NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA

Napoli ospiterà dal 6 al 29 giugno la prima edizione del Napoli Teatro Festival Italia sotto la direzione artistica e organizzativa di Renato Quaglia.

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NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA
Prima edizione
6 – 29 giugno 2008
 
 
Napoli ospiterà dal 6 al 29 giugno la prima edizione del Napoli Teatro Festival Italia sotto la direzione artistica e organizzativa di Renato Quaglia. La rassegna internazionale, voluta dal ministero dei Beni e della Attività Culturali e sostenuta da Regione Campania, Provincia e Comune di Napoli, è gestita dalla Fondazione Campania dei Festival presieduta da Rachele Furfaro.
 
Il Napoli Teatro Festival Italia descrive da oggi la sua progettualità articolata: non solo un programma di spettacoli (peraltro fittissimo e soprattutto internazionale): 38 debutti, 200 rappresentazioni, 15 paesi coinvolti, 2000 artisti, 9 lingue parlate, e anche un progetto produttivo e promozionale che costituisce una compagnia teatrale del Festival (europea), che produce direttamente nuove creazioni ideate per il Festival (17 lavori), che produce e coproduce più della metà degli spettacoli che presenta (29 spettacoli sui 40 del programma), che commissiona nuovi testi per il teatro (14 testi originali), che sceglie di ricomprendere nelle sue scelte artistiche anche la danza, performance e installazioni di arti visive, la musica, proponendo un’idea di teatro interdisciplinare.
E’ un Festival che apre partnership produttive (e di reciprocità artistica) in diverse aree del mondo: con i Festival di Singapore in Oriente, Manchester nel Regno Unito, Santiago del Cile per l’America del Sud, Sibiu in Romania per l’Est europeo, Almagro in Spagna. Che costruisce progetti per l’Unione Europea e rende disponibile le proprie competenze di progettazione europea per le Istituzioni culturali italiane.
Il Festival inaugura un Master europeo di perfezionamento organizzativo promosso con la collaborazione delle Regioni del Sud Italia, che durerà un anno, si terrà all’Università di Salerno e per una fase di studio a Parigi. Il Festival sceglie un rapporto diffuso con la città, creando partnership con alcuni dei suoi organismi teatrali e culturali (la prima edizione elenca collaborazioni con 35 realtà e istituzioni  napoletane)  scegliendo di svolgere i suoi spettacoli in 30 diverse sedi teatrali e non teatrali dell’intera città.
Il Festival annuncia sin dall’inizio una radicale e inedita (per le iniziative culturali e di spettacolo italiane) connotazione ambientalista: aderirà alle normative europee di eco-sostenibilità in tutte le sue azioni e produrrà autonomamente tutta l’energia di cui ha bisogno (grazie alla disponibilità della Regione Campania e con un progetto di produzione di energia fotovoltaica, già attivo dal prossimo giugno).
A metà giugno, d’intesa con la Direzione Generale dello Spettacolo e l’ETI, organizza con l’Agis le giornate professionali del settore teatrale, dieci anni dopo l’ultima edizione, per una sorta di stati generali del settore posto di fronte ai temi della devolution, di nuove normative, della necessità di nuove strategie e politiche anche di defiscalizzazione.
 
La Fondazione Campania dei Festival ha impostato sin dall’inizio il lavoro del Festival su una dimensione triennale, sia nella costituzione di un nuovo staff di lavoro (che renderà possibile l’organizzazione di un programma pluriennale), sia nelle scelte di programmazione per i prossimi anni 2009 e 2010.

Nel 2009 il Festival si terrà da venerdì 5 a domenica 28 giugno 2009 e presenterà un programma impostato sulle stesse sezioni: dal debutto del nuovo spettacolo della Compagnia europea a opere e spettacoli dedicati al Settecento napoletano e alle nuove creatività, alla drammaturgia (tra gli scrittori che hanno accettato di venire a Napoli e scrivere un testo per il festival c’è Antonio Skarmeta, autore de “il Postino”). Tra i progetti produttivi e co-produttivi: la “Divina Commedia” di Raffaello Sanzio (dopo Avignone presentata in Italia, in versione integrale a Napoli), Elio de Capitani (con un progetto su Heiner Muller), Tato Russo, Enzo Moscato, il National Theatre di Londra, Karole Armitage (con una coreografia dedicata a Pulcinella).

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AVANPROGRAMMA
 
La novità più rilevante è la costituzione di una Compagnia Teatrale Europea composta da attori e professionisti provenienti da vari paesi dell’Unione che ogni anno sarà affidata a un regista diverso. Il primo spettacolo della nuova Compagnia Europea (che inaugurerà anche il Festival) sarà Le Troiane con la regia di Annalisa Bianco e Virginio Liberti.
Tra i progetti direttamente promossi dal Napoli Teatro Festival ci sono anche la produzione italiana dell’ultimo testo di Tim Crouch, England, allestito nelle gallerie di arte contemporanea a Napoli (regia di Carlo Cerciello). Ancora Proprio come se nulla fosse avvenuto di Roberto Andò e Viaggio, naufragio e nozze di Ferdinando, principe di Napoli tratto da La Tempesta di William Shakespeare e prodotto da diversi teatri italiani per ragazzi (regia di Carlo Presotto). Il Festival commissiona anche una creazione originale a Enrique Vargas e al Teatro de los Sentidos, che Vargas ha voluto titolare Cosa deve fare Napoli per rimanere in equilibrio sopra un uovo.
 
Il Festival coltiva la propria dimensione europea avviando un progetto di collaborazione con il Théâtre de la Ville di Parigi (da giugno diretto da Emmanuel Demarcy-Mota) e con il Teatro Nacional Dona Maria II di Lisbona (diretto da Carlos Fragateiro). Il progetto si apre con la presentazione di Tanto amor desperdiçado (Peine d’amour perdue) del regista Demarcy-Mota che mette in scena la parola di Shakespeare nelle differenti lingue parlate da attori portoghesi e francesi, e prosegue con laboratori a cui lavoreranno artisti dei teatri delle tre città, i cui esiti saranno presentati in autunno a Napoli, Lisbona e Parigi. E presenta Médée riscritta in occitano da Max Rouquette e interpretata da attori africani per la regia di Jean-Louis Martinelli (coproduzione del Festival con il Théâtre Nanterre-Amandiers); Temple, che porta per la prima volta in Europa da Singapore la compagnia Cake Theatre diretta da Natalie Hennedige, coprodotta dal Napoli Teatro Festival Italia con il Singapore Arts Festival; La Cousine de Pantagruel, hommage à Rabelais del rumeno Silviu Purcarete, (nell’ambito della partnership con il Festivalul International de Teatro Sibiu-Romania); De entre la luna y los hombres, una produzione realizzata in collaborazione con INAEM – Ministerio de Cultura (Spagna); The sound of silence di Alvis Hermanis, incentrato sulle musiche dell’omonima raccolta di Simon & Garfunkel e, infine, Rendez-vous chez Nino Rota, con Maria de Medeiros, Martirio, Misia, Catherine Ringer, creazione per il Festival di Mauro Gioia.
Il Festival, nell’ambito della collaborazione con il Festival Stgo a Mil-Cile, ospita Juan Carlos Zagal e la compagnia cilena Teatrocinema con Sin Sangre, spettacolo tratto dall’omonimo romanzo di Alessandro Baricco. E presenta a Napoli, e per la prima volta in Italia, The New Burlesque, emblema del fenomeno culturale in voga in America, per la direzione artistica di Kitty Hartl.
 
La parte dedicata alla grande tradizione settecentesca presenta una sezione sul rapporto tra tradizione e innovazione, inscindibili nello scenario napoletano. All’età nobile (il Settecento) è dedicata la nuova opera del maestro Roberto De Simone,  Lo Vommaro a duello (commissionata dal Festival e coprodotta con la Fondazione Teatro di San Carlo): che nasce dalla contaminazione di una commedia di prosa con un’opera buffa. Nonché Don Giovanni o sia il Convitato di pietra di Giovanni Bertati e Giuseppe Gazzaniga; Cantata per lo sposalizio del principe di Sansevero di Mariano Bauduin. E ancora Don Juan, el burlador de Sevilla (collaborazione tra il Napoli Teatro Festival e il Festival de Almagro), per la regia di Emilio Hernández, e una sezione dedicata alla tradizione settecentesca delle prediche gesuitiche, con il progetto Assedio delle Ceneri curato dal poeta Gabriele Frasca.
 
L’innovazione è invece presente nel progetto “Nuove sensibilità”, ma anche nella teatralità che si rintraccia nella danza di Paco Decina con Indigo, in Jan Fabre, artista visivo, scultore, regista teatrale, coreografo, scrittore che presenterà Another sleepy dusty delta day ispirato alla cantante americana Bobbie Gentry; nella coreografia di Caterina Sagna, P.O.M.P.E.I.; nelle performance e nelle installazioni di arte contemporanea di Giuliana Lo Porto, Eva Meyer-Keller, Monika Pormale e Loredana Longo.
 
Un’altra sezione del Festival è dedicata ai “Teatri del popolo”, tratto peculiare di molta storia del teatro napoletano, qui nelle diverse declinazioni d’autore di Ditegli sempre di sì di Eduardo De Filippo, diretto da Geppi Gleijeses; Qui rido io ispirato alla storia di Scarpetta per la regia di Giuseppe Sollazzo e con Peppe Barra. Ci sarà anche Reginella con Lina Sastri , Quanno ce vo’ ce vo’ con Gino Rivieccio; L’opera di periferia  di Peppe Lanzetta. A causa mia (spettacolo con la regia di Francesco Saponaro) è invece il titolo della coproduzione tra il Festival, Teatri Uniti e il Teatro Stabile di Napoli Mercadante, riscrittura sulla vicenda giudiziaria che vide contrapposti Scarpetta e D’Annunzio.
 
Il Festival dedica un particolare impegno alla nuova scrittura di testi per il teatro. Ogni anno tre autori saranno invitati a risiedere a Napoli il tempo necessario per scrivere un testo originale per il Festival che sarà messo in scena in coproduzione con il Teatro Stabile di Napoli Mercadante. Gli autori scelti per la prima edizione sono Tiziano Scarpa, Banana Yoshimoto e il poeta arabo Adonis. Di Tiziano Scarpa verrà messo in scena L’inseguitore, di Adonis Alberi adagiati sulla luce, e da un romanzo della Yoshimoto l’adattamento di Giorgio Amitrano dal titolo Chien Chan ed io. Creazioni del Festival sono anche i testi originali commissionati a scrittrici italiane per una controstoria delle Memorie di Casanova, dal titolo Lei. Cinque storie per Casanova narrata dalla parte delle donne, messa in scena nella Reggia di Caserta e nella Certosa di San Martino (in coproduzione con il Teatro Stabile del Veneto e il Progetto Grande Reggia), regia di Luca De Fusco.
 
Trenta i luoghi che ospiteranno gli spettacoli del Festival, luoghi di particolare prestigio storico e monumentale. Nella lunga lista delle sedi figurano i maggiori teatri della città, alcuni dei quali partner attivi del Festival, ma anche l’Albergo dei Poveri, il Maschio Angioino, la Villa Comunale, il Castel dell’Ovo, la Darsena Acton e la Reggia vanvitelliana della vicina Caserta.
 
Il Festival ha scelto di essere il primo Festival eco-sostenibile in Europa rispondendo ai requisiti e ai regolamenti riconosciuti internazionalmente dalla Comunità europea. L’attività di ogni fase di processo del Festival, dal funzionamento degli uffici alla realizzazione di scenografie, dalla prequalificazione dei fornitori alle iniziative rivolte al pubblico, sarà affiancata dalla consulenza specialistica IGEAM per la gestione sostenibile delle attività in conformità alla norma ISO 14001 e al regolamento comunitario 761/2001 – Emas.
Dall’autunno, il Festival promuoverà, in collaborazione con l’Università di Salerno e i teatri di Parigi e Lisbona, un master europeo in Progettazione e Organizzazione culturale nel settore della gestione e promozione dello spettacolo e dei beni culturali, indirizzato al rafforzamento di giovani professionalità da porre al servizio delle prospettive di governance del sistema culturale delle Regioni del Sud Italia.
 
Per ulteriori informazioni: www.napoliteatrofestival.it
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    Il Napoli Teatro Festival Italia descrive da oggi la sua progettualità articolata: non solo un programma di spettacoli (peraltro fittissimo e soprattutto internazionale): 38 debutti, 200 rappresentazioni, 15 paesi coinvolti, 2000 artisti, 9 lingue parlate, e anche un progetto produttivo e promozionale che costituisce una compagnia teatrale del Festival (europea), che produce direttamente nuove creazioni ideate per il Festival (17 lavori), che produce e coproduce più della metà degli spettacoli che presenta (29 spettacoli sui 40 del programma), che commissiona nuovi testi per il teatro (14 testi originali), che sceglie di ricomprendere nelle sue scelte artistiche anche la danza, performance e installazioni di arti visive, la musica, proponendo un’idea di teatro interdisciplinare.
    E’ un Festival che apre partnership produttive (e di reciprocità artistica) in diverse aree del mondo: con i Festival di Singapore in Oriente, Manchester nel Regno Unito, Santiago del Cile per l’America del Sud, Sibiu in Romania per l’Est europeo, Almagro in Spagna. Che costruisce progetti per l’Unione Europea e rende disponibile le proprie competenze di progettazione europea per le Istituzioni culturali italiane.
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    Nel 2009 il Festival si terrà da venerdì 5 a domenica 28 giugno 2009 e presenterà un programma impostato sulle stesse sezioni: dal debutto del nuovo spettacolo della Compagnia europea a opere e spettacoli dedicati al Settecento napoletano e alle nuove creatività, alla drammaturgia (tra gli scrittori che hanno accettato di venire a Napoli e scrivere un testo per il festival c’è Antonio Skarmeta, autore de “il Postino”). Tra i progetti produttivi e co-produttivi: la “Divina Commedia” di Raffaello Sanzio (dopo Avignone presentata in Italia, in versione integrale a Napoli), Elio de Capitani (con un progetto su Heiner Muller), Tato Russo, Enzo Moscato, il National Theatre di Londra, Karole Armitage (con una coreografia dedicata a Pulcinella).
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