Munch. Amori, fantasmi e donne vampiro, di Michele Mally

Un riuscito documentario che segue un andamento narrativo lineare per comprendere meglio il percorso dell’artista. Da oggi in sala.

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C’è un rapporto inscindibile tra arte e vita, laddove l’una è il prolungamento dell’altra e anche compimento stesso, piena espressione. In Munch questa simbiosi raggiunge un punto di non ritorno: le sue opere rappresentano le emozioni e gli stimoli che riceve, le riflessioni che elabora; sono anche un tentativo di esorcizzare quei dolori, quegli incubi che assillano la sua anima. Il documentario di Nexo Digital dedicato al pittore norvegese utilizza una chiave diversa di approccio e interpretazione che ruota intorno all’idea di Tempo, che proprio nel passaggio di secolo, tra Otto e Novecento, inizia a trovare una consistenza materica: finalmente è possibile toccare, esplorare quella massa informe, raccontarla secondo la propria percezione e, perché no, cristallizzarla nella mente per poi rivelarla nuova, mutata o ricostruita a partire da un ricordo, un’annotazione. Il diario di Munch raccoglie i semi da cui germoglieranno le sue opere spesso tormentate che rappresentano non “ciò che vede ma ciò che ha visto”.

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L’intensità dei sentimenti che si riversa sulla tela in forme dalle linee riconoscibili e in un colore che spesso esula da una ricerca del reale in senso stretto avvicina Munch a un altro grande artista della vita, Van Gogh. Entrambi sono a contatto con la malattia, la morte, la pazzia che affrontano diversamente, l’uno appellandosi a un’umanità sorda al suo grido, l’altro liberandosi dei suoi fantasmi esistenziali attraverso la riproduzione artistica, ovvero la sperimentazione di tecniche come la stampa.

Il documentario, diretto da Michele Mally che scrive con Arianna Marelli la sceneggiatura (insieme hanno realizzato anche Klimt & Schiele. Eros e Psiche), segue un andamento narrativo lineare affidandosi alla guida di Ingrid Bolsø Berdal che inizia il viaggio proprio dalla casa natale di Munch a Åsgårdstrand. Vengono infatti esplorati i legami con la sua terra, le fiabe e i paesaggi norvegesi, con scrittori, medici, pittori e intellettuali della bohème che cercano nuovi linguaggi per esprimere il loro dissenso contro la morale dominante. Un tessuto sociale vibrante, che si confronta anche con la scienza (le prime luci elettriche), il paranormale, la fotografia e il cinema – lo stesso Munch fa alcuni tentativi di movimento e raccordi, montando immagini diverse tra loro. Il taglio scelto per raccontare Munch si concentra molto su questi aspetti, lasciando evanescente l’influenza di altri artisti contemporanei importanti per comprendere meglio il suo percorso artistico, che è sempre spinto al limite, sospeso tra amore e dolore, vita e morte.

Regia: Michele Mally
Distribuzione: Nexo Digital
Durata: 90’
Origine: Italia, 2022

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.7
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Il voto dei lettori
4.71 (17 voti)
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