Napoli Teatro Festival Italia 2009

La seconda edizione si terrà a Napoli dal 4 al 28 giugno 2009

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Napoli Teatro Festival Italia 2009
 
La seconda edizione del Napoli Teatro Festival Italia si terrà a Napoli dal 4 al 28 giugno 2009 sotto la direzione artistica di Renato Quaglia e presenterà collaborazioni e coproduzioni internazionali, nuove creazioni, testi originali commissionati ad autori italiani e stranieri.
La rassegna internazionale, voluta dal ministero dei Beni e della Attività Culturali e sostenuta da Regione Campania, è gestita dalla Fondazione Campania dei Festival presieduta da Rachele Furfaro.
Dei quasi 40 spettacoli in programma, più della metà saranno prodotti o coprodotti, 28 saranno testi commissionati o drammi contemporanei portati per la prima volta sulla scena.
Grazie a numerose relazioni coproduttive che hanno per obiettivo un programma di internazionalizzazione, il Festival produrrà e progetterà direttamente 20 nuove creazioni in cui artisti italiani lavoreranno insieme ad artisti di altri paesi, costituendo compagnie partecipate da teatri e festival di Germania, Spagna, Gran Bretagna, Francia, Portogallo, Argentina, Singapore, Stati Uniti. 
 
Come già nella prima edizione, anche quest’anno il Festival si è impegnato nella commissione di nuovi testi per il teatro: gli autori, invitati a trascorrere un periodo in città, hanno restituito, con le loro scritture, le suggestioni che ne hanno ricavato. Antonio Skármeta e Colum McCann sono stati a Napoli durante l’estate scorsa e hanno scritto opere che saranno pubblicate in questa edizione del Festival e messe in scena durante la prossima.
Mezza-Porta è il titolo del testo dello scrittore irlandese (naturalizzato americano) che racconta la vita in un basso dove “si respira davvero Napoli, una Napoli eccentrica ed eccessiva, una Napoli che ha il sapore della strada”. In Diciotto carati, Antonio Skármeta volge lo sguardo al mondo del teatro partenopeo in cui si confrontano due generazioni alla ricerca delle proprie origini e delle proprie passioni.
Manlio Santanelli ha scritto un dramma che per la messinscena si avvarrà della regia teatrale di Serena Sinigaglia: Napoli non si misura con la mente. La guerre des anges (La guerra degli angeli) è un monologo di Eugène Savitzkaya, scrittore belga di lingua francese, che ha scelto di trascorrere a Napoli il periodo natalizio, momento in cui il rapporto tra sacro e profano in città trova la sua massima espressione. Alberi adagiati sulla luce, il testo che il poeta libanese Adonis ha scritto nella scorsa edizione del Festival, sarà messo in scena con la regia di Franco Scaldati: l’allestimento porterà la poesia “in un luogo dal tempo immobile” abitato da “schegge di umanità”, che oscillano fra luce e ombra, vita e morte.
Un altro progetto che si lega alla scrittura di nuovi testi per il teatro è Working for paradise: laboratorio curato dal regista tedesco Matthias Langhoff per attori e registi italiani e tedeschi, che si realizzerà tra Berlino e Napoli e che, partendo dall’analisi de Lo Stakanovista di Heiner Müller, si concluderà con la mise en espace di tre nuovi testi sul tema del lavoro commissionati dal Festival a Vincenzo Latronico, Rosella Postorino e Chiara Valerio. I partecipanti al laboratorio saranno 6 registi (3 italiani e 3 tedeschi) e 10 attori (5 attori italiani e 5 attori tedeschi) selezionati tra Germania e Italia. E attori italiani e tedeschi sono anche protagonisti di uno spettacolo in cui si confrontano sulla scena con le rispettive lingue: La trilogia della villeggiatura di Antonio Latella, rilettura in chiave contemporanea della drammaturgia goldoniana, sarà riallestita appositamente per il Festival.
Attori italiani e inglesi poi si troveranno a recitare insieme in Interiors di Matthew Lenton il cui tema di fondo è quello del fato, del voyerismo, il mondo in cui il nostro comportamento riflette o nasconde la nostra vera identità, la paura che attraversa la nostra anima. 
