Dopo l’incontro tra la Commissione Cultura di Roma Capitale e il mondo del Cinema Indipendente romano per discutere di un piano di sostegno e rilancio del settore, avvenuto lo scorso 6 ottobre, si conferma a Roma l’esigenza di creare un sistema con tutti i soggetti e le realtà che lavorano in modalità alternative alla grande industria.
Per questo motivo autori, artisti, tecnici, maestranze, produzioni, distribuzioni e festival hanno in progetto di unirsi in un grande gruppo capace di interloquire a più livelli con tutta la città e di contribuire allo sviluppo e al riconoscimento del Cinema Indipendente. Nasce così l’idea di “Nuovo Cinema” per ribadire l’importanza di un cinema che spesso è posto ai margini dal sistema produttivo dominante e che la grande industria tende ad escludere dai meccanismi di distribuzione.

Sentieri Selvaggi era presente il 6 ottobre ed ha ascoltato le proposte di realizzazione di un tessuto, una ragnatela capace di inglobare spazi a lungo trascurati o indisponibili. Posti in cui far nascere un nuovo tipo di cinema a sostegno di chi non trova la strada spianata dai capi dell’economia di mercato.

Di seguito le dichiarazioni salienti del pomeriggio di dibattito:

Fabio Meloni (organizzatore dell’incontro): La popolazione cinematografica è in caduta libera. Bisogna lavorare sui territori e creare una rete capillare di sale. L’uso delle immagini è talmente alto che dobbiamo puntare ad una rivalorizzazione del cinema in quanto settima arte. Occorre chiedersi come i romani pensano il cinema. Visto che il 90% dei budget finisce nelle mani delle grandi case di produzioni, è necessarrio sostenere le microimprese.

Enzo de Camillis (scenografo): Ho quasi sempre lavorato a Cinecittà, un mondo che ospitava circa 200 lavoratori. Purtroppo oggi non è più così: manca la maestranza e il ricambio generazionale. La Film Commission dovrebbe occuparsi di un ritorno al cinema come arte artigiana. Un grave problema è rappresentato anche dalla tassa sui territori (asssente a Torino o Palermo ad esempio), che ostacola grandemenete l’avvio delle produzioni.

Marco Cattaneo (C.N.A.): Un tempo il cinema indipendente era disponibile solo al Nuovo Cinema Aquila. Speriamo che si possa risproporre un’esperienza simile. Occorre creare un rapporto con la periferia, rivitalizzare spazi e sale, tenendo ovviamente conto della promozione. Tutto questo in un’ottica di rete. Vogliamo chiedere a questa amministrazione accessibilità ai bandi di concorso. Ci sono almeno cinque sale chiuse a Roma. Ad esempio la situazione degli Studi De Paolis è inspiegabile: la concessione è scaduta da tempo. Si tratta di una sala storica che deve essere rimessa a bando.

Adele dell’Erario (Spazio Indie): Spazio Indie è un progetto promosso dalla CNA con il contributo della Camera di Commercio. In esso confluiscono realtà diverse come la NCA (coperativa atta a rendere il Nuovo Cinema Aquila un marchio di garanzia) e tutte le PMI che lavorano nel settore del Cinema Indipendente. Il territorio reclama proprio questo tipo di cinema. Poiché il nostro progetto ha intercettato un disagio dovuto alle passate amministrazioni romane, abbiamo pensato di costruire un grande network composto da: piccoli e grandi festival, biblioteche che hanno sostituito i cinema chiusi ed infine il circuito sale. Abbiamo individuato luoghi come il Nuovo Cinema Airone dell’architetto Libera (Appio Latino, 950 posti), il Cinema Apollo (850 posti, realizzato nel 1917 e acquistato da Roma Capitale nel 2003), il Cinema Rialto (450 posti nel centro storico), dall’anno 2000 concesso ad uno scopo differente rispetto a quanto definito nel bando di concorso. Oppure gli Studi De Paolis con una concessione scaduta nel 2015. Tutti sanno che si tratta di un bene confiscato alla Mafia. Occorre studiare in maniera approfondita questi spazi visto che esistono.

Giorgio Ginori (Isola del Cinema): Stiamo lavorando alla 23esima edizione, come sempre attenti che metà della programmazione provenga dal Cinema Indipendente. Abbiamo creato il gruppo RING (Registi Italiani Nuove Generazioni) oltre a Mamma Roma E I Suoi Quartieri, un’idea che sviluppiamo da cinque anni, ossia collegare il centro della capitale con tutta la periferia o i vari quartieri. Questa iniziativa avrà anche un’estensione europea (Mamma Roma Tv). In ogni caso la nostra attenzione al Cinema Indipendente è sempre stata altissima e in questo l’apporto delle biblioteche comunali è stato essenziale.

Luciano Sovena (Roma Lazio Film Commission): Il vulnus di questa situazione è senza dubbio l’apparato distributivo. A Venezia, ad esempio, è stato presentato Orecchie, interamente girato a Roma, e che probabilmente non sarà mai distribuito. Una buona notizia c’è: abbiamo stipulato un accordo con l’Ambasciata argentina per sfruttare una sala di 150 posti in 4K. In quel luogo avremo almeno una chance di mostrare pellicole che altrimenti andrebbero perse. Noi, insieme a Spazio Indie, abbiamo fatto un’accurata mappatura delle sale, comprese quelle parrocchiali. Il nostro obiettivo è renderle tutte disponibili.

Massimo De Angelis (ANEC Lazio): Il presupposto dell’indipendenza è essere slegato da condizioni di mercato. Sono francamente più di 10 anni che combattiamo per una politica a sotegno dei luoghi. L’amministrazione purtroppo vincola l’utilizzo di quegli immobili e lo fa facilmente, non essendoci un un efficiente macchina pubblica a sostegno di quelli. Negl’ultimi 15 anni hanno chiuso 40 cinema a Roma. Ovviamente se parliamo dell’Adriano o del Nuovo Olimpia, trattiamo sale che sono nelle mani di grandi investitori, non di certo in quelle comunali. Occorre semplificare l’apparato burocratico. Ad esempio, il gestore del Cinema Andromeda ha passato 4 anni a combattere per aggiungere 2 schermi. La lentezza e la complicazione d’ufficio non gliel’ha concesso. Bisogna attrarre il pubblico verso il cinema indipendente, educarlo ad esso, ma se l’amministrazione non se ne occupa, come fare?

Maurizio Carrassi (Biblioteche di Roma) ammette di aver goduto di una posizione privilegiata, essendo spesso le biblioteche gli unici luoghi di ritrovo nelle periferie. “Abbiamo da tempo una collaborazione fissa con i festival della città, la nostra offerta è costante. In ogni caso considerateci a vostro fianco in questa avventura”.

Maurizio Agnelli (produttore e distibutore): Roma è in assoluto la citta con più problematiche quando si tratta di trovare sale in cui distribuire. Consiglierei di creare, come altri hanno detto prima di me, un tessuto esteso, una ragnatela. Va da sé che parliamo dell’unica maniera per contrastare quelle 2-3 società che gestiscono il sistema distributivo romano.

Anche Simone Isola, produttore di Non Essere Cattivo, è intervenuto all’incontro. “Roma ha una tradizione di Cinema Indipendente ricchissima. E’ necessario abbattere parte dei costi di produzione, consentendo un’unione, una rete di interessi.”

Prossimamente si terrà un incontro durante il quale verranno presentati i punti salienti a sostegno del Cinema Indipendente al fine di rafforzarli per renderli operativi nel minor tempo possibile. Questa occasione potrà innescare un meccanismo di sinergie e collaborazioni per favorire processi lavorativi e produttivi tra le realtà e i soggetti coinvolti.