My Hero Academia: You’re Next, di Tensai Okamura

Pur ponendosi in linea con i temi-cardine del manga, rimane ancorato a codici, formule e linguaggi che i suoi omologhi, da One Piece a Demon Slayer, hanno reso anacronistici già da tempo immemore

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Il mondo di My Hero Academia, e di conseguenza i temi, l’iconografia e gli intrecci del noto manga di Kohei Horikoshi, hanno sempre preso corpo a partire da una visione manichea dell’universo, e dello spettro (morale, etico ed identitario) dei personaggi che lo popolano. Tutto nel racconto passa attraverso una logica binaria, mediante una polarizzazione di idee e di modi di essere (e di esistere) che non lascia spazio alla contraddittorietà che contraddistingue i protagonisti di tanti altri battle shōnen (manga a trazione action per un pubblico giovanile) da cui le figure pensate da Horikoshi almeno in parte si allontanano. Perché essendo loro degli eroi – nel senso figurato del termine – necessitano di farsi portavoce di un sistema valoriale inattaccabile, a cui si antepone, per contrasto, la corruzione morale della schiera dei villain. E non è un caso, infatti, che My Hero Academia: You’re Next, in quanto mero film di appendice che si lega al franchise secondo una logica crossmediale – e non transmediale, e vedremo cosa comporterà – fondi tutto il suo racconto sull’opposizione di orizzonti e spettri valoriali incompatibili.

Nell’incipit di My Hero Academia: You’re Next, le strutture socio-politiche del Giappone si trovano sull’orlo del collasso: la società fatica a rialzarsi dalle macerie create dal conflitto endemico tra eroi e villain, una questione che promette di esacerbarsi ulteriormente nel momento in cui fa la sua comparsa Dark Might, un fuorilegge a capo della più grande organizzazione criminale d’Europa con l’obiettivo di sostituire il leggendario All Might nel ruolo di eroe-simbolo del pianeta. Ma come noto sin dal primo capitolo del manga, il fantomatico vigilante ha lasciato dietro di sé un vuoto di potere enorme non appena ha trasmesso le sue abilità a Deku, un giovane studente della “scuola per eroi” U.A. che aspira a seguire le orme del suo idolo, e che si troverà adesso costretto a respingere le fantasie di conquista del villain insieme ai suoi compagni di accademia: in uno scontro sì fisico, ma soprattutto ideologico/identitario.

Data la sua connotazione di testo-collaterale, My Hero Academia: You’re Next si limita perciò a ragionare su quella visione manichea del mondo concepita originariamente da Horikoshi e su alcuni dei temi-cardine della storia, tra cui la necessità di codificare per sé stessi un cammino compatibile con il proprio “eroismo” – e quindi con la personalità, le idiosincrasie e le potenzialità di ognuno di noi – e il pericolo di sacrificare l’umanità che ci contraddistingue nel nome delle ambizioni più grette e crepuscolari dell’animo. Ma oltre a questa aspirazione integrativa, che poco aggiunge alle strutture e ai codici di un universo indagato dallo Studio Bones per sette stagioni seriali e dal mangaka in più di 400 capitoli fumettistici, non c’è (quasi) nient’altro. E la ragione deriva proprio dal ripiegamento del lungometraggio verso quelle logiche crossmediali a cui tendevano in passato i grandi franchise shōnen, e che oggi sono state soppiantate dalla transmedialità: ovvero dalla necessità dei produttori di mettere in connessione reciproca tra loro tutti i vari orizzonti mediali in cui si suddivide una saga (cinema, videoludico, cartaceo, serialità ecc.) in modo che ogni testo prosegua, da un punto di vista narrativo, la storia di quello che lo precede.

Rispetto infatti ad opere omologhe come Demon Slayer: il Treno Mugen, Jujutsu Kaisen 0 o One Piece: Red, questo My Hero Academia: You’re Next rappresenta un grande passo indietro per i franchise pop-nipponici, sia in termini comunicativi, che industriali. Tanto che la collateralità del film, il fatto che racconti una storia smaccatamente “periferica” e parallela al filone narrativo principale del manga/anime, risulta almeno in parte anacronistica. Specialmente in un contesto dove l’adesione al canone sta diventando sempre di più il paradigma da cui pensare e concepire i linguaggi del futuro. Dragon Ball, che si prepara a festeggiare il suo quarantennale, lo ha capito più di dieci anni fa. My Hero Academia, nato invece nel pieno delle evoluzioni della contemporaneità, rimane ancorato a strutture che i suoi omologhi hanno reso vetuste già da tempo immemore.

Titolo originale: Boku no Hīrō Academia The Movie: Yuâ Nekusuto
Regia: Tensai Okamura
Voci: Daiki Yamashita, Nobuhiko Okamoto, Yuki Kaji, Mamoru Miyano, Meru Nukumi, Kenta Miyake, Ayane Sakura, Kaito Ishikawa, Uoken, Yuki Ono, Minako Kotobuki, Yusuke Kobayashi, Michitake Kikuchi, Masaki Terasoma
Distribuzione: Eagle Pictures
Durata: 110′
Origine: Giappone, 2024

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.5
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