Il tema delle differenze culturali e linguistiche è centrale nel nuovo spettacolo della Compagnia Teatrale Europea, L’Européenne di David Lescot, in coproduzione con il Théâtre de La Ville de Paris, La Comédie de Reims e con il Teatro Nacional D. Maria II di Lisbona.
Mentre attori italiani e orientali si ritroveranno insieme nello spettacolo Le città visibili scritto da Chay Yew con la regia di Giorgio Barberio Corsetti, spettacolo che nasce da una coproduzione tra il Napoli Teatro festival Italia e il Singapore Arts Festival.
Napoli. Primo passo nella città di sotto è il titolo dello spettacolo della compagnia romana Muta Imago che si è concentrata sui sotterranei della città, così come Andy Arnold regista scozzese che per il festival ha creato una performance site-specific, intitolata Monaciello, ambientata nel sottosuolo di Napoli. Uno spettacolo  coprodotto dal Napoli Teatro Festival con il Tron Theatre che coinvolgerà attori inglesi e italiani e andrà in scena più volte al giorno. Un’altra performance site-specific ambientata, però sui tetti dei palazzi della città sarà presentata da Rodrigo Pardo , titolo dello spettacolo ROOF a live movie. La coreografa americana Karole Armitage è invece stata invitata a realizzare una nuova creazione sulla figura di Pulcinella. L’artista affronta la maschera partenopea in uno spettacolo, Made in Naples, che porta il segno inconfondibile della “punk ballerina”.
Parallelamente il Festival accompagnerà il lavoro di alcuni degli attori che avevano preso parte alla Compagnia Europea che nel 2008 aveva portato in scena Le Troiane per la regia di Annalisa Bianco e Virginio Liberti: Martim Pedroso, artista portoghese, presenterà Purgatório, un testo sull’utopia di cambiare il mondo, una danza comica attorno a un avvenimento impossibile; Daniele Pilli metterà in scena W. Niatri, dramma che racconta frammenti di vita di tre personaggi che passano le loro giornate per strada a oziare e polemizzare sulle loro misere esistenze…
L’incontro tra culture è anche il filo conduttore di Journeys of love and more love di motiroti, gruppo di artisti londinese noto per le complesse istallazioni che coinvolgono il pubblico in un mix di performance narrative dal vivo, interventi via internet e video proiezioni.  A Napoli, nell’ambito di un percorso che indaga l’identità culturale delle comunità di immigrati dal Sud Est asiatico in Occidente, motiroti andrà alla ricerca di racconti delle comunità metropolitane ai margini, che saranno poi assemblati (live e registrati) in una performance che propone anche emblematici ibridi culinari contemporanei.
Dall’Europa dell’est, due spettacoli del regista sloveno Matej Filipčič che propongono due differenti destini di donne: Tosca evoca le figure mitiche di Sarah Bernhard (la Tosca dell’opera omonima diretta da Victorien Sardouen nel 1887) e di Maria Callas (diva assoluta in quel ruolo), mentre LaLaLa presenta star e starlette dell’epoca d’oro del cinema glamour. Il mondo dello spettacolo è anche in Music Hall, una delle opere più conosciute e più lucide di Jean-Luc Lagarce, messa in scena dal regista spagnolo Luis Miguel Gonzáles Cruz: il testo scritto dall’autore francese racconta la storia di una cantante e due ballerini, alle prese con il riallestimento, in un locale notturno, di un vecchio spettacolo di cui non ricordano più le scene.  Ma in programma c’è anche un altro Music Hall , regia di Lambert Wilson  con Fanny Ardant protagonista. Di tutt’altro segno Waiting for Orestes: Electra del regista giapponese Tadashi Suzuki. L’allestimento, traendo spunto dalle Eumenidi di Eschilo, dall’Oreste di Euripide e dall’Elektra di Hugo von Hofmannsthal, ambienta la tragedia in un ospedale psichiatrico, facendo luce su questioni sociali sempre attuali, quali la devastazione e la guerra, ma anche su conflitti umani universali come l’elaborazione del lutto.
Nel mondo grande e terribile, di Antonio Tarantino, sarà portato in scena da Daniele Salvo: il dramma racconta la vita in carcere di Antonio Gramsci, lo statista torinese che ha passato dieci anni fra prigione e cliniche in condizioni di salute sempre più difficili per poi morire, poco più che quarantenne, due giorni dopo il rilascio.
Il Festival, dopo aver prodotto Lo Vommaro a duello di Roberto De Simone, presenterà esempi del Settecento francese e spagnolo teatral-musicale, che i compositori della Napoli europea dell’epoca fortemente condizionarono. Oltre alla coproduzione italo-spagnola dell’opera La Partenope di Leonardo Vinci, per la direzione teatrale di Gustavo Tambascio e quella orchestrale di Antonio Florio, verrà presentato Carnaval Baroque di Le Poème Harmonique, compagnia di musicisti francesi riunitisi nel 1998 attorno alla figura di Vincent Dumestre: uno spettacolo che attraverso musica, danza, nuveau-cirque farà rivivere al pubblico una delle feste più popolari della Roma settecentesca. Enrico Frattaroli proporrà a Napoli una tappa del viaggio del Marchese De Sade, una delle figure che segnarono il Settecento napoletano, illuminista e mediterraneo: SADE: Voyage en Italie è la mise en voyage di SADE: Opus contra naturam nelle città italiane visitate dal Marchese (tra il 1772 e il 1776 per sfuggire a una condanna a morte) nei suoi due viaggi reali o reimmaginati attraverso le avventure dei suoi personaggi libertini.
La contemporaneità, dove arte, teatro, performance, danza si incontrano e confondono mescolando i propri linguaggi, sarà presente nei lavori di giovani artisti.
Identificazione di una donna di Claudio Bernardo, danzatore brasiliano d’origine e belga di adozione, si ispira all’omonimo film di Michelangelo Antonioni: la trama della pellicola si intreccia al vissuto personale dell’artista e la ricerca di una donna scomparsa diventa una riflessione sulla natura effimera della danza. In front of the Embassy Gate, The Night Was Long è una produzione libanese che vede arrivare per la prima volta a Napoli il regista Nidal Al Achkar.
Alla scoperta del teatro sommerso. Percorsi, visioni, performance di Ettore Massarese porterà gli spettatori a visitare gli Scavi di un inesplorato Teatro Romano della città di Napoli, e poi si vedrà anche Fedra di Miguel Narros.
L’impegno del Festival nell’ecosostenibilità non si esprime solo adottando regole di compatibilità ambientale nelle sue attività, ma anche presentando una sezione di spettacoli dedicati espressamente ai temi ecologici. Parole per la terra è un progetto, realizzato in collaborazione con il Festival della Scienza di Genova, in cui sei compagnie teatrali coordinate da Carlo Presotto mettono in scena le risposte di esperti a domande sul futuro del pianeta. Dario Fo adatterà il suo ultimo romanzo, L’apocalisse rimandata ovvero Benvenuta catastrofe, per Giulio Cavalli: il testo è una prospettiva quotidiana e feroce sulle questioni legate al problema dell’ambiente, che non lascia fuori nessuno, dal comune qualunquismo di ognuno alle decisioni poco trasparenti e qualche volta superficiali dei governanti. Homem-Refluxo è una performance itinerante in cui l’artista brasiliano Peri Pane si trasforma per una settimana in uomo-rifiuto, raccogliendo la spazzatura nel proprio impermeabile trasparente e portandola con sé, in un viaggio materiale e simbolico dentro la città.
Saranno proposti al Festival anche il nuovo spettacolo di Massimo Castri, in coproduzione con l’Ert e Ecuba con Isa Danieli per la regia di Carlo Cerciello. I dialetti saranno al centro di Le ultime sette parole di Caravaggio, scritto e diretto da Ruggero Cappuccio, uno spettacolo che affonda lo sguardo nel mistero della morte del pittore, cogliendolo nella sua ultima ora di vita, solo, malato e braccato dai suoi nemici.  E si rivedrà Pièce noire di Enzo Moscato, lo spettacolo che lo ha rivelato alla scena italiana nel 1985 e che da allora Moscato non ha mai più portato in scena. . Mi vida gira alrededor de 500 metros di Inmaculada Alvear per la regia di Guillermo Heras racconta una storia di maltrattamento: i 500 metri del titolo rappresentano la distanza di sicurezza che la legge garantisce alle donne vittime di violenza. Laura Angiulli porterà in scena Lo sposalizio di Raffaele Viviani, progetto che nasce da un workshop che la regista ha diretto nel giugno 2008 alla Galleria Toledo, nell’ambito del Festival. Elisabetta e Limone di Jean Rodolfo Wilcock sarà messo in scena da Sergio Longobardi.
 
Oltre produrre, sostenere e ospitare spettacoli, il Napoli Teatro Festival Italia è promotore di attività di formazione, di approfondimento e di ricerca.
Dopo aver ottenuto nel 2008 la certificazione europea di eco-sostenibilità EMAS, entro quest’anno auto-produrrà l’energia (fotovoltaica) necessaria ai palcoscenici e agli spettacoli, divenendo così il primo festival eco-free in Italia.
 
Il Festival ha avviato, nel settembre 2008, un programma di digitalizzazione della documentazione della casa editrice Ubulibri, base per un archivio del teatro contemporaneo italiano; prosegue il rapporto con il Napolifilmfestival attraverso la proiezione di pellicole legate alle tematiche del lavoro; pubblica, in partnership con diverse case editrici, i testi degli spettacoli messi in scena.
L’Università Luigi Bocconi e l’Università degli Studi di Napoli Federico II per il secondo anno proseguiranno il programma di analisi dell’impatto economico, culturale e sociale del Festival sul territorio e in ambito internazionale. Iniziato a gennaio, a giugno si concluderà un progetto-pilota realizzato dal Festival e dalla società “Studiare e sviluppo” del Ministero dello Sviluppo Economico, che avrà sperimentato le modalità per offrire ad alcune compagnie e artisti del Sud Italia strumenti di sostegno per consolidare o aggiornare la propria dimensione imprenditoriale.
Il Festival e le Università di Napoli “L’Orientale” e “Federico II”, in cooperazione con il Galillee College in Israele, l’An-Najah University in Palestina e l’Università di Sousse in Tunisia organizzano la prima Euro Mediterranean Summer School dal titolo “Tradition and New Creativity in the Performing Arts”, un progetto di specializzazione professionale teatrale della durata di tre settimane che si svolgerà tra Napoli e Nahalal, rivolto ai giovani appartenenti alle tre culture dell’area mediterranea (europea, araba ed ebraica). L’attività didattico-formativa comprende anche i laboratori e i workshop teatrali diretti da alcuni dei protagonisti del Festival – curati dall’Associazione Culturale Interno 5.
 
Gli spettacoli in programma, i momenti di formazione e di analisi, l’impegno ambientale e l’apertura verso altri linguaggi della scena sono i molteplici aspetti che si intrecciano in questa edizione del Napoli Teatro Festival Italia e che, insieme, ne compongono il progetto triennale inaugurato nel 2008.
Con l’intenzione di stimolare la creatività teatrale italiana e internazionale, il Festival arriva alla sua seconda edizione dopo un anno di intenso lavoro che ne sta delineando caratteristiche e prospettive: oltre ad aver invitato artisti a realizzare nuove creazioni e ad aver commissionato la scrittura di testi per il teatro a diversi autori italiani e stranieri, sono state avviate o consolidate relazioni – a livello non solo organizzativo e produttivo ma anche progettuale – con numerosi enti teatrali internazionali, con cui sono stati elaborati alcuni dei progetti presentati in questa edizione.
 
Nel giugno 2009, a Napoli, si incrociano lingue e sonorità diverse, nuove tecnologie e tradizione della scena, antico e contemporaneo, spazi teatrali e luoghi di grande fascino restituiti alla città. E si incontrano altri ambiti, diversi da quello strettamente artistico, in cui il Festival ha deciso di impegnarsi sin dall’inizio. Le attività che saranno presentate, in scena e fuori, non sono soltanto i risultati del processo culturale avviato, ma vanno anche considerati nella loro natura in divenire, come istantanee di un percorso e basi per i suoi possibili sviluppi.
 
Per ulteriori informazioni: www.napoliteatrofestival.it  
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