puro movimento, pieno di invenzioni, che non si ferma mai, neanche quando si rende conto di aver lasciato troppo spazio alla forma e, forse, meno ai temi su cui avrebbe voluto ragionare

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Inizia citando Ben Hur con Tuth, giovanissima promessa delle corse a cavallo nell’Antico Egitto pronto a vincere l’ennesima competizione dopo aver sbaragliato gli avversari. Stavolta, tuttavia, qualcosa va storto. Tuth, infatti, all’improvviso si schianta rovinosamente al suolo. Non vediamo la sua morte a schermo ma dopo poco lo ritroviamo, trasformato in mummia, in un dimensione parallela popolata proprio dai defunti. Qui, il giovane, insieme al fratello Sakhem e a Nefer, figlia del faraone che vorrebbe vivere libera e fare la cantante, saranno chiamati ad un’avventura imprevista, costretti a tornare nella Londra contemporanea per impedire al malvagio archeologo Lord Carnaby di un gioiello dagli straordinari poteri.

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Galocha si infila con il suo Mummie nello stesso percorso di un altro interessante film d’animazione, il recente L’Ispettore Ottozampe e il mistero dei misteri e conferma come il contesto di certo cinema spagnolo sia assimilabile a quello di una zona franca, in cui spingere l’animazione in zone dove certo mainstream pop non può arrivare.

E la direzione di Mummie. A spasso nel tempo, pare chiara e, soprattutto, affascinante. Lo tradisce già, ovvio, quell’inizio straordinario, che tira in ballo la morte in maniera al contempo così gentile e tuttavia plateale, ma lo conferma anche l’inusuale ragnatela tematica su cui si appoggia il film, che pare costeggiare tanto un’inedita insicurezza del suo eroe quanto una strana idea di emancipazione a due voci, un desiderio di sfuggire alle convenzioni sociali che coinvolge tanto Tuth quanto Nefer.

Ma forse Mummie. A spasso nel tempo intende la sua rivoluzione in un altro modo, forse il suo giocare con temi alti pare quasi una provocazione divertita. Perché il film di Galacha pare riuscire davvero come un paradossale racconto contro l’impegno, contro la morale formativa a tutti i costi, un film di puro movimento, velocissimo, che si posiziona su linee in realtà straordinariamente solide ma che inventa, gioca di continuo con i materiali e l’immaginario: cita Stargate in una scena apparentemente secondaria, svela un inedito gusto visivo a tratti quasi virtuosistico (come nello straordinario momento di passaggio tra il giorno e la notte nella dimensione dei morti), parodizza i momenti musicali dei classici Disney ma lo fa ricostruendone comunque le dinamiche in ogni dettaglio, attento al loro peso all’interno dell’economia narrativa.

Mummie

Teso tra la slapstick e una scrittura costantemente in controtempo non si ferma mai anche a costo di risolvere frettolosamente un intero troncone narrativo (quello dell’ascesa nello stardom della musica pop di Nefer) che pare inserito nel flusso giusto per aumentare la gioiosa entropia del sistema, o di accantonare senza troppe remore gli interessanti spunti di riflessioni da cui si era partiti.

Vorrebbe essere un film senza peso e in parte ci riesce, salvo forse calcare troppo la mano e divenire un progetto di pura forma, impalpabile  incapace di imporsi davvero sulla lunga distanza allo spettatore.

Forse anche per questo il film si lancia in una coda da Rom Com ironica ma dai tratti più solidi, definiti, una sorta di base su cui cominciare a ragionare sui suoi spazi tematici, per lasciare al pubblico qualcosa su cui riflettere, che li accompagni fuori dalla sala.

Sembra una mossa disperata, il tentativo di tornare sui propri passi in modo tuttavia posticcio, obbligando tuttavia il film a tenere un passo incompatibile con le intenzioni iniziali. Certo, malgrado il risultato finito, si tratta di una mossa che non pare comunque così incoerente per un progetto che ha spinto sull’acceleratore fin dal primo minuto, che ha dato il tutto per tutto al di là delle conseguenze anche a costo di cadere più o meno rovinosamente.

Titolo originale: Momias
Regia: Juan Jesús Garcia Galocha
Voci: Sean Bean, Eleanor Tomlinson, Celia Imrie, Hugh Bonneville, Joe Thomas
Distribuzione: Warner Bros Italia
Durata: 88′
Origine:  Spagna, 2023

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.5
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Il voto dei lettori
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