Nasce Biennale College Cinema

Un percorso per aiutare i giovani cineasti a realizzare il proprio film microbudget

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La Biennale di Venezia ha reimpostato la sua missione in tutti i suoi campi. Alle attività volte a promuovere la conoscenza del pubblico (Mostre, Festival) ha aggiunto una linea strategica rivolta alla formazione di giovani artisti. Si tratta della Biennale College. Già operante nella Danza e nel Teatro, si arricchisce di un’importante iniziativa nel Cinema.

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“La Biennale di Venezia – ha dichiarato il Presidente Baratta intende in tal modo diventare un punto di riferimento nazionale e internazionale per la creatività delle singole discipline artistiche, e quindi anche del cinema, accogliendo grandi maestri e giovani talenti, e offrendo loro opportunità di sviluppo per un futuro produttivo”.

Biennale College – Cinema
 (qui il call internazionale) intende selezionare cineasti di tutto il mondo, affiancandoli a un team internazionale di esperti e tutor, perché esplorino l’estetica dei film a micro-budget e i nuovi modelli integrati di produzione. Dopo un primo workshop di 10 giorni a Venezia per 15 progetti selezionati nel gennaio 2013, fino a 3 team saranno invitati a un secondo workshop di quindici giorni a cavallo tra febbraio e marzo, sostenuti con 150.000 euro, per produrre e presentare il progetto realizzato alla 70. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2013.

Il Direttore della Mostra Alberto Barbera ha dichiarato: “La sfida di Biennale College – Cinema è quella di dimostrare che si possono produrre film a costi bassi e in poco tempo, con l'ambizione di controllare tutto il ciclo di produzione dall'inizio alla fine. Non c'e nulla di simile al mondo”.

Biennale College – Cinema intende realizzare, al termine di una serie di attività che coprano un anno e che seguano l'intero arco di ideazione, sviluppo, produzione, regia, marketing, audience engagement e distribuzione di un film, tre opere audiovisive di lungometraggio a micro-budget, da presentarsi alla Mostra dell’anno successivo e distribuite online.

Sin dagli inizi degli anni Duemila, un crescente numero di giovani cineasti ha risolto la sfida finanziaria di produrre un film usando le nuove tecnologie, e addirittura telefoni cellulari. La purezza e l’autenticità di questi film, insieme al frequente buon risultato al box-office, giustifica i modesti mezzi di produzione. Tuttavia non si tratta di un fenomeno del tutto nuovo. Esistono dei precedenti nel lavoro dei grandi autori europei e asiatici. Satyajit Ray ha realizzato Pather Panchali con 3,000 $ nel 1955, Ingmar Bergman ha girato Monica e il desiderio nel 1952 per una cifra oggi equivalente a 75.000 $, e i film chiave del Neorealismo italiano sono stati prodotti con pochi spiccioli. Il regista statunitense John Cassavetes ha girato Shadows con 40,000 $ nel 1959. David Lynch ha lanciato la sua carriera con Eraserhead nel 1977, costato 10.000 $, e Christopher Nolan ha fatto lo stesso con Following nel 1998, costato addirittura 6.000 $. Possiamo riflettere su alcuni successi inaspettati come Non aprite quella porta nel 1974, Paranormal Activity, The Blair Witch Project e La notte dei morti viventi – tutti quanti prodotti con meno di 120,000 $, e tutti che hanno incassato centinaia di volte il loro costo.

Se n'è parlato a Venezia il 4 settembre scorso anche nel panel internazionale Film a micro-budget: il futuro del cinema?, curato da Peter Cowie (Gran Bretagna, storico del cinema e fondatore dell’ “International Film Guide”) con gli interventi dei critici e storici del cinema Richard Corliss (Stati Uniti, critico del settimanale “Time”, New York), Mick LaSalle (Stati Uniti, critico del “San Francisco Chronicle”), Savina Neirotti (Italia, Head of Program Biennale College – Cinema e TorinoFilmLab), Mark Peranson (Canada, redattore della rivista “CinemaScope”).

QUI la procedura per partecipare al progetto.

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