Nadia Melliti, la sconosciuta miglior attrice a Cannes
A sorpresa vince il premio come miglior interprete femminile a Cannes 78, nella sua primissima esperienza al cinema e battendo le più favorite, scopriamo chi è l’attrice di La Petite Dernière

La 78ª edizione del festival di Cannes, che si è conclusa il 24 maggio scorso, ha sorpreso consegnando il premio per la miglior interpretazione femminile a una sconosciuta outsider che con il cinema, finora, non c’entrava nulla. Contro ogni aspettativa, che vedeva favorite Jennifer Lawrence per la sua interpretazione in Die, My Love, Lea Drucker per Dossier 137 e Renate Reinsve per Sentimental Value, è la 23enne Nadia Melliti a portarsi a casa il premio per la sua interpretazione in La Petite Dernièrs, quarto film della regista e attrice Hafsia Herzi. Ma come è successo?
È stato anzitutto l’occhio della casting director che, durante uno street casting a Parigi, ha notato Nadia Melliti passeggiare e l’ha fermata chiedendole di partecipare al casting per il film. “Mi ha fermato per la strada e ho pensato fosse un turista – dice Nadia Melliti in una delle sue prime interviste a Cannes – e invece mi dice che serve un volto per una certa storia. Sono curiosa di natura e ho pensato perché no? In fondo si era presentata così gentilmente…”
E così la sua foto arriva alla regista Hafsia Herzi che rimane toccata dal suo sguardo, e quando poi le due s’incontrano dal vivo per il provino, la decisione è già stata presa.
Nadia Melliti passa così nel giro di un paio d’anni attraverso l’esperienza di un set cinematografico, il primo approccio alla recitazione e direttamente sul red carpet di uno dei più prestigiosi festival di cinema, che in più la premia. Le sue prime interviste le ha rilasciate in questo frangente, direttamente nella sua camera d’albergo mentre si prepara per la serata. I suoi primi applausi dopo la proiezione del film e il suo primissimo discorso al pubblico è già con in mano un premio. Nel discorso, Nadia Melliti, esprime con semplicità il sottile legame con il cinema che passa attraverso il nome di una sola regista, per ora, e riempie invece il resto del timido discorso di ringraziamenti alla sua famiglia, e ai suoi insegnanti alla Sorbona.
Nadia Melliti potrebbe essere, tra molti anni, il nome di un’attrice con grande carriera e un esordio originale da raccontare, o magari scomparire lasciando solo questa traccia nel cinema francese. Che sia o no una futura stella, di sicuro il cinema ha cambiato la sua vita, come candidamente ammette alle telecamere di Brut: “Non conoscevo Hafsia Herzi quando sono stata fermata per strada dalla casting director. Ho fatto delle ricerche. E non la conoscevo perché non avevo una cultura cinematografica e, in realtà, ancora non la ho. C’era solo lo sport nei miei progetti.”
Il ruolo di Fatima ne La Petite Dernièrs è quello di una giovane donna, ultima figlia di immigrati algerini che nel suo primo anno di università a Parigi cerca il suo posto nel mondo, provando a intrecciare l’amore per il calcio, la sua omosessualità e la fede. Nadia Melliti dà al personaggio di Fatima uno sguardo fiero, fermo. Un’interpretazione nata dalla spontaneità dell’attrice – alla sua primissima esperienza davanti alla telecamera – che si è tuffata nel ruolo portando con sé nient’altro che la sua esperienza personale: anche lei di origini algerine, anche lei amante del calcio. Dalle sue parole a proposito del personaggio: “Ho letto il libro e mi ha toccato profondamente. Ho riconosciuto la stessa emancipazione attraverso lo studio che ho vissuto io nel passaggio all’università.”
Il tutto accompagnato dalla direzione di Hafsia Herzi che ha continuato a chiedere spontaneità e autenticità durante le riprese. Oltre al volto preso dalla strada, perciò, la regista cercava un’interpretazione effettivamente fresca, pura, nuova. E ciò non sorprende, se pensiamo al percorso della stessa Hafsia Herzi ha fatto da attrice, sotto la direzione, tra gli altri, di Adbellatif Kechiche (Cous cous, Mektoub, My Love: Canto Uno e Mektoub, My Love: Intermezzo). Quest’ultimo è, soprattutto con il suo La vita di Adele, un evidente punto di riferimento per la regista durante le riprese di questo film.
Ed ecco che la giuria di Cannes ha apprezzato